Massimo Sirelli – Dioniso è qui

Mostra personale dell’artista Massimo Sirelli, a cura della storica dell’arte Stefania Fiato. L’evento si inserisce all’interno della seconda edizione del festival “MitiCu”, dedicato al mito e alla cultura greca, promosso dal GAL Terre Locridee.
Comunicato stampa
Il 31 luglio inaugura la mostra “Dioniso è qui”, personale dell’artista Massimo Sirelli, a cura della storica dell’arte Stefania Fiato. L’evento si inserisce all’interno della seconda edizione del festival "MitiCu", dedicato al mito e alla cultura greca, promosso dal GAL Terre Locridee.
L’artista Massimo Sirelli, attraverso la realizzazione di opere site specif allestite all’interno dei suggestivi ambienti di casino Macrì, all’interno del Museo e Parco Archeologico di Locri Epifephiri, darà voce ad un’interpretazione contemporanea e potente dell’archetipo dionisiaco.
Massimo Sirelli (Catanzaro, 10/11/1981) è un artista italiano di fama internazionale. Nel 2003 consegue il diploma in Digital e Virtual Design presso l’Istituto Europeo di Design di Torino. Il suo primo approccio alle arti visive è influenzato, in adolescenza, dal mondo dei graffiti. Attraverso la prospettiva della strada, impara a filtrare i diversi linguaggi metropolitani: scritte, pubblicità, arredi urbani, mezzi pubblici e rifiuti, che diventano tutti ambienti di studio e sperimentazione.Nel suo immaginario creativo, strumenti e supporti si fondono: lo strumento diventa supporto e il supporto diventa strumento. Dal 2008, è docente di Tecniche di Presentazione e Portfolio presso lo IED di Torino. I suoi lavori sono stati pubblicati su importanti volumi di grafica e design internazionali, editi da note case editrici come Taschen, Gestalten, PepinPress, Zanichelli e Mondadori. Ha collaborato con marchi come American Express, Amarelli, Banca Ifis, Bosch, Brand Dubai, Tonno Callipo, Cirio, Dolly Noire, Fondazione Prada, Giro d'Italia, Lavazza, Montblanc, Pastiglie Leone, SuperaBike Racing SBK e Tissot. Le opere di Sirelli sono state trattate su TV, radio, web e carta stampata da testate di prestigio come Huffington Post, Il Sole 24 Ore, DeeJay TV, RDS, Corriere della Sera, Artribune, La Stampa, La Repubblica, Sky Arte, Wired, Vanity Fair, L’Espresso, Tg2, La Effe, La Cinque e molte altre. È libero professionista nell'ambito della comunicazione pubblicitaria cross-media e aiuta piccole e medie imprese a curare la propria immagine e a sviluppare strategie di advertising. Grazie al suo linguaggio artistico personale e poliedrico, è oggi considerato uno degli artisti più interessanti del panorama pop e urban art italiani.Vive e lavora tra Torino e Catanzaro.
Il progetto curatoriale parte dalla riflessione che il mito greco di Dioniso si presa a narrazioni diverse che, come un caleidoscopio, a sua volta si aprono ad ulteriori frammentazioni interpretative. Massimo Sirelli, figlio del suo tempo, cavalca la velocità implicita dei nostri giorni, come a dorso della pantera di Dionisio.
C’è un movimento incessante e continuo che ci riguarda tutti e non è quello della terra sul proprio asso o intorno al sole. È il cambiamento. Ma il cambiamento non è discutibile, fa parte della complessità delle società contemporanee, e la velocità del cambiamento è l’espressione del nostro tempo. L’artista indossa le lenti della velocità contemporanea, si cala nel frullatore dei social, del linguaggio dei mass media, e riprendendo il lessico del new dada americano, attua la spettacolarizzazione del mito di Dioniso attraverso la potenza iconica di immagini primarie rubate alla società fluida di Zygmunt Bauman. Questa velocità incessante percorre tutta l’esposizione come in crescendo senza tregua che implica una frammentarietà della visione: flashback, switch e deja vu. Come i futuristi esaltavano la velocità e volevano portare gli spettatori dentro il quadro, così il linguaggio sirelliano, amplifica a dismisura la vorticosità della velocità rendendola volutamente artificiale e trasporta gli spettatori dentro le opere parlando il loro slang, esagerandolo. Come sottolinea il titolo della mostra, “Dionisio è qui”, è sceso dall’Olimpo e vive in mezzo a noi, anzi dentro di noi. Sirelli distrugge le distanze sacre che ci separano da Dionisio e lo fa rivivere in modo sparso, discontinuo, come gli spazi della mostra, mettendo in evidenza le sue brutture, le sue bassezze, le sue contraddizioni, le sue ambivalenze e le sue verità. Attraversando gli spazi che ospitano le istallazioni site specific ogni visitatore si riscopre Dionisio. Tutte le opere sono accomunate da una accurata ricerca, dalla complessità di richiami pluridisciplinari, da rimandi al mondo della letteratura, della filosofia, dell’antropologia, ma al contempo sdrammatizzano questa ricchezza di fonti attingendo al lessico odierno che arriva come un pugno allo stomaco, con ironia disarmante e sarcasmo intellettuale al visitatore. Immagini che di qui a breve diverranno obsolete divento ausilio di una riflessione su temi che parlano di eternità. L’evento espositivo si snoda in cinque spazi e a questi cinque spazi corrispondono cinque riflessioni. Ogni riflessione utilizza linguaggi e tecniche differenti. Forti sono i rimandi al Nouveau Réalisme, per la focalizzazione sull'oggetto come reliquia della vita moderna, e al New Dada americano, che si concentra sulla rappresentazione dei simboli della società contemporanea. Sirelli, come Jasper Johns, sceglie di intervenire su immagini apparentemente banali, di cui rivaluta il cliché visivo ormai spogliato di ogni significato. Questo permette di giungere a una rappresentazione dell’oggetto che diventa al tempo stesso astratta e figurativa. L’opera d’arte tende, quindi, sempre più a divenire una pura testimonianza materiale dei processi di produzione dell’artista. Talvolta la ricerca è basata esclusivamente sull’elaborazione mentale di un’azione, capace di determinare un rapporto diretto con il pubblico, a volte anche fortemente polemico e provocatorio. Altre volte la sostituzione della tradizionale rappresentazione pittorica avviene tramite l’esposizione di oggetti d’uso comune, sui quali l’artista compie un’azione di svuotamento similare a quella compiuta sui valori della società in cui vive.
La mostra sarà visitabile dal 31 luglio fino al 30 settembre 2025, presso Casino Macrì, all’interno del Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri.