Martin Creed – Masquerade
Quello di MASQUERADE è stato un anno iniziato con i sussulti di una mascherata, nel tentativo di andare a guardare un’umanità in espansione.
Comunicato stampa
Il Museo d’arte contemporanea Burel è felice di presentare la prossima mostra,
MASQUERADE. MARTIN CREED, che inaugurerà sabato 8 novembre alle ore 18:00.
Quello di MASQUERADE è stato un anno iniziato con i sussulti di una mascherata,
nel tentativo di andare a guardare un’umanità in espansione, fatta di esseri –
animali, umani, perfino tecnologici che siano – in movimento. Partito con la
musica e le danze e con l’esigenza di stare assieme con gioia per creare
significato, è continuato con la mostra di Beatrice Marchi, che ha messo ancora
un po’ più a fuoco il filo conduttore.
Chi è l’animale? Chi è disegno e chi in carne e ossa? C’è stato scambio tra di
loro? Sono e siamo cani o esseri umani? Tartarughe o donne spietate? Siamo vittime
o sadici? Qual è il centro dell’attenzione? Può un incidente trasformarci? Ed è
lecita questa metamorfosi, tanto da giustificare anche la cattiveria?
Adesso è la volta di Martin Creed, artista, musicista, compositore e performer
britannico (nato nel 1968 a Wakefield, Regno Unito).
Avvicinarsi alla sua ricerca significa entrare nell’universo di una sensibilità
acuta ed epidermica, quasi tattile. In un’atmosfera che ha sempre qualcosa che
mette a proprio agio e stampa un sorriso in faccia pur tenendo fede alla
profondità, al rigore e alla conoscenza più stratificata del linguaggio dell’arte.
«Martin Creed mi ha incantato fin da quand’ero studentessa» – dice la direttrice
del museo, Daniela Zangrando – «è audace, è folle, ed è incredibilmente volto al
dialogo con un pubblico che, impossibilitato a guardare passivamente, si ritrova
dentro l’opera stessa, rendendosi conto di come l’arte e l’esperienza dell’arte
siano qualcosa di vivo e palpitante. Dall’enigma di una luce che si accende e si
spegne, ai corridori che attraversavano velocissimi spazi deputati all’arte
scansando gli spettatori, dal roteare lento e incombente della scritta al neon
MOTHERS e dalla presenza decorosa e decisa di EVERYTHING IS GOING TO BE ALRIGHT
sul palazzo dell’Arengario a Milano fino al più recente e pungentissimo WATERS,
senza dimenticarsi di quella chiamata al suono delle campane “più veloce e forte
possibile” per l’inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2012 e dei live con la sua
band. Che poi, d’altro canto, come dice lui, anche una mostra non è altro che un
evento live, dove ognuno deve sentirsi libero… pensiero nel quale mi ritrovo
completamente!»
In mostra questa dimensione di partecipazione attiva del pubblico sarà
fondamentale.
E importantissimo sarà l’apporto non solo di ogni singolo spettatore, ma anche di
chi degli spettatori si prenderà cura, apertura dopo apertura.
In uno spazio dato, quello delle due stanze del museo, qualcosa accadrà. Qualcosa
di inaspettato, leggero, pieno di ossigeno e di stupore.
La mostra al Museo d’Arte Contemporanea Burel – realizzata con la collaborazione
di Amici del Museo Burel e di Banca Prealpi SanBiagio – resterà aperta fino al 14
dicembre, con ingresso gratuito, e sarà visitabile il sabato dalle 10.00 alle
12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 e la domenica dalle 15.30 alle 18.30.
Martin Creed (nato nel 1968 a Wakefield, Regno Unito) è un artista britannico la
cui pratica attraversa arti visive, performance, installazioni e musica. Creed
esplora il confine tra presenza e assenza, ordine e caos, attraverso gesti
essenziali, semplici, ironici e talvolta irriverenti che trascendono la
materialità e pongono domande universali. Il Guardian lo ha definito un «artista
sociale», sottolineando come la vera magia del suo lavoro risieda nell’interazione
delle opere con le persone e gli spazi.
Nel 2001 ha vinto il prestigioso Turner Prize con il lavoro The Lights Going On
And Off. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerose mostre personali,
tra cui al Camden Arts Centre, Londra (1995); Kunsthalle Bern, Berna (2003); Tate
Modern, Londra (2006); Fondazione Trussardi, Milano (2006); The Aldrich
Contemporary Art Museum, Ridgefield, CT (2013); Museum für Konkrete Kunst,
Ingolstadt (2023); e Fondation CAB, Bruxelles (2025).
Ha inoltre partecipato a importanti mostre collettive e le sue opere sono presenti
in collezioni di rilievo, tra cui Colleccion Jumex, Mexico City; MoMA, New York
City; Tate Modern, London; Rennie Museum, Vancouver; Queensland Art Gallery,
Brisbane; Center for Art and Media Karlsruhe (ZKM), Karlsruhe; Kadist, Paris;
Kunsthalle Bern; Kunstmuseum Stuttgart; Sammlung Deutsche Bank, Frankfurt; Centre
Georges Pompidou, Paris; Musée d’Art Moderne et Contemporain, Strasbourg; Gallery
of Modern Art, Turin; Victoria & Albert Museum, London; Cleveland Museum of Art,
Cleveland; e De La Cruz Collection, Miami.