Marco Ugoni – Mi espongo

Informazioni Evento

Luogo
BLAM BAR LOUNGE & ART MOOD
Via Gaetano Ronzoni, 2, Milano, Italia
Date
Dal al

DA MARTEDÌ A GIOVEDI 19.00 – 24.30
VENERDÌ E SABATO 19.00 – 1.00

Vernissage
12/10/2012

ore 19.30

Contatti
Email: morgancomunicazione@gmail.com
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Marco Ugoni
Generi
arte contemporanea, personale
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Il BLAm Bar Lounge & Art Mood si conferma per la sua capacità di proporre artisti emergenti dalle ottime qualità artistiche. A far da protagonista è questa volta Marco Ugoni, che in esclusiva ha scelto di presentare le sue opere inedite al BLAm.

Comunicato stampa

L’ARTE INTROSPETTIVA IN MOSTRA AL BLAM DI MILANO
In esclusiva al BLAm, la prima mostra personale di Marco Ugoni

Il BLAm Bar Lounge & Art Mood si conferma per la sua capacità di proporre artisti emergenti dalle ottime qualità artistiche. A far da protagonista è questa volta Marco Ugoni, che in esclusiva ha scelto di presentare le sue opere inedite al BLAm.
Di seguito, la presentazione della mostra, dal titolo “Mi Espongo”.
“Ci sono traguardi che non si possono ignorare. Aste superate le quali, qualcosa cambia. E ci sono quei momenti in cui non si può evitare di fermarsi ad ascoltare questo cambiamento. Qualcuno la chiama onestà verso se stessi. Anche se poi la voglia è sempre la stessa. Quella di correre e prendere tutto alla leggera, tanto che il proprio ritratto che scaturisce, appare quantomeno confusionario. Un autoscatto preso in velocità. Un volto, tante facce, tutte però riconducibili alla stessa pelle. Quanti discorsi, quanti ragionamenti, quanta immaginazione ci vuole a mettersi davanti ad uno specchio, spogliati delle proprie maschere per provare a raccontarsi. Raccontare di sé a se stessi, e quindi, almeno un po’ ed inevitabilmente, raccontare di sé al mondo. Del proprio cammino. Rallentare quel tanto che basta per rendere l’immagine vagamente somigliante a ciò che ci si aspettava di sé.Quale linguaggio usare. Questo è il punto. Un linguaggio che parli di sé ma pur sempre sulla linea di confine della comprensione altrui. Un racconto non racconto, un linguaggio che parli senza svelare del tutto, perché mostrarsi completamente renderebbe fin troppo vulnerabili. E’ qui che parte il sottile gioco dell’incomprensibilità. Un gioco in cui l’autore si diverte a non far capire granché di quello che vuole trasmettere. Centellina, lesina, dosa accuratamente, eppure sotto i nostri occhi costruisce e ci presenta il castello della sua vita. “Ecco: questo è il mio modo di giocare, di vedere il mondo e ve lo racconto a modo mio! “Un mondo pieno di particolari, descritti meticolosamente senza perderne nessun dettaglio. Personaggi che fluttuano in un non-spazio; un apparente disordine ben calcolato in cui ogni singolo soggetto racconta la sua storia e del perché stia proprio in quel punto, nella sua associazione con quello che gli sta intorno. Il singolo che crea il tutto. Un enigma vagamente psichedelico che confonde la vista. In questo non-spazio in cui il Tutto (e quindi il dettaglio) è il protagonista. Compaiono esseri e oggetti d’ogni sorta, evocazioni, anime torturate, donne suadenti, parole, labirinti. Già, i labirinti. I labirinti mentali. Perché se da un lato c’è la voglia di dare dei nomi al proprio non-spazio (ai Dettagli del Tutto!), dall’altro un fitto e inespugnabile reticolo labirintico ci racconta che la strada è ben lunga, prima di giungere all’uscita. Uscita o chiave di comprensione o semplicemente suggerisce che la corsa è ben lontana dall’essere finita. E non solo. Dice che il labirinto è intorno a noi, ma a ben vedere dice che siamo noi stessi, il nostro labirinto. Che corsa sfiancante! Ma è una corsa che per quanto ci coinvolga è da fare ben vicini, aguzzando la vista e lasciandosi invadere da questa moltitudine di protagonisti del non-spazio e della memoria. Non ci si può tirare indietro. Perché basta allontanarsi di un solo passo per perderne l’essenza. Davanti ad un suo quadro basta fare un passo indietro ed ecco che tutti quei particolari, tutti i protagonisti, tutti quei micro racconti si perdono in un guazzabuglio incomprensibile. Bisogna lasciarsi andare a questo caos. Bisogna che ci si perda nel nostro labirinto. Che gioco divertente trovarsi davanti alla moltitudine del mondo sbattuto davanti al naso! Un vortice di personaggi che hanno fatto parte della nostra vita ed ora, forse, non ci sono più. Luoghi, incontri, regali. Una semplice linea di una potenza tale da dare forma allo spazio, al racconto, alle emozioni. Questo è il traguardo raggiunto. Questo è il mio mondo, ci dice. Ed ora ne fai parte anche tu.” Arch. Francesco Gallo
PROFILO BIOGRAFICO DELL’ARTISTA
Marco Ugoni nasce a Milano, il 9 ottobre del 1972.
Dopo aver conseguito il diploma di maturità artistica nel 1991, prosegue i suoi studi presso la facoltà di Architettura, progetto che però accantona per dedicarsi al vita lavorativa. Attualmente opera nel settore del Finance presso un’importante azienda alimentare italiana.
Fino ad ora, non ha mai esposto le sue opere in una mostra.

Perché solo ora decide di esporre in una mostra personale? Ad ottobre compie 40 anni e finalmente vuole mostrare alle persone a lui più care un lato di sé che teneva nascosto, di cui non tradiva né mostrava l’esistenza e, nelle rare occasioni in cui saltava fuori l’argomento con le persone che lo conscevano più a fondo, ne parlava sempre con una certa ritrosia.

Con la sua prima mostra personale, decide di mettersi a nudo e mostrare realmente la sua identità, perché è fermamente convinto che le persone sono quello che fanno, e lui disegna e dipinge da che ne ha memoria.
La sua vocazione verso la comunicazione visiva nasce dai primi anni di vita, a causa di fortissime otiti che lo rendevano completamente sordo e incapace di dialogare verbalmente in maniera corretta. Questa limitazione lo portò fin dalla più tenera età a comunicare completamente tramite il disegno e, in seguito, attraverso la pittura. I problemi di comunicazione verbale lo accompagnarono per anni, proiettandolo così in un mondo solo suo, fatto di disegni e colori.
Dalle parole di Marco Ugoni, si percepisce molto chiaramente il senso dei suoi lavori: “Le opere che realizzo sono egoisticamente dipinte per me stesso, sono un’intima confessione, un dialogo tra me e me stesso, sono lo specchio di quello che vedo e provo. Non nascono per avere un pubblico o per essere facilmente lette”.
Da ciò, scaturisce la scelta di creare una mostra personale dal titolo “Mi Espongo”, significato dalla doppia valenza, come spiega l’autore: “mi espongo… finalmente ho deciso di mostrare quello che creo. Mi espongo… al giudizione delle persone, mettendomi a nudo”.
Le opere sono abbastanza recenti anni 2010 e 2012 e sono tutte dipinte su tela formato 30x30 con tecniche miste (gesso, carta, acrilico, smalto, chine, vinilici e oli).