Marco Demis – Utopia

Informazioni Evento

Luogo
SARACENO ART GALLERY
Via di Monserrato 40 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al venerdì 11.30 | 19.30

Sabato 11.00 - 13.00 | 15.00 - 19.00

Vernissage
08/10/2025

ore 18

Artisti
Marco Demis
Generi
arte contemporanea, personale

Le donne di Marco Demis sono sradicate da ogni contesto riconoscibile (siano esse ninfe o bambine con l’aspetto di bambole), immerse in paesaggi silenziosi, ambienti astratti, non luoghi, al di fuori del tempo e dello spazio, dove la narrazione si interrompe e lascia il posto all’attesa, all’interrogazione, alla possibilità.

Comunicato stampa

Saraceno Art Gallery è lieta di inaugurare mercoledì 8 ottobre 2025, alle ore 18, in via di Monserrato 40 (Roma), ‘Utopia’ la mostra personale dell’artista Marco Demis (Milano,1982).

La parola "utopia", derivante dalla combinazione di ‘ou’ (non) e ‘topos’ (luogo) significa letteralmente "non luogo" e un non luogo diventa lo spazio espositivo che dedica all’artista un’antologica che testimonia la sua coerenza, nel corso degli anni, nella costruzione e rappresentazione di una geografia interiore dove figure femminili campeggiano al centro delle opere, non come oggetti del guardare, ma come presenze autonome, enigmatiche, simboliche.

Le donne di Marco Demis sono sradicate da ogni contesto riconoscibile (siano esse ninfe o bambine con l’aspetto di bambole), immerse in paesaggi silenziosi, ambienti astratti, non luoghi, al di fuori del tempo e dello spazio, dove la narrazione si interrompe e lascia il posto all’attesa, all’interrogazione, alla possibilità.

Le tele vibrano di una pittura che non cerca il realismo (pur essendo le figure connotate, quasi racchiuse, da tratti decisi) ma una verità emotiva. Il colore che vira tra il grigio e l’azzurro si fa materia psichica e i soggetti femminili, frontali, solitari, nudi, talvolta solenni, sembrano custodire un sapere non detto, un’intimità silenziosa che sfida lo sguardo dello spettatore.

In questa utopia al femminile il corpo non è mai ridotto a simbolo univoco, ma è attraversato da tensioni: forza e fragilità, presenza e assenza, identità e archetipo che ripropongono, a volte con solennità a volte con innocenza infantile, l’immutabilità della ripetizione. Non c’è narrazione lineare, ma un’eco che si propaga da tela a tela, come un sogno che non si lascia afferrare del tutto e che invita a ripensare lo spazio dell’immaginario.

L’artista non ci consegna una risposta, ma un campo di possibilità. In questi non luoghi sospesi la figura femminile non è decorazione, ma fondamento, non è il contorno del mondo, è il suo centro.

Nei primi lavori l’assenza di uno sfondo definito – quasi una sospensione nel vuoto – accentua la centralità del soggetto femminile. La figura è isolata, metafisica, astratta da ogni contesto per diventare archetipo, proiezione di un’idea più che rappresentazione di una identità. È in questa fase che l’artista sembra interrogarsi sull’essenza, depurando l’immagine da ogni elemento accessorio. Con il tempo il silenzio visivo di questi spazi si popola con l’introduzione di frammenti architettonici e di elementi che rimandano alla vita quotidiana che da un lato sembrano suggerire una idea di luogo, di appartenenza, di costruzione, dall’altro diventano essi stessi linguaggio simbolico, richiamo a una dimensione utopica o interiore, fino a diventare presenze accessorie anche per la scelta dimensionale. Nelle opere più recenti la figura femminile sembra porsi in dialogo con un ambiente che respira, che accoglie, che si trasforma: non più sola, ma parte di un tutto, di un ciclo vitale che supera la condizione individuale.

Il colore segue questa narrazione: una tavolozza dominata dai toni grigi, cinerei, polverosi che conferiscono alle opere un’atmosfera sospesa, malinconica quasi post apocalittica. Eppure è proprio in questa scala cromatica minima che si rivela la forza espressiva dell’artista: nei passaggi sottili tra chiaro e scuro, nella densità delle ombre, nella rarefazione della luce.

Utopia non è quindi un luogo perfetto ma uno stato dell’anima, un punto di arrivo e di partenza al tempo stesso, è la tensione costante verso qualcosa che si intravede, che si desidera, e l’artista con la reiterazione dei suoi soggetti e delle atmosfere rarefatte, ci ricorda che ‘del resto noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita’

Biografia Marco Demis
Marco Demis (Milano, 1982) ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2002 e nel 2007 ha conseguito la laurea in architettura al Politecnico di Milano. Il suo lavoro è stato presentato in spazi pubblici e gallerie private in Italia e all’estero, musei e fondazioni quali: Museo di Lissone, Triennale di Milano, Palazzo delle esposizioni - Roma, Fondazione Stelline - Milano, Museo Civico Palazzo Volpi - Como, Museo del tesoro di San Gennaro - Napoli, Museo storico di Lecce. Ha realizzato 15 mostre personali in Italia e all’estero e 2 monografie (“Altari”, “Saro’ grata ai re”). E’ stato finalista al premio Lissone, premio Italian Factory, premio Suzzara, premio Parati, premio Celeste. Vive e lavora a Ponte Nova (Bolzano).