Manuel Felisi – 1:1

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CARLO BILOTTI - ARANCIERA DI VILLA BORGHESE
Viale Fiorello La Guardia - 00197 , Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
16/02/2024

su invito

Editori
GANGEMI EDITORE
Artisti
Manuel Felisi
Curatori
Gabriele Simongini
Generi
arte contemporanea, personale
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Un progetto dell’artista per il Museo Carlo Bilotti dedicato al mondo animale: un bestiario raffigurato su grandi tavole di legno posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico più antico d’Italia.

Comunicato stampa

Apre al pubblico dal 17 febbraio sino al 21 aprile 2024 Manuel Felisi. 1:1, mostra
dell’artista Manuel Felisi, curata da Gabriele Simongini e allestita negli spazi del
Museo Carlo Bilotti, nel cuore di Villa Borghese. L’esposizione è promossa da
Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali, prodotta e organizzata dalla Galleria Russo con il sostegno del Gruppo
Banca del Fucino, in collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma e in
media partnership con National Geographic Italia. Il Museo Carlo Bilotti è la sede
ideale per ospitare il progetto dell’artista dedicato al mondo animale: un bestiario
raffigurato su grandi tavole di legno posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino
zoologico più antico d’Italia. La collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma
inoltre consentirà di osservare dal vivo alcuni degli animali ritratti dall’artista e protetti
al suo interno per rendere possibile un ulteriore approfondimento sulla natura delle
specie.

1:1 come suggerisce il titolo vede in esposizione 80 opere a grandezza
naturale, realizzate con la tecnica di pittura ibrida - cifra stilistica di Felisi - che da
sempre pratica un’arte di commistione tra tecniche e linguaggi, modi della tradizione
e innovazione tecnologica, trovando nella versatilità la chiave della sua ricerca.
“Felisi/Noè - scrive il curatore Gabriele Simongini - porta nella grande Arca
della pittura l’immagine/memoria di animali la cui esistenza è spesso minacciata
dalla nostra folle e pervasiva aggressione ambientale. Sospesi fra apparizione e
scomparsa, non di rado trasformati in presenze fantasmatiche, gli animali ci fissano
quasi increduli, stagliandosi in scala reale su sfondi che sembrano evocare anche la
raffinatezza dell’Art Déco e comunque un tempo che già appartiene alla dimensione
del ricordo.”
Infatti, se nelle opere dell’artista l’iconografia centrale sono le forme arboree e
floreali, simboli di vita che inneggiano alla forza della natura, nella mostra 1:1 Felisi
si cimenta per la prima volta nella rappresentazione del regno animale, che vede
insieme a opere bidimensionali, alcuni lavori sottratti alla staticità attraverso
animazione digitale ottenuta con interventi di digital art.
“Sulle ampie superfici di legno - afferma l’artista - i rulli e le garze, le resine e
le campiture irregolari che caratterizzano la mia pittura hanno trovato il terreno fertile
per creare un mondo fantastico dove immergere i miei animali.“
La mostra è nata nell’anima dell’artista nel corso del primo lockdown, nella
primavera del 2020. In un periodo drammatico come quello del Covid e di stasi
forzata, alcune foto di animali scattate da Felisi durante un viaggio in Senegal hanno
suggerito una riflessione sui pericoli che le specie animali stanno correndo a causa
del degrado del loro habitat naturale. Attraverso la mediazione dell’arte, Felisi crea
così l’idea di un giardino incantato che possa mettere al riparo gli animali da
qualsiasi insidia.
Il richiamo evidente è quello con l’Arca biblica. Ogni Arca è fatta di legno e quella
creata da Felisi non fa eccezione, motivo per cui per le opere in mostra utilizza
grandi tavole di legno. Non mancano i richiami al Contemporaneo. In particolare al
“Bestiario” realizzato da Andrea Pazienza, una raccolta di disegni, schizzi,
illustrazioni del noto fumettista dedicati al mondo animale e alle creazioni per
bambini ideate da Bruno Munari, in cui le forme degli animali giocano un ruolo
chiave.
National Geographic Italia collabora alla mostra organizzando venerdì 16
alle ore 18 un incontro tra Manuel Felisi e il pluripremiato Fotografo naturalista Bruno
D’Amicis, moderata dal curatore Gabriele Simongini. Il confronto tra i due porterà
Felisi alla realizzazione di un’opera inedita sulla base di una foto di D’Amicis
raffigurante un grande orso marsicano, con l’idea di sensibilizzare il pubblico alla
conservazione di questa specie a rischio anche attraverso lo specifico linguaggio
dell’artista.
Attualmente a Roma, presso l’Aeroporto di Fiumicino al Terminal 1, in
sintonia con la mostra allestita al Museo Bilotti, sono in esposizione due opere di
grande dimensione di Manuel Felisi dal titolo Vertigine posizionate una di fronte
all’altra: una serie di griglie composte da piccole tele vanno a scomporre e a
ricomporre fotografie di alberi, ritratti senza foglie e protesi verso il cielo in due
momenti diversi nell’arco della giornata, la mattina e la sera. Le opere testimoniano
l’intento dell’artista di portare l’attenzione - in un luogo di continuo passaggio - sul
mondo della natura e sulla preservazione dell’ambiente.
La mostra è accompagnata da un ampio catalogo pubblicato da Gangemi Editore.

Manuel Felisi. Milano 1976. Frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia delle Belle
Arti di Brera. Nella sua pratica artistica si muove tra diversi ambiti includendo nelle
sue opere pittura, fotografia e collage per creare installazioni nelle quali traduce e
racconta il tempo. Il fil rouge che lega la sua produzione è un argomento che
riguarda tutti noi, il nostro essere ed esserci, qui ed ora; il tempo con il suo passare
cambia le cose, le preserva e le fa dimenticare. Felisi utilizza la fotografia
per esprimere un tempo che immobilizza e misura luoghi, oggetti, persone e
sentimenti; l’istante dello scatto fotografico non è più una mera operazione
meccanica ma diventa il simbolo che lega le diverse tipologie di tempo descritte
nell’opera. I suoi lavori sono composti da strati di diversi materiali che seguono uno
stesso ordine scientifico, come un rituale che – dalla pittura alla stampa – non si
confonde mai con la meccanicità e la ripetitività, poiché sempre frutto del
coinvolgimento e del sentimento che guidano il suo fare artistico.