Luigi Presicce – Privata Vanitas

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA BIANCONI
Via Lecco 20, Milano, Italia
Date
Dal al

Lun – Ven. 10.30 – 13.00, 14.30 – 19.00
sabato su appuntamento

Vernissage
09/10/2013

ore 18

Contatti
Email: mb.press@galleriabianconi.com
Artisti
Luigi Presicce
Generi
arte contemporanea, personale
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Con Privata Vanitas Luigi Presicce torna, dopo sette anni, con una mostra personale in una galleria italiana. Il progetto, che presenta anche una serie di opere inedite, nasce intorno a una nuova performance, L’invenzione del busto, concepita per la Galleria Bianconi di Milano e svoltasi il 17 settembre 2013.

Comunicato stampa

Con Privata Vanitas Luigi Presicce torna, dopo sette anni, con una mostra personale in una galleria italiana. Il progetto, che presenta anche una serie di opere inedite, nasce intorno a una nuova performance, L’invenzione del busto, concepita per la Galleria Bianconi di Milano e svoltasi il 17 settembre 2013.
La mostra, che inaugura il 9 ottobre alla Galleria Bianconi, intende condurre il pubblico nell’attività e nel metodo di Luigi Presicce attraverso un percorso suddiviso in tre sezioni, accompagnato da una pubblicazione dell’artista, edita da a+mbookstore edizioni, con testi di Andrew Berardini e Caroline Corbetta.
Privata Vanitas apre un accesso sull’universo dell’artista entrando nella dimensione individuale del suo lavoro da due diverse prospettive: quella del rapporto con lo spettatore e quella del suo spazio apparentemente più inaccessibile, il suo studio/wunderkammer.

Nodo centrale dell’esposizione, al piano terra della galleria, è una selezione di stampe fotografiche di grande formato, opere recenti, in parte inedite, che riassumono il lavoro performativo di Luigi Presicce.
Queste opere sono legate ad alcune delle performance più significative realizzate tra il 2010 e il 2012. La selezione, più che un criterio cronologico, segue la necessità di comporre un’immagine il più possibile completa dell’opera di Presicce, che nell’atto performativo è altrimenti limitata dal privato coinvolgimento imposto tassativamente al pubblico. La decisione radicale dell’artista è infatti di ammettere due persone in tutto, preferibilmente bambini. Solo quando il committente dell’opera lo richieda, è ammesso un pubblico più ampio, nella modalità di uno spettatore per volta, accompagnato.
Di fronte a questa natura effimera, la scelta di Presicce è quella di fermare i suoi tableaux vivants tramite un solo video o un solo scatto fotografico.
Tra le opere in mostra, La dottrina unica (2011), realizzata presso la Cava Henraux nel Parco delle Alpi Apuane per due soli spettatori, La custodia del sangue nella giostra dei tori (2012), performance per un solo spettatore alla volta all’interno della Chiesa di Santa Maria Donnaregina per il MADRE di Napoli, Atto unico sulla morte in cinque compianti (2012), omaggio al decennale della scomparsa di Carmelo Bene nella Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, destinato in questo caso a un pubblico più ampio, ma rinchiuso in uno spazio limitato della navata.

In una diversa sala dello spazio espositivo, il pubblico ha l’occasione di entrare nello studio/wunderkammer dell’artista. Strumenti sacri di culture e religioni diverse, maschere e costumi tradizionali, immagini votive e statuette convivono, quasi senza possibilità di distinzione, con opere pittoriche e scultoree dell’artista e di altri autori. Fanno parte di questa “estensione” dello studio di Presicce presentata alla Galleria Bianconi anche gli strumenti di scena prodotti per la sua attività performativa, oggetti spesso realizzati, nonostante il loro brevissimo utilizzo, con materiali nobili come bronzo, marmo o legno intagliato e dorato a foglia. Lo studio di Presicce, ben lontano da un luogo asettico di lavoro, è una sorta di “gabinetto delle meraviglie”, non è un laboratorio, ma uno spazio di raccolta e accumulazione che cresce da tredici anni, talmente denso da impedire fisicamente all’artista di utilizzarlo per la produzione del suo lavoro. “Avere un luogo come quello è come poter avere le chiavi di un’altra testa che rimane ferma a custodire i pensieri mentre quella principale si muove e cerca continuamente.” dice lo stesso Presicce nella conversazione con Caroline Corbetta contenuta nella pubblicazione che accompagna la mostra, in cui la curatrice guida l’artista in un racconto del suo percorso artistico dalle origini a oggi, della sua visione dell’arte e del suo rapporto con il pubblico.

Il piano interrato della galleria ospita il nuovo video derivato dalla performance L’invenzione del busto, realizzata nello stesso spazio, il 17 settembre 2013, per uno spettatore alla volta.
La performance lega, attraverso il tema dell’”invenzione”, intesa nel suo significato di scoperta, due episodi: quello biblico e pittorico dell’”invenzione” del Sacro Legno da parte di Sant'Elena e quello del ritrovamento del busto di Napoleone nei sotterranei di un palazzo parigino da parte del sensitivo torinese Gustavo Rol (1903-1994). Questo nuovo progetto si inserisce all’interno del ciclo Le storie della Vera Croce, che compongono un'unica monumentale opera ispirata alle vicende del Sacro Legno e che si affiancano a due tra i più importanti cicli pittorici dell'arte italiana del '300 e del '400, quello di Agnolo Gaddi (1350-1396) in Santa Croce a Firenze e quello di Piero della Francesca (1416-1492) in San Francesco ad Arezzo.
“Questo antico ramo della caduta dell'uomo ciclicamente si perde nella storia e poi viene ritrovato. Si ritrova nel bastone di Mosè e nella cetra di Nerone. Nei rami degli uomini di paglia bruciati e nella corona dell'albero della cuccagna. Nell'albero maestro di Colombo e nel paletto di Van Helsing. Nelle perle da preghiera del Buddha e nella pipa di Rasputin. Nello scettro di Napoleone e nel fucile di Garibaldi. Nel flauto del fachiro e nella scatola che uccise l'immortale Houdini. Nella tavola di Charles Ray, nei reliquiari di Joseph Comell e nelle performance di Luigi Presicce.” (Andrew Berardini).

Luigi Presicce
Nato a Porto Cesareo (Lecce) nel 1976, vive e lavora a Milano e Porto Cesareo. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Lecce, ma il suo lavoro è stato decisamente influenzato dai suoi studi indipendenti. Nel 2007 ha partecipato al Corso Superiore di Arti Visive (CSAV) presso la Fondazione Antonio Ratti di Como con l'artista americana Joan Jonas. Nel 2008, nell’ambito di Artist in Residence, ha partecipato al workshop in Viafarini a Milano con l'artista americano Kim Jones. A Milano, nel 2008 ha fondato (con Luca Francesconi e Valentina Suma) Brownmagazine e in seguito Brown Project Space, per il quale cura la programmazione. Nel 2011 con Giusy Checola e Salvatore Baldi ha fondato a Lecce "Archiviazioni" (esercizi di indagine e discussione sul sud contemporaneo). Nel 2012 ha preso parte a Artists in Residence al MACRO, Roma. Con Luigi Negro, Emilio Fantin, Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti è coinvolto nel progetto Lu Cafausu, con il quale è stato invitato da AND AND AND a dOCUMENTA13, Kassel.
Ha realizzato performance presso la Fondazione Claudio Buziol, Venezia (2010), Thessaloniki Performance Festival, Biennale 3, Grecia (2011), Reims Festival Scènes d'Europe, Frac Champagne-Ardenne, Francia (2011), Màntica festival, Cesena (2011), MADRE, Napoli (2012), We Folk - Drodesera Festival, Centrale Fies, Dro (2012), 20 Jahre Werkraum Warteck PP Festival, Basilea (2013).
Ha vinto l’Epson Art Prize, Fondazione Antonio Ratti, Como (2007), Premio Talenti Emergenti, CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze (2011), Long Play, MAGA, Gallarate (2012).