Luciano Fabro – Disegno In-Opera
Questa esposizione rappresenta un’occasione inedita per scoprire un aspetto poco noto del lavoro di un artista fondamentale per la storia dell’arte e della cultura a cavallo tra fine Novecento e inizio millennio.
Comunicato stampa
Dal 15 febbraio al 4 maggio 2014 il CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno ospita la mostra Luciano Fabro. Disegno In-Opera, che intende restituire la varietà della produzione di disegni del grande artista torinese. Realizzata in collaborazione con la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dove la mostra è stata aperta da ottobre 2013 allo scorso 6 gennaio, l’esposizione accoglie per la prima volta in Italia un ricco nucleo di disegni dell’artista, tra i massimi esponenti del movimento Arte Povera: lavori che godono di un’autonomia e di un grado di liberta! particolari anche rispetto la stessa disciplina e che si confermano parte integrante e irrinunciabile del corpus dell’opera di Fabro.
Italo Tomassoni, curatore dello straordinario spazio nel cuore della cittadina umbra, così scrive nel catalogo della mostra: "Abitare lo spazio e smaterializzare la scultura; liberarsi dall'"ingombro dell'oggetto" e dalla "vanità dell'ideologia"; lavorare sulla trasparenza, sul neutro, proprio per togliere neutralità allo spazio; questi sono gli obiettivi sui quali Fabro si concentra....Alleggerita l'idea plastica dal peso della materia e dalla concentrazione delle forze che rallentano la circolazione, Fabro pensa alla scultura senza ignorare il disegno facendo i conti con le funzioni portanti della luce e del neutro".
Il percorso espositivo accoglie oltre 100 disegni che, come suggerisce il titolo della mostra, presentano tipologie e funzioni differenti: essi, infatti, non sono strettamente “progettuali, ovvero preliminari alla realizzazione di opere, bensì disegni intesi come pratica alla base del processo creativo che conduce alla genesi di un’idea o come mezzo per trasmettere messaggi; disegni in cui e! esplicito il riferimento alla scultura e disegni come campo di indagine e di sperimentazione. E ancora disegni come forme - aperture, buchi e fori - grazie alle quali Fabro indaga e attraversa lo spazio aperto da Lucio Fontana, che in quegli anni era punto di riferimento per gran parte dei giovani artisti.
Lavori realizzati in più di quarant’anni che presentano segni autonomi, esercizi di segni che Fabro realizzava e regalava ad amici e parenti. E infatti e! proprio la generosità di Fabro a fornire una delle chiavi di lettura dei disegni in mostra, che in alcuni casi appartengono a privati che li hanno ricevuti in dono dall’artista - come Cantare cantando (1994) e Concetto Spaziale (Descrizione) (1967), che riporta sul retro “buon ‘68. Luciano”: un dono augurale per l’anno nuovo. Sono opere che parlano di rapporti umani, di amicizia, di etica, di noi e dell’altro, perché - come afferma Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra - ‘in Fabro anche il privato appartiene alla sfera pubblica’.
Disegnare e!, per Fabro, un termine che spazia dalla parola all’immagine, al pensiero; e! l’iconografia e il percorso che egli traccia sempre nel suo operare. Molti dei disegni in mostra sono eseguiti su supporti eterogenei (dai cartoncini delle schede di catalogazione utilizzate in biblioteca ai fogli di carta millimetrata; dalla carta Fabriano alla carta paglia) e realizzati con tecniche e materiali diversi: disegni di solo testo, a sfondo etico, con frasi riportate in poesia accompagnate da una dedica o da poesie- filastrocca; disegni- collage come Autoritratto (1967), realizzato su carta caratterizzata da una fitta griglia al cui centro Fabro ha incollato una piccolissima foto del suo volto. Un viso per tre quarti in luce e per un quarto in ombra che ci guarda, un volto il cui occhio sinistro ci scruta, un’iconografia interrogante.
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Questa esposizione rappresenta dunque un’occasione inedita per scoprire un aspetto poco noto del lavoro di un artista fondamentale per la storia dell’arte e della cultura a cavallo tra fine Novecento e inizio millennio.
La mostra resterà aperta sino al 4 maggio 2014.
Note biografiche
Artista e teorico, Luciano Fabro e! uno dei massimi esponenti del movimento Arte Povera ed e! presente sulla scena artistica internazionale dall’inizio degli anni Sessanta. Nato a Torino nel 1936, dopo aver completato i suoi studi classici in Friuli Venezia Giulia si trasferisce nel 1959 a Milano, dove conosce e frequenta, tra gli altri, Piero Manzoni ed Enrico Castellani e si interessa alla ricerca condotta da Lucio Fontana sullo spazio al di la! della tela.
Tiene la sua prima personale nel 1965 alla Galleria Vismara di Milano. Dal 1967 al 1969 prende parte al movimento Arte Povera, termine coniato da Germano Celant nel 1967 in relazione a un gruppo di artisti che condividevano un comune linguaggio, sebbene eterogeneo, in cui viene abolita ogni gerarchia espressiva e materica, e in cui la relazione con le situazioni sociali e culturali, nonché ambientali e contestuali, e! di basilare importanza. Nel 1968 inizia a realizzare le Italie, una serie di lavori che l’artista porterà avanti per tutta la sua lunga carriera e che di volta in volta ripropongono la sagoma geografica dell’Italia eseguita con materiali diversi e collocata in allestimenti differenti. Tra le sue principali mostre personali ricordiamo quella al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1980), al Castello di Rivoli (1989), alla Fundacio" Joan Miro! di Barcellona (1990), al Museum of Modern Art di San Francisco (1992), al Centre Georges Pompidou di Parigi (1996) e alla Tate Gallery di Londra (1997). Espone più volte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel.
Muore il 22 giugno 2007 a Milano. A pochi mesi dalla scomparsa dell’artista, il MADRE di Napoli gli dedica una personale.