Lorenzo Marini – Worldtype 2023

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO GARIBALDI 95
corso Garibaldi 95, Milano, Italia
Date
Dal al

18 – 30 aprile | dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00

Vernissage
17/04/2023

ore 19

Artisti
Lorenzo Marini
Uffici stampa
MARIA GRAZIA VERNUCCIO
Generi
arte contemporanea
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Da una poltrona che si trasforma in opera d’arte, a un mondo coperto da una pioggia di lettere. Queste le opere simbolo di Worldtype 2023.

Comunicato stampa

Da una poltrona che si trasforma in opera d’arte, a un mondo coperto da una pioggia di lettere. Queste le opere simbolo di Worldtype 2023, la mostra di Lorenzo Marini in programma dal 18 al 30 aprile presso lo Spazio Garibaldi 95, a Milano dove ha sede l’headquarters di Roseto, società specializzata nell’immobiliare di lusso e nelle locazioni di grande prestigio. L’azienda milanese, in occasione del “Fuorisalone 2023” inaugura uno spazio espositivo per l’arte visiva con la personale di Marini. Curatore è Milo Goj, professore di fenomenologia dell’immagine – Semiotica visiva, presso l’Accademia di belle arti Acme. All’evento ha contribuito anche Federico Bianchi, capo dipartimento arte moderna e contemporanea della casa d’aste Art-Rite.

La personale di Lorenzo Marini ha un pizzico di sapore di “mostra antologica”. Nel percorso espositivo, infatti, presenti due Advisual del 2014, due quadri del primo periodo del Maestro. Attraverso un processo semiotico di passaggio dal figurativo al plastico, Marini è partito idealmente da due annunci pubblicitari, cui ha tolto scritte e immagini, trasformandole in pure linee, composizioni e colori.

Punto di arrivo e al tempo stessa di partenza della mostra è l’installazione Worldtype, che dà il nome alla personale. Si tratta di un mappamondo in plexiglass, 60x70 cm, ricoperto da type. Il messaggio? Nel mondo esistono più di otto mila lingue parlate, ma il linguaggio visivo è unico. Il sistema di segni creati all’uomo diventa il globo terrestre, dove mittente e destinatario si fondono in un’unica funzione.

Le altre opere, quadri e installazioni, mostrano invece l’evoluzione della Type Art, il Movimento fondato dall’artista nel 2016 e teorizzato con il “Manifesto per la Liberazione delle lettere”. Che non sono più incatenate tra loro per dare vita a delle parole, ma vivono di vita propria e possono essere il soggetto di un’opera d’arte. Per dirlo con il linguaggio della semiotica, si tratta di fonemi, di tratti distintivi primari svincolati dall’obbligo di creare espressioni formanti.

Tra le installazioni, in anteprima assoluta, Marini presenta “XIV armchair”, un autentico trono, ricoperto da una nevicata di lettere, che ricorda quelli regal-barocchi di Louis 14, ma che al tempo stesso è un omaggio alla mitica poltrona Proust di Alessandro Mendini, di cui ricorre il 35esimo anniversario. Il pensiero sottostante è creare un’opera d’arte visiva, che può anche essere goduta con il corpo. Insomma, non una sinestesia, ma un’opera che può realmente essere goduta attraverso due sensi differenti.