Lorenzo Castore – Insight

La mostra pensata per BAG – Bocconi Art Gallery è un viaggio nel mondo di Lorenzo Castore (Firenze 1973), una selezione di 20 lavori che bene illustrano l’approccio trasversale alla fotografia di Lorenzo: formati diversi, immagini che giocano con i corpi, il movimento, la luce, presenze e assenze.
Comunicato stampa
La mostra pensata per BAG – Bocconi Art Gallery è un viaggio nel mondo di Lorenzo Castore (Firenze 1973), una selezione di 20 lavori che bene illustrano l’approccio trasversale alla fotografia di Lorenzo: formati diversi, immagini che giocano con i corpi, il movimento, la luce, presenze e assenze.
Si coglie nel lavoro di Lorenzo Castore un'urgenza, un bisogno di arrivare alle cose prima che scompaiano, una necessità di avvicinarsi il più possibile a coloro che fotografa, in un rapporto al contempo intimo e sfuggente. Lorenzo Castore vive la fotografia visceralmente, senza voler imporre parole o pensieri predefiniti sul suo lavoro.
Tra l'intimo e l'universale, fotografa in una tensione permanente tra il reale e l'immaginario, il terreno e lo spirituale, la tenerezza e una certa animalità. Riassume tutto a modo suo in un'intervista con Caroline Benichou, che ha curato insieme all’artista la selezione dell’omonima monografia (Ed. Lamaindonne, 2024): «Questo ha molto a che fare con una sete di vivere legata a un'irresistibile attrazione per il mistero. La fotografia è il mezzo che mi permette di essere il più visceralmente nel presente alla ricerca di qualcosa di segreto, di cui non so parlare e che so ancora meno spiegare. L'energia che si sprigiona dalla mia pratica fotografica mi interessa. È molto fisica e impulsiva, ma tende a qualcosa di immateriale e trascendente, in relazione con l'esperienza del reale.»
I polittici, in particolare, “parlano di spazi fisici interiori e dell’universo emotivo a cui si riferiscono. Case che non esistono più (…) che ho conosciuto per varie ragioni: sono state vissute e poi abbandonate, sono case che ho frequentato o solo visitato, case di amici, familiari o sconosciuti. Tutte parlano di qualcosa che ho cercato in anni di girovagare, di un senso di appartenenza alla nostra parte di mondo. Ogni casa rappresenta il complesso mondo interiore di chi l'ha abitata certamente legato alla mia esperienza ma anche ad una più vasta, collettiva. Parlano di un passaggio, di intimità e di un territorio comune; sono mappe di un atlante domestico occidentale. Il modo in cui questo lavoro è strutturato è estremamente personale: scaturisce dalle coincidenze, dall'identificazione e dall'immaginazione e crea corrispondenze che sono arbitrarie e strutturate allo stesso tempo”. (Lorenzo Castore)
Lorenzo Castore nasce a Firenze nel 1973.
«Dopo un'infanzia movimentata, segnata da continui cambiamenti di casa e contesto, e un'adolescenza guidata dal bisogno ossessivo di trovare la mia strada, un giorno, all'inizio degli anni '90, mi sono imbattuto nella fotografia: come viaggio nel mondo esterno e interiore, si adattava perfettamente alla mia natura. Da allora ho lavorato con passione, instancabilmente e con dedizione, continuando a cercare una tensione emotiva che porti un senso di meraviglia. Nel 2011 un evento drammatico ha cambiato la mia vita e il mio rapporto con il tempo. Da quel momento in poi, ho iniziato a guardare quello che stavo facendo con occhi nuovi e determinazione. Una mappa immaginaria di appartenenza stava finalmente prendendo forma. Il passare del tempo forma un nuovo alfabeto, un nuovo linguaggio, e stimola una rivelazione: la memoria emerge, l'esperienza si trasforma in qualcosa di molto più ampio. Attraverso la fotografia cerco di lasciare tracce di una presenza fatta di incontri e momenti nel presente, attraverso i quali cerco di costruire un senso di appartenenza senza tempo — la mia realtà. La mia intenzione è di strutturare la mia costellazione, che dovrebbe parlare del mio rapporto con gli altri tanto quanto di me stesso. I lavori nati da incontri casuali al di fuori della mia vita quotidiana si alternano e si mescolano con quelli più strettamente autobiografici: questi ultimi non potrebbero esistere senza i primi.
In definitiva, il mio lavoro è caratterizzato da progetti a lungo termine incentrati sull'esperienza personale, la memoria e il rapporto tra le storie individuali, la storia e il tempo presente..» (L.C.)