Linguistici Corpi # 2
L’identità è formulata a strati, “passando attraverso” ogni concrezione fisica: ciò che percepiamo è il risultato di continui accessi a fasi superiori.
Comunicato stampa
Direzione artistica di Pintapiuma in collaborazione con Emanuela Ruggieri, curatela di Ivan Fassio
Linguistici Corpi con Paola Bisio, Davide Bonaiti, Jean-Paul Charles, Giovanna Cavallo, Walter Di Giusto, Mirko Figoli, Agnese Gem TS, Gruppo Costarocosa (Roberta Toscano e Armando Riva), Tiziana Inversi, Bartolomeo Migliore, Yoshie Nishikawa, Riccarda Montenero, Bruno Repetto, Carla Sanguineti, Tyrome Tripoli, Max Valle, Ferruccio Villetti
Anatomia:
"dissezione"; ανά = "attraverso", τέμνω = "tagliare"
Un esemplare unico esercita la propria ragion d’essere, innanzitutto, dalla stessa codificata valenza dell’aspetto esteriore. L’apparenza si rispecchia nell’esperienza e la plasma: caratteristiche impossibili, introvabili o irripetibili diventano i campioni da cui modellare intere mitologie. A partire da questa base di immediata analisi comunitaria, la leggenda è creata: l’inventario cresce e si alimenta, il simbolo si fortifica ed opacizza. Nella catena dei secoli, il catalogo delle immagini e dei rispettivi significati si moltiplica.
L’unicorno, nel Medioevo, era il correlativo della castità e della purezza: nel proprio tratto distintivo, custodiva un antidoto al veleno. Considerato sfuggente e misterioso, rarissimo, ne troviamo prima menzione nel 1295, all’interno dell’inventario del tesoro papale di Bonifacio VIII. Quattro corni, lunghi e contorti, appartenuti ad altrettanti animali della stessa specie, servivano al pontefice per l’assaggio delle pietanze che gli venivano presentate. L’illusione costruisce la propria culturale anatomia: etimologicamente, un tramite, un taglio, un passaggio attraverso le categorie di fede, scienza, magia, araldica, letteratura, arte…
La perfezione è categoria umana: ogni produzione di immaginario collettivo avanza verso la riproposizione di simmetricità, moduli ricorrenti, geometrie assimilate. L'esattezza fisica viene smentita, nel momento stesso in cui si completa, non soltanto dalla forma incredibile della creazione, ma dalla stessa inammissibilità dell'esistenza reale. Il prodotto finale, tuttavia, è scientificamente plausibile, addirittura rassicurante nella propria pienezza. Mimesi di ogni analisi razionale, chimica, chirurgica: il corpo si esplora, si conosce e si cura attraverso tentativi di deduzione e induzione, sensazioni e presentimenti perpetrati all'interno di un dominio di continua indeterminazione...
Il pulsante nucleo dell'esistenza universale irradia il vigore calorifero dell'essenza da profondità appena concepibili fino alla superficie della pelle. Struttura e forma coincidono in noi, applicandosi come discipline alla carne, media di comunicazione dell'infinitesimale intenzione generativa.
L'identità è formulata a strati, “passando attraverso” ogni concrezione fisica: ciò che percepiamo è il risultato di continui accessi a fasi superiori.
La pratica e la fruizione estetiche sono elaborate nel recupero del loro spirito originario: l'arte intesa come testimonianza oggettivata, nella completa e tautologica aderenza al proprio linguaggio espressivo, può prospettare orizzonti di indagine in ambito analitico e terapeutico. Come simulazione sensoriale, linguistica e catartica della vita, la creatività percorre un cammino evolutivo, secondo dinamiche processuali e trasformative, affondando le proprie radici nelle illuminazioni aurorali, nelle innovazioni e nelle prese di coscienza che sorreggono sperimentazioni tanto artistiche quanto biologiche.
Ivan Fassio