Leggiadro Barocco

Informazioni Evento

Luogo
COLLEZIONI COMUNALI D'ARTE
Piazza Maggiore 6 , Bologna, Italia
Date
Dal al
Vernissage
01/04/2023

ore 17,30

Curatori
Antonella Mampieri, Angelo Mazza
Generi
arte antica
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L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone-

Comunicato stampa

A partire dal dipinto di soggetto storico Clemente VIII restituisce agli Anziani di Bologna le chiavi della città conservato nella raccolta permanente, le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna dedicano una mostra dossier al pittore Giuseppe Marchesi (Bologna, 1699-1771), per riscoprire una figura artistica di primo piano che operò sul versante classicista della scuola bolognese del Settecento.

Il progetto espositivo, a cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza, si intitola Leggiadro Barocco. L'attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone e sarà aperta al pubblico dal 1 aprile al 2 settembre 2023, con inaugurazione venerdì 31 marzo alle ore 17.30.
La conferenza stampa si svolgerà giovedì 30 marzo alle ore 11.00 presso la Cappella Farnese a Palazzo d'Accursio, in Piazza Maggiore 6 a Bologna. Al termine della presentazione seguirà una visita alla mostra allestita nella Sala Urbana del museo.

Nella cosmopolita Bologna del Settecento, la scena artistica si presentava quanto mai vivace. Tra i pittori si distinse Giuseppe Marchesi, di temperamento irrequieto e di corporatura imponente, alla quale dovette il soprannome di Sansone. Allievo di artisti importanti della generazione precedente, come Aureliano Milani e poi Marco Antonio Franceschini, egli continuò a dipingere nel solco della tradizione pittorica locale che trova nei Carracci e nei loro allievi - soprattutto Guido Reni, Francesco Albani e Domenico Zampieri detto il Domenichino - il modello imprescindibile; un orientamento stilistico sostenuto e promosso anche dalla principale istituzione di formazione artistica presente in città, l'Accademia Clementina, alla quale Marchesi appartenne ricoprendo svariati incarichi, didattici e di direzione.
La capacità di fondere colori caldi e forti muscolature, derivati dalla lezione dei Carracci, con la grazia del disegno, tipica della pittura di Franceschini, resero il Sansone un pittore apprezzato dal pubblico e dai colleghi. Prolifico e garbato, soprattutto nella fase giovanile (tra il terzo e il quarto decennio del XVIII secolo), la sua vivace vena narrativa diede risultati di estrema piacevolezza, che culminò negli affreschi della chiesa di Santa Maria di Galliera, a Bologna.

La mostra allestita nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d'Arte si incentra sul periodo più felice dell'artista, quello giovanile, elegante ed aggraziato. Attorno a due pendant inediti in collezione privata, Mosé e le figlie di Jethro e Salomone incensa gli idoli (1725 ca.), il cui successo è dimostrato dalla presenza di copie presso il Museo Diocesano di Imola, vengono esposte alcune opere di soggetto profano documentano al meglio lo stile giovanile dell'artista: le Quattro Stagioni provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e l'Ebbrezza di Noè, oggi in collezione privata. Completano l'esposizione un ritratto in miniatura di fanciulla, conservato presso il Museo Davia Bargellini, e due vivaci disegni, il Ratto delle Sabine e il Ratto di Elena dalle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, progetti preparatori per un grande dipinto da realizzare nella sala d’onore della casa poi appartenuta ai mercanti Buratti, promotori delle arti e di vari artisti bolognesi. Solo il secondo, datato 1725, venne eseguito dal pittore e apre la sua carriera documentata.
La figura di Giuseppe Marchesi fu dimenticata in seguito ai cambiamenti della storia del gusto che condannarono il Settecento come secolo superficiale e vuoto di contenuti. Solo a partire dagli anni settanta del secolo scorso lo storico dell’arte Renato Roli ne ha ricostruito brillantemente il catalogo.

L'esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione a cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza, con la collaborazione di Silvia Battistini, contenente la prefazione di Massimo Medica, un testo di Mirko Bonora e saggi di Antonella Mampieri e Angelo Mazza.