Lavori in corso in Galleria

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DORIA PAMPHILJ
Via Del Corso 305, Roma, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 10 alle 18.

Vernissage
16/03/2012

ore 18.30 solo su invito (Inaugurazione privata)

Contatti
Email: arti.rm@doriapamphilj.it
Catalogo
Catalogo: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
Biglietti

intero 10,50 euro; ridotto 7,50 euro.

Artisti
Guercino, Lorenzo Lotto, Tiziano, Guido Reni, Dosso Dossi, Benvenuto Tisi detto il Garofalo
Curatori
Francesca Capanna, Anna Maria Marcone, Francesca Romana Sinagra
Generi
documentaria, arte antica, collettiva
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Lavori in corso in Galleria è l’occasione per presentare al pubblico i risultati – spesso sorprendenti – dei restauri che hanno fornito straordinarie novità per la conoscenza dei dipinti Doria Pamphilj. La mostra, a cura di Francesca Capanna, Anna Maria Marcone e Francesca Romana Sinagra, propone infatti una selezione dei restauri più importanti tra quelli che l’IsCR ha curato dal 1997 ad oggi.

Comunicato stampa

La Società Arti Doria Pamphilj, presieduta dalla principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj, propone per la primavera 2012 nello storico palazzo di via del Corso una nuova mostra che è il risultato di una lunga e fertile collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
Lavori in corso in Galleria è l’occasione per presentare al pubblico i risultati – spesso sorprendenti – dei restauri che hanno fornito straordinarie novità per la conoscenza dei dipinti Doria Pamphilj. La mostra, a cura di Francesca Capanna, Anna Maria Marcone e Francesca Romana Sinagra, propone infatti una selezione dei restauri più importanti tra quelli che l’IsCR ha curato dal 1997 ad oggi. Nel corso di questi quindici anni la collezione romana si è avvalsa dei preziosi interventi dell’Istituto che hanno – ad esempio - permesso di riconoscere la mano di maestri come Dosso Dossi in tele note prima con attribuzioni tremolanti, ma anche di riportare alla luce lo splendore della tavolozza di Tiziano Vecellio in un capolavoro assoluto come la Salomè con la testa del Battista.
Tiziano Vecellio, Lorenzo Lotto, Guido Reni, Francesco Barbieri detto il Guercino, Dosso Dossi, Benvenuto Tisi detto il Garofalo sono solo alcuni dei nomi degli artisti rappresentati in questa straordinaria esposizione.
I restauri hanno svelato le logiche conservative ed espositive settecentesche, come la consuetudine di coprire con panneggi le immagini più licenziose o l’uso di disporre i dipinti in base a principi di simmetria e ordine geometrico. Ecco allora il petto florido della Giunone del pittore caravaggesco Orazio Riminaldi liberarsi da panneggi posticci, o la Santa Caterina di Garofalo cambiare forma e dimensioni.
Complessivamente, i dipinti interessati dagli interventi IsCR sono stati nel corso degli anni una sessantina, ma solo una selezione delle opere più significative viene presentata al pubblico con un approfondimento di testi e con immagini di confronto. Il visitatore potrà scoprire, passeggiando nelle sale del palazzo, gli altri dipinti, tutti contrassegnati da un indicatore, che sono stati oggetto di restauro e dei quali troverà schede esaustive nel catalogo della mostra (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato).
Le pitture che costituiscono il nucleo della mostra sono state selezionate e allestite seguendo un criterio che le divide in cinque gruppi corrispondenti ad altrettante problematiche e tematiche di restauro.
La prima sala accoglie il visitatore mostrando come il restauro sia stato uno strumento di conoscenza delle tecniche esecutive degli artisti. Raggruppando tre tele di Guercino, tre tavole di Parentino, pittore della scuola adriatica, vicino ai modi di Andrea Mantegna, e altre opere del Garofalo, l’esposizione illustra come la stessa tecnica e identiche vicende collezionistiche permettano di individuare problemi conservativi ricorrenti.
La seconda sezione della mostra è la più ampia e la più ricca di opere e illustra un caso molto interessante della storia del collezionismo settecentesco. Secondo la logica delle quadrerie antiche, infatti, l’allestimento della galleria Doria Pamphilj venne pensato in rispetto di principi di ordine e simmetria che hanno portato a interventi di ingrandimento o a tagli nelle tele e nelle tavole. Moltissimi di questi interventi sono stati rivelati dai restauri e possono oggi essere mostrati al pubblico. E’ il caso del Ritratto di gentiluomo che il restauro ha permesso di restituire al catalogo di Dosso Dossi e che è stato riportato alle sue dimensioni originali. Ancora più clamoroso è il restauro della tela, assegnata a Maarten de Vos, che era stata ripiegata dietro il telaio, nascondendo il Peccato originale e mostrando solo la Cacciata dal Paradiso terrestre. Adesso entrambi gli episodi sono tornati a condividere la scena, così come il pittore aveva voluto.
La terza sala ospita i dipinti che hanno subito interventi di moralizzazione, ovvero ridipinture destinate a censurare nudità e immagini ritenute oscene per la sensibilità del XVIII secolo. La rimozione dei panneggi è stata di volta in volta decisa in base alla storia materiale e alla documentazione a disposizione. Nel caso della splendida Lotta di putti di Guido Reni si è deciso di rimuovere i panneggi che svolazzavano intorno ai lombi dei protagonisti anche grazie al confronto con un’altra versione antica della tela dove le censure non erano presenti e che testimoniava quindi le intenzioni del maestro emiliano.
Nello stesso ambiente espositivo trovano posto anche alcune opere accomunate da un’interessante problematica di restauro: quella del cambio di supporto. Talvolta, come nel caso del Ritratto di donna del Beccaruzzi, o del Ritratto di giovane di Francesco Torbido, si riteneva infatti di dover consolidare la struttura delle tele con l’inserimento di materiali rigidi come legno o, addirittura, plexiglas.
Il percorso espositivo si conclude con una celebrazione dei primi quindici anni di collaborazione tra Arti Doria Pamphilj e l’IsCR presentando, tra gli altri, i restauri di due tele di Tiziano Vecellio: la Religione soccorsa dalla Spagna, opera tarda del maestro veneto restaurata nel 2002 (ma già passata sui cavalletti dell’Istituto nel 1956), e il capolavoro della sua giovinezza, la Salomè con la testa del Battista, ultimo restauro riconsegnato alla Galleria nell’estate del 2011. Per ricordare al visitatore che si tratta di Lavori in corso, sarà anche presentata un’opera in corso di restauro, il Paesaggio di Jan Joost Cossiau, in modo da mostrare l’aspetto operativo di un caso di restauro.