L’Albero della cuccagna – Maurizio Elettrico

Informazioni Evento

Luogo
CASTEL SANT'ELMO
Via Tito Angelini 20, Napoli, Italia
Date
Dal al

ore 8.30-19.30; martedì chiuso
Visite guidate sabato 17 e giovedì 22 ottobre ore 10.30;
OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE

Vernissage
10/10/2015
Contatti
Telefono: +39 081440438
Email: info@progettomuseo.com
Sito web: http://www.fondazionemorra.org
Biglietti

€ 5,00

Artisti
Maurizio Elettrico
Curatori
Achille Bonito Oliva
Generi
arte contemporanea
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Maurizio Elettrico presenta, a Castel Sant’Elmo, un’imponente scultura da titolo Cibum deorum, liberamente ispirata all’albero della cuccagna e ai suoi arcaici riferimenti ai riti di fertilità.

Comunicato stampa

L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte
A cura di Achille Bonito Oliva

Maurizio Elettrico
Cibum deorum

Castel Sant’Elmo, Napoli
(11 ottobre-11 novembre)

INAUGURAZIONE
Sabato 10 Ottobre 2015, ore 17

Nell’ambito del grande evento espositivo L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva, diffuso in tutta Italia con il coinvolgimento di oltre 30 artisti chiamati a realizzare opere ispirate al soggetto iconografico dell’albero della cuccagna, Maurizio Elettrico presenta, a Castel Sant’Elmo, un’imponente scultura da titolo Cibum deorum, liberamente ispirata all’albero della cuccagna e ai suoi arcaici riferimenti ai riti di fertilità.

L’ installazione prende ispirazione dalla saga fantasy Lo scoiattolo e il Graal, in corso di pubblicazione, redatta da Maurizio Elettrico e fonte di una complessa serie di produzioni multimediali. Cibum deorum è un’opera dedicata al cibo e alla sua intima dialettica tra la vita e il suo godimento, in particolare, cercherà di restituire gli splendori delle tavole imbandite già presenti ne Lo scoiattolo e il Graal e di rievocare l’atmosfera di alcune visionarie descrizioni gastronomiche.

L’architettura dell’opera si compone essenzialmente di un elemento femminile orizzontale, la grande tavola imbandita, e uno maschile verticale, l’albero della cuccagna vero e proprio, un pennone di circa sette metri di altezza, luoghi epifanici, dove si manifestano le presenze letterarie dell’immaginario dell’artista.

Gli oggetti che arrederanno questa scultura, realizzati in silicone e altri materiali, appariranno bizzarri e alieni, quasi che a mangiare su quella tavola non ci siano esseri umani ma dei o demoni. Un transumanesimo culinario che trova testimonianza nell’incredibile tavolata di compleanno del pontefice Paolo VIII - raccontata nel primo volume della saga Lo scoiattolo e il Graal - una creatura dai mille poteri soprannaturali e dagli infiniti appetiti:
‘La regale tavolata all’aperto consisteva in un velo d’acqua, un tapis roulant in cui i flutti purificati dello stesso Tevere scorrevano come quelli del più dolce ruscello, profumato con essenze di rose e iris. Su questa tovaglia di acqua corrente procedevano lentamente le ricche vivande. Ve ne erano per tutti i gusti: insalate di cervelli di scimmia con zenzero e petali di rosa, tuberi lessati di topinambur, monstera, ninfea, dalia, asfodelo, conditi con aceto di mele e foglie di nasturzio, una salamandra del Giappone lunga due metri cotta in un brodo di bacche di corniolo e aromatizzata con rametti di abrotano, pitoni marinati in latte di yak fermentato, pastelle fritte con polpa di femore di rana, avannotti di anguilla edulcorati con sciroppo d'acero, carni di mammiferi preistorici con salse di sorbe, uova di gabbiano bollite in tè d’ibisco.’

La manifestazione si svolge con il patrocinio di EXPO Milano 2015 e vede coinvolti il Polo museale della Campania insieme alla Fondazione Morra, con la Regione Campania.

L’installazione viene presentata in occasione della
XI edizione della Giornata del contemporaneo promossa da AMACI

CASTEL SANT’ELMO

Le prime notizie relative a Castel Sant'Elmo lo indicano, intorno al 1275, come una residenza fortificata angioina, denominata Belforte; fu successivamente Roberto d'Angiò nel 1329 a volere l'ampliamento del palatium e l'incarico fu affidato a Tino di Camaino, allora impegnato nella costruzione della vicina Certosa di San Martino. L'attuale configurazione con l'impianto stellare a sei punte si deve invece alla ricostruzione cinquecentesca, voluta, tra il 1537 e il 1547, da Don Pedro de Toledo durante il viceregno spagnolo. Il progetto fu realizzato dall'architetto militare spagnolo Pedro Luis Escrivà. Il primo castellano di Sant'Elmo fu don Pedro de Toledo, cugino del viceré, morto nel 1558, il cui monumento funerario è conservato nella sagrestia della chiesa, situata sulla Piazza d’Armi del Castello. Il castello è stato spesso utilizzato nel corso dei secoli successivi come carcere, vi furono rinchiusi Tommaso Campanella, accusato di eresia e più tardi i patrioti della rivoluzione napoletana del 1799 come Gennaro Serra, Mario Pagano e Luigia Sanfelice. Dopo essere stato presidio borbonico è stato carcere militare fino al 1952. Successivamente la fortezza è passata al Demanio militare fino al 1976, anno in cui ha avuto inizio un imponente intervento di restauro ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania. I lavori hanno reso possibile il recupero dell'originaria struttura, rendendo visibili gli antichi percorsi, i camminamenti di ronda e gli ambienti sotterranei, dove è stato realizzato un grande Auditorium. Nel 1982 il complesso monumentale è stato affidato in consegna alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli. Oggi il castello è sede degli uffici della Direzione del Polo museale della Campania .

Il Castello è stato sede negli ultimi trent'anni di numerose manifestazioni espositive di arte antica e contemporanea: Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Ritorno al Barocco, Battistello Caracciolo, Aeropittura, Fuori dall’ombra, Pino Pascali, Grande Opera Italiana, Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo, Castelli in aria, a cui vanno aggiunte le mostre dedicate alla fotografia e le manifestazioni sul fumetto. A Sant’Elmo si a svolge anche una intensa attività di rassegne musicali (classica, jazz, pop), di cinema e di teatro. E ciò che rende unico questo sito monumentale sono gli spalti, dai quali si ammira uno spettacolare panorama di tutto il territorio circostante, dalle isole al Vesuvio, dai Campi Flegrei ai monti del Matese.

Nel 2010, è stato allestito il Museo ‘Novecento a Napoli. Per un museo in progress’, con l’ intento di dare una visione il più possibile completa e rigorosa di quanto, nel corso di quasi un secolo, è accaduto nella cultura cittadina attenta alle grandi spinte di rinnovamento e al convulso succedersi di movimenti e poetiche caratteristico dell’arte dell’ultimo secolo. La collezione del museo è formata sia da opere di proprietà pubblica sia da donazioni degli artisti o degli eredi, e di prestiti a lungo termine ‘in comodato’ da parte di collezionisti, dimostrando la grande partecipazione con la quale la città ha creduto in questo progetto.

La presenza del Museo del Novecento ha consolidato la vocazione del Castello come centro di ricerca e sperimentazione: vi si svolgono incontri su temi e problematiche collegate alla cultura contemporanea e, dal 2011, è stato istituito il concorso internazionale per giovani artisti “Un’opera per il Castello” che premia il progetto artistico più meritevole e ne finanzia la realizzazione. Le opere site specific dei vincitori del Concorso, Daniela Di Maro, Rosy Rox, Gian Maria Tosatti, il collettivo Le Jardin, si inseriscono nella serie di installazione che artisti già affermati hanno realizzato per Castel Sant’Elmo, da Eugenio Giliberti a Giancarlo Neri, da Mimmo Paladino a Sergio Fermariello. Oggi il Castello è un punto di riferimento importante nella vita culturale della città e protagonista sulla scena contemporanea, non solo italiana, anche per l’attività di documentazione e produzione.