Labirinti del Tempo
Negli splendidi ambienti storici di Palazzo Durini, in esposizione tre progetti di tre artisti tra i più interessanti del panorama contemporaneo che si confrontano sulla loro interpretazione del concetto del Tempo.
Comunicato stampa
Il prossimo 23 gennaio verrà inaugurata presso la Galleria MA-EC la mostra Labirinti del Tempo.
Negli splendidi ambienti storici di Palazzo Durini, in esposizione tre progetti di tre artisti tra i più interessanti del panorama contemporaneo che si confrontano sulla loro interpretazione del concetto del Tempo.
Ad accogliere i visitatori nella prima sala, le sculture in gasbeton di Andrea Famà, Kronos/Aión.
Per Aion l’atto del compiersi non esiste, l’azione rimane lì, svuotata, pura, eterna. Il consacramento dell'opera d'arte sta nell'atto finale, nell'attimo in cui viene compiuta, ovvero nel momento in cui l’artista smette di muoversi nel tempo ordinario e fissa l’azione in un istante di immutabilità, in cui creatività e tecnica si fondono in un'unità e danno vita all’opera d’arte. Dunque se al mondo reale spetta, citando Gilles Deleuze, “il Kronos delle azioni dei corpi e della creazione delle qualità corporee” invece al mondo dell’arte spetta “l’Aion, il luogo degli eventi incorporei e degli attributi distinti dalle qualità; popolato da effetti che lo frequentano senza mai riempirlo”.
Il percorso espositivo continua con le opere di Maria Jole Serreli che presenta alcuni lavori inediti del progetto Ikigai. Scrive il critico Flaminia Fanari: “Accanto ai lavori appartenenti alle Stanze identitarie, i luoghi della memoria che infondono respiro vitale agli oggetti di famiglia, troviamo il nucleo originario di un imponente progetto materico-concettuale, in cui la riflessione sul profondo senso della vita inizia con la ricerca del proprio ikigai. Per Jole tale ricerca non si conclude nella multiforme esperienza artistica, ma l’arte rappresenta comunque il tramite privilegiato per raggiungerla perché ristabilisce l’equilibrio armonico del presente attraverso solidi legami col mondo circostante e col passato. Accogliendo nel proprio patrimonio culturale e cultuale alcuni principi fondanti delle filosofie dell’Asia orientale, l’artista crea nuovi legami che completano la sua visione naturalistica e intimista del mondo e aprono le sue Stanze alla natura.
Carichi di energie vitali come i gongshi cinesi, i frammenti di umanità vengono ricomposti ordinatamente nelle installazioni e assieme ai tessuti slavati di bianco e inchiostrati di nero invitano alla meditazione (yin) e all’azione (yang) per la realizzazione di un mondo equilibrato e armonico, in cui ognuno possa sentirsi simultaneamente “parte” e “tutto”. Formando idealmente la spazialità di un tempio universale, vivono in piena connessione gli uni con gli altri in un’atmosfera consacrata alla virtù contemplativa e ritrovano la propria ragion d’essere semplicemente nel respirare e nel dare respiro all’umanità intera al ritmo di un tempo finalmente naturale.”
L’itinerario artistico della mostra si conclude con le opere su carta e su tela di Agostino Tulumello, facenti parte del ciclo Tempo materico.
Scrive il critico Franco Spena: “Mettiamo per ipotesi un istante, una porzione di tempo fermato nel momento del suo farsi, un attimo prima del suo proporsi presenza possibile e, in questo spazio, allestire un teatro di segni e di gesti, impossibili allusioni dell’esistere. In questa temporalità interrotta, in questo spaccato, in questa tranche di assenza, il tempo scende su se stesso e traduce alla vista i suoi ritmi nascosti, i suoi gesti segreti, i proponimenti ritmici del suo disporsi nello spazio.
E ancora Spena “Il tempo che si riproduce su se stesso, che si cela e che si escute, che si fa mistero, che si avverte, si sente e non si spiega, che tuttavia è misura della nostra quotidianità, continua a scandire i ritmi del conoscere. Nei labirinti della mente il pensiero coniuga i modi e i ruoli dell’esistere e sintetizza per analogie il tempo, l’assenza, la memoria e l’infinito.”
All’inaugurazione saranno presenti gli artisti.
Andrea Famà nasce a Catania nel 1988. Nel 2012 si trasferisce a Torino per completare gli studi e per continuare la propria ricerca. Artista poliedrico, scrittore e scultore insieme, ama la natura e i suoi multipli, immortala gli istanti, concretizzandoli. Le sue sono visioni alchemiche figlie del tempo e del suo trascorrere lento, così lento fino a sciogliersi.
La passione per la natura spinge l'artista a custodirla a mummificarla e infine a ricrearla con materiali che sono figli del suo tempo: di cemento di gesso e di plastiche vibrano e risuonano le superfici che modella, in un gioco di frastagliamenti e increspature.
Maria Jole Serreli, Roma 1975, pittrice, scultrice e performer, attualmente vive e lavora in Sardegna. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Il progetto presentato in questa mostra registra un momento cruciale della sua esperienza artistica perché esprime una fase di transizione dal piano di coscienza personale a quello universale, un passaggio vissuto senza contraddizioni a garanzia del sentimento organico che ne ispira l’intera ideazione creativa. L’artista ci invita a entrare in silenzio nel suo giardino incantato, sospeso tra spazio e tempo.
Agostino Tulumello, nato a Montedoro nel 1959, ha vissuto a Liege, attualmente vive e lavora a Montedoro. Ha frequentato l’Istituto Statale d’arte “F. Juvara” di san Cataldo e l’Accademia Reale delle Belle Arti di Liege in Belgio. Dal 1985, anno delle sue prime esposizioni in Belgio, ha partecipato a numerose mostre sia personali sia collettive in Italia e all’estero, in gallerie e in sedi museali. Il concetto del Tempo ha interessato gran parte della sua ricerca artistica. Definisce se stesso con i versi Prigioniero/della griglia/ del tempo, schiavo /del dio/Kronos /legato/tra cielo e terra. Tempo chiuso, tempo ciclico degli astri tradotto dai nostri orologi, circolo vizioso degli eterni ritorni senza uscita. Le superfici dipinte dei suoi quadri posseggono una profondità che risucchia lo sguardo: sono rappresentazioni dell’oggetto tempo, oggetto in apparenza regolare ma in profondità caotico come un minerale.