La Trasparenza del Reale
L’evento espositivo “La trasparenza del reale”, propone come base della ricerca artistica la relazione arte/scienza. Le due discipline possono ben integrarsi perchè, nella specificità dei loro strumenti, hanno come fine comune la conoscenza.
Comunicato stampa
L'evento espositivo "La trasparenza del reale", propone come base della ricerca artistica la relazione arte/scienza. Le due discipline possono ben integrarsi perchè, nella specificità dei loro strumenti, hanno come fine comune la conoscenza.
Alla luce delle più recenti teorie scientifiche, il mondo, nel suo apparire, si struttura come una serie interminabile di scatole cinesi. Come membrane trasparenti che nel loro insieme ci danno la sensazione di ciò che percepiamo come realtà.
Sembra che ogni cosa si ritiri dietro la propria apparenza e non sia mai identica a se stessa. Anche i padri della meccanica quantistica, di fronte al risultato delle loro equazioni, considerarono il mondo microscopico radicalmente strano e misteroso.
Ma non è altrettanto problematica l’apparente non stranezza del mondo macroscopico? Le cose si manifestano in tutta evidenza ma non si lasciano decifrare. Il mondo “così com’è” sfugge all’investigazione del senso. L’impossibilità di una verità oggettiva è la situazione della scienza sperimentale sancita dal principio di indeterminazione di Heisemberg.
Scrive Baudrillard: “ … è come se le cose avessero inghiottito il loro specchio e fossero divenute trasparenti a sè stesse, completamente presenti a sè stesse, in piena luce, in tempo reale, in una trascrizione inesorabile…”
“La trasparenza, è il grande concetto/immagine contenitore della modernità. E’ stata il suo più grande paradosso, forse. Metafora emblematica dell’architettura moderna, la trasparenza è stata anche la grande metafora alla base dell’istanza del processo di democratizzazione e socializzazione dell’arte e della cultura.
Ma la presunta trasparenza concettuale degli apparati architettonici, dei “complessi espositivi”, dei programmi e delle strutture, verrà contraddetta dall’ “opacità perturbante” del reale. Come nel Gran Verre di Duchamp, “illusioni e disillusioni si susseguono, e, poco alla volta, comprendiamo che la trasparenza non è ciò che è perfettamente chiaro, ma piuttosto ciò che è chiaramente complesso” (R. Koolhaas).
All'arte il compito di tradurre col suo linguaggio specifico la sensazione del carattere enigmatico del mondo.
Artisti partecipanti: Vincenzo Ceccato, Valentina Colella, Eleonora Del Brocco, Raffaella Losapio, Luisa Mazza, Rocco Salvia, Giuseppe Scelfo, Qinggang Xiang.