La Nuova Moda tra ‘500 e ‘600
La mostra, che vede esposti una ventina di dipinti ed altrettanti abiti, oltre ad una ricca selezione di stoffe e tessuti cinquecenteschi e seicenteschi, vuole raccontare l’evoluzione della moda e del costume in Europa dagli inizi del Cinquecento fino al secolo successivo.
Comunicato stampa
Dall’8 maggio al 19 ottobre 2014 Villa d’Este a Tivoli ospiterà la mostra “La nuova moda tra ’500 e ‘600”. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo e realizzata dalla De Luca Editori d’Arte, l’esposizione sarà inaugurata il 7 maggio, alle ore 17,30, alla presenza del Prof. Roberto Valeriani, curatore della mostra, del Soprintendente Giorgio Palandri e del Direttore di Villa d’Este Marina Cogotti. Interverrà il Direttore Regionale Arch. Federica Galloni.
La mostra, che vede esposti una ventina di dipinti ed altrettanti abiti, oltre ad una ricca selezione di stoffe e tessuti cinquecenteschi e seicenteschi, vuole raccontare l’evoluzione della moda e del costume in Europa dagli inizi del Cinquecento fino al secolo successivo. L’obiettivo della mostra è quello di offrire una panoramica sulla moda tra il ‘500 e il ‘600 attraverso il dialogo fra i dipinti, in cui sono rappresentati gli abiti, ed una selezione di costumi di scena contemporanei provenienti dalla Sartoria Farani, ideati e realizzati per le più importanti produzioni teatrali, televisive e cinematografiche.
Alle soglie del Cinquecento la moda degli abiti di corte e con essi anche quelli di uso più comune, muta quasi completamente il suo aspetto: il taglio dei vestiti sembra divenire più confortevole e allo stesso tempo più spettacolare, mettendo in risalto alcune caratteristiche fisiche. Nei vestiti femminili viene accentuata l’altezza del busto diversamente da quanto avveniva in passato, quando il corpetto era marcato all’altezza del seno; le gonne e le maniche sono rigonfie e voluminose ma lasciano ben visibili collo e spalle. Per l’uomo si concepiscono invece vestiti dai tagli più attillati e articolati, abbandonando la consuetudine di utilizzare sopravvesti ampie e panneggiate.
Come spiega Luigi Piccolo nel suo saggio: “Per raccontare l’evoluzione della moda e del costume in Europa dagli inizi del Cinquecento al secolo successivo possiamo tracciare tre momenti ben definiti. Il primo è caratterizzato dal Rinascimento italiano, il secolo che esalta la bellezza, la cultura e l’armonia, regole vigenti nelle corti italiane, nelle quali si formano futuri papi, cavalieri di ventura e principi. (..)
La seconda parte del Cinquecento inizia con l’avvento della Controriforma, il Concilio di Trento detta nuove regole e di conseguenza anche l’abito diventa austero e molto meno appariscente.
Nella terza fase, con l’avvento del Seicento, inizia lento, ma inesorabile, il declino dell’Italia e della sua egemonia sulla moda. (…) nei ritratti del seicento i nobili vestono alla francese o alla spagnola, la moda italiana è ormai un lontano ricordo.”
La selezione delle opere pittoriche presenti in mostra include alcuni ritratti provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, tra cui quelle della Galleria Estense e del Museo Civico di Modena, dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, del Castello Odescalchi di Bracciano e di Palazzo Chigi in Ariccia. Tra i ritratti presenti in mostra si sottolineano le opere di Sante Peranda, Lavinia Fontana, Luca Ferrari e Giovanni Maria Morandi.
I dipinti, tra cui quelli del Museo Nazionale di Palazzo Venezia e della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini a Roma e del Museo di Palazzo Ducale a Mantova, abbracciano un arco temporale cha parte dalla fine del Cinquecento e giunge fino alla seconda metà del secolo successivo e ritraggono sia figure maschili che femminili, esemplificando perfettamente il valore rappresentativo dell’abito che all’epoca ha una visibilità diversa e più ampia di quanto non avvenisse in precedenza.
Accanto ai ritratti si potranno ammirare alcune scene di genere, come la vivace rappresentazione di gentiluomini romani sulle pendici del Gianicolo, proveniente dal Museo di Roma.
Oltre ai dipinti sono esposti diversi costumi di scena, realizzati dai maggiori disegnatori italiani per il cinema, il piccolo schermo e il teatro lirico: a partire dalle serie televisive de I Borgia e del memorabile Leonardo di Castellani fino a recenti pellicole o ai magnifici costumi di due diverse produzioni del verdiano Don Carlos. In occasione della mostra l’esperto di costume e ricostruzione storica, Luca Costigliolo ha ricreato, seguendo il modello del dipinto originale esposto a Villa d’Este, l’abito della regina Cristina di Svezia.
Completano la mostra una preziosa selezione di tessuti, merletti e galloni ricamati provenienti dal Museo Civico d’Arte di Modena ed un’ulteriore sezione dedicata ai testi dell’epoca che testimoniano la diffusione dei modelli tramite la stampa.
Il catalogo della mostra è realizzato da De Luca Editori d’Arte e comprende saggi di Dario Beccarini, Marco Fortini, Lorenzo Lorenzini, Luigi Piccolo, Francesco Solinas e Roberto Valeriani.