KayOne – Fifty

Informazioni Evento

Luogo
MIART GALLERY
Via Brera, 3 , Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
30/03/2022

ore 18.30

Artisti
Kayone Marco Mantovani
Generi
personale, urban art
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Fifty è il titolo della mostra di KayOne.

Comunicato stampa

Fifty è il titolo della mostra di KayOne che viene inaugurata il 29 marzo 2022 alle 18.30, negli eleganti spazi di Miart Gallery in via Brera 3 a Milano. Tappa importante per l’artista, al secolo Marco Mantovani, che compie 50 anni proprio nei giorni in cui apre la sua personale, occasione per un incontro davanti a pezzi storici, ma anche a intriganti novità come i “cementi armati”.

“Una partenza, non un arrivo”, sottolinea lo stesso artista “un momento per guardarsi dentro, riflettere sul passato e pensare al futuro”. Una mostra, questa, per raccogliere e raccontare la lunga e articolata ricerca che ha contribuito allo sviluppo dell’attuale visione di KayOne e a formare il suo gesto.

Marco ha dipinto tanto e realizzato moltissime mostre, oggi però si vuole anche ricordare quanto KayOne si sia speso per la cultura del Graffiti Writing, attraverso moltissime iniziative che, negli anni, il writer milanese ha curato per sostenere artisti appartenenti al mondo della strada. Mostre, eventi, pubblicazioni e progetti di livello internazionale. Tra questi, indubbiamente di prioritaria importanza, l’associazione Stradedarts, fondata dall’artista e impegnata per la diffusione di questa preziosa cultura e che si occupa di Graffiti Writing e la Street Art da oltre 15 anni. Si distingue poi il progetto “Quattordio Urban Art”, unico in Italia, e che, per primo al mondo, si è occupato di recupero conservativo per un prezioso muro del 1984, realizzato in Italia dai migliori artisti americani dell’epoca. Ma ancora a Milano, nel quartiere di San Siro, è sul muro di cinta dell’ippodromo che KayOne realizza “Street Players”, l’evento dai numeri straordinari: 500 artisti per 5 km di muro. Tra le iniziative editoriali, “Vecchia Scuola” è la pubblicazione del 2017 in cui KayOne compie una ricerca meticolosa e una restituzione preziosa sulla nascita della cultura del Graffiti Writing a Milano. Un percorso articolato, che ha visto in tutti questi anni l’artista impegnato in tantissimi progetti, non solo pittura. Porte aperte ed entrata libera, come sempre, alla Miart Gallery, il 29 marzo ore 18.30: quindici quadri alle pareti e veri e propri pezzi di storia da scoprire per celebrare il viaggio di KayOne.
Il tempo? Pura illusione.
Alice: per quanto tempo è per sempre?
Bianconiglio: a volte, solo un secondo.

Correva l’anno MCMLXXXVIII quando KayOne ebbe in sorte la Bibbia del Graffiti Writing Subway Art. Quello fu l’attimo che rimase nella sua memoria per sempre, nonostante sia durato solo un istante. Pochi secondi che vorremmo non finissero mai e che illuminano la nostra strada. Il tempo è relativo all’intensità del campo gravitazionale, cioè alla curvatura dello spazio. Esattamente, quello che possiamo ammirare nelle opere di KayOne dedicate al Big Bang dove tutto ha origine e l’universo si espande a velocità elevatissima. Giungiamo alla negazione assoluta del tempo, che è sola dimensione dell’anima. Partiamo dall’assunto che il passato non esiste in quanto terminato, il futuro non esiste in quanto deve ancora iniziare, mentre il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro. Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo. Detto questo, ricordo al maestro, che oggi su Marte avrebbe 26 anni, su Giove invece spegnerebbe poco più di 4 candeline, anzichenò. La mente obnubilata dell’artista visionario agguanta la soglia dei 50, destinazione stordente per molti ma irridente per alcuni eletti, che sanno uccellare la clessidra a mezzo parabole pleonastiche come “l’arte è per tutti”. Animo solipsista quello di KayOne ma anche bandolero, che riconosce nel tempo un modo per misurare come si muovono le arti. Se l’arte non fruisce dalle sue mani, nulla si muove, ovvero non c’è tempo. Il tempo da solo non esiste, in quanto dipende solo ed esclusivamente dall’ispirazione del genio. Soltanto nel momento in cui il maestro agisce, il tempo torna a esistere. La men cattiva opera di KayOne resta dunque quella di ricordare come la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un’ostinata illusione.

Alessandro Paolo Mantovani