Jesper Just – Seminarium

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO MARINO MARINI
Piazza Di San Pancrazio , Firenze, Italia
Date
Dal al
Vernissage
17/12/2022

no

Artisti
Jesper Just
Curatori
Caroline Corbetta
Generi
arte contemporanea, personale
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Per la prima volta in Italia, al Museo Marino Marini, la mostra SEMINARIUM dell’acclamato artista danese Jesper Just. Già protagonista del Padiglione Danese alla 55’ Biennale di Venezia, diventato negli anni uno dei nomi di punta della scena artistica internazionale grazie alle sue ambiziose opere cinematografiche e a grandi installazioni scultoree che coinvolgono lo spettatore trasformandolo in partecipante.

Comunicato stampa

Per la prima volta in Italia, al Museo Marino Marini, la mostra SEMINARIUM dell’acclamato artista
danese Jesper Just. Già protagonista del Padiglione Danese alla 55’ Biennale di Venezia, diventato
negli anni uno dei nomi di punta della scena artistica internazionale grazie alle sue ambiziose
opere cinematografiche e a grandi installazioni scultoree che coinvolgono lo spettatore
trasformandolo in partecipante.
Al Museo Marino Marini, Jesper Just presenta un ambiente immersivo, attraverso una serie di
stazioni multimediali che mettono in scena il rapporto di interdipendenza tra esseri umani e natura.
Sei multischermi, manipolati fino a diventare vere e proprie installazioni scultoree che punteggiano
lo spazio espositivo, propongono frammenti fluttuanti di anatomie atletiche, mentre una voce
ipnotica enuncia slogan commerciali di prodotti per la cura del corpo. I fili e i circuiti delle
apparecchiature sono visibili creando un contrasto disturbante con la patinata estetica delle
immagini. Di fronte ad ogni schermo, dei piedistalli sorreggono le piante che vivono grazie all’acqua
contenuta nei vasi e alla luce violetta irradiata dagli schermi. Corpi umani e piante, tecnologia e
biologia formano un ecosistema che riproduce il delicato equilibrio tra progresso e sostenibilità che
si fa sempre più instabile.
Installato nella cripta duecentesca del Museo Marino Marini, “il tecno-vivaio di Jesper Just –
racconta Caroline Corbetta, curatrice della mostra – crea un ambiente emozionante e sensuale che
offre spunti di riflessione sulla conservazione e riattivazione del patrimonio artistico, sulla capacità
degli artisti contemporanei di affrontare temi di grande attualità ma anche di mettersi in
connessione con la storia”. Entrando nell’antico spazio sotterraneo, illuminato da bagliori violacei,
lo spettatore diventa parte integrante di questo complesso organismo pulsante in cui macchine,
corpi e piante si sostentano reciprocamente in una soluzione immaginativa che supera la visione
antropocentrica del mondo.
Seminarium, a cura di Caroline Corbetta che in passato ha lavorato a più riprese con l’artista -
dalla Biennale dei Paesi Nordici del 2004, Momentum, alla personale This is a Landscape of Desire
all’Herning Museum of Contemporary Art (DK) nel 2013 - è la prima mostra monografica
dell’artista in una istituzione museale italiana.
La mostra è organizzata in occasione della nuova edizione di Green-Line, il festival natalizio
promosso dal Comune di Firenze e organizzato da MUS.E, con la direzione artistica di Sergio
Risaliti, in corso dal 7 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, fondato sulla necessità di immaginare
nuovi paradigmi estetici e modelli di sviluppo alternativi di fronte all’emergenza climatica.
L’ARTISTA
Jesper Just (Copenhagen,1974) utilizza il linguaggio del cinema per affrontare e distorcere gli
stereotipi di mascolinità e femminilità prodotti da Hollywood, così come la rappresentazione
preconcetta delle minoranze e delle persone con disabilità nella cultura di massa. I suoi
cortometraggi e le installazioni video a canale multiplo interrogano i meccanismi di identificazione
cinematografica infrangendo le aspettative del pubblico attraverso il racconto di situazioni e
incontri, in atmosfere surreali, indefinite ed emotivamente ambigue. L’uso di colonne sonore
elaborate e seduttive gioca un ruolo cruciale nella creazione di un illusorio senso di progressione
narrativa, e la musica, spesso più del discorso, funge da unico mezzo di comunicazione tra i
protagonisti delle sue trame misteriose. Interessato alle modalità in cui lo spazio pubblico e quello
privato definiscono e danno forma alle interazioni umane, Just gioca anche con la nozione di
architettura performativa, per definire e approfondire il racconto dei viaggi enigmatici dei suoi
personaggi.