Jamini Roy – Dalla Tradizione alla Modernità. La Collezione Kumar

Informazioni Evento

Luogo
MUSEC - MUSEO DELLE CULTURE
Riva Antonio Caccia 5, 6900 , Lugano, Switzerland
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00.

Vernissage
12/06/2015

ore 11 su invito

Contatti
Email: aleluiper@teletu.it
Biglietti

Tariffa intera: Chf 12.- Tariffa ridotta: Chf 8.- (AVS, AI, Lugano card, Tessera Agip Plus, Tessera di soggiorno, Touring Club Italiano, giovani 17-25 anni) Entrata gratuita: bambini e ragazzi fino ai 16 anni, membri dell'associazione Amici del Museo, scuole del Canton Ticino e dei Grigioni Italiani, soci dell'International Council of Museum (ICOM), detentori della carta Banca Raiffeisen, possessori di un titolo di trasporto valido della Società Navigazione del Lago di Lugano (SNL), del passaporto dei musei e della tessera dei 18enni. Il tariffario è in franchi svizzeri (Chf) ma è possibile pagare anche in euro (€) o in dollari ($) ricevendo però il resto in franchi svizzeri (Chf).

Artisti
Jamini Roy
Generi
arte contemporanea, personale

© Museo delle Culture. La mostra è dedicata all’artista bengalese Jamini Roy, insignito dello State Award of Padma Bhushan dal governo dell’India nel 1955 e considerato dalla critica internazionale il Matisse indiano per i suoi lavori ispirati sia all’arte tradizionale indiana, sia alle avanguardie artistiche contemporanee occidentali.

Comunicato stampa

L'EVENTO E LA COLLEZIONE KUMAR - In anteprima per l'Europa, il 13 giugno 2015 apre al Museo delle Culture di Lugano (MCL) l'esposizione “Jamini Roy. Dalla Tradizione alla Modernità. La Collezione Kumar”. In programma fino al 23 agosto prossimo, la mostra è dedicata all’artista bengalese Jamini Roy, insignito dello State Award of Padma Bhushan dal governo dell’India nel 1955 e considerato dalla critica internazionale il Matisse indiano per i suoi lavori ispirati sia all’arte tradizionale indiana, sia alle avanguardie artistiche contemporanee occidentali. Fonte di provenienza delle opere è la Collezione Kumar che abbraccia l’intera produzione dell’artista, dai primi schizzi giovanili degli anni Venti alle ultime tele della fine degli anni Sessanta. Considerata la più vasta fuori dall’India, per la prima volta oggetto di un catalogo critico, appartiene all’imprenditore, docente di marketing e collezionista indiano Nirmalya Kumar che, da oltre dieci anni, studia la figura di Jamini Roy, ne acquista i lavori e li mostra al pubblico con l’intento di salvaguardare i caratteri propri di una cultura millenaria e favorire la diffusione dell’arte indiana contemporanea presso gli addetti ai lavori e il pubblico internazionale.

IL FUTURO DEL MUSEO E I COLLEZIONISTI PRIVATI - Con la mostra “Jamini Roy. Dalla Tradizione alla Modernità. La Collezione Kumar” il Museo delle Culture di Lugano prosegue e rafforza la propria vocazione di centro di produzione e valorizzazione di collezioni private di importanza internazionale attraverso progetti espositivi originali concepiti affinché possano essere reiterati facilmente in più sedi museali. Il Museo delle Culture di Lugano è infatti diventato un punto di riferimento dei grandi collezionisti che sempre più spesso lo scelgono per catalogare criticamente, valorizzare e far viaggiare in anteprima nel mondo i capolavori conservati nelle loro collezioni. L'esposizione a Lugano è perciò la prima tappa di un tour che prevede come prossime sedi Torino, Parigi, Venezia, Zurigo e Copenaghen. A spiegare il futuro del Museo delle Culture e il rapporto con i collezionisti privati è il suo Direttore Francesco Paolo Campione: “La mostra dedicata a Jamini Roy è un tappa molto importante del percorso che abbiamo avviato: da istituzione culturale di concezione tradizionale il nostro Museo si caratterizza infatti sempre di più come centro di produzione di progetti espositivi e di divulgazione che vengono ospitati nei maggiori musei internazionali. Il rapporto con i collezionisti è un nodo strategico di questa evoluzione, basata sulla creazione di valore per il museo, così come per i suoi partner privati”.

IL PROGETTO E LA MOSTRA – L’esposizione, inserita all'interno del progetto «OrientArt» che ha per obiettivo presentare il rapporto fra l’arte contemporanea dell’Asia e il contesto ideologico e culturale in cui essa si muove, è stata ideata, progettata e realizzata dal Museo delle Culture e curata da Caterina Corni in collaborazione con Alessia Borellini. Il catalogo è pubblicato da Silvana Editoriale e curata da Alessia Borellini, Francesco Paolo Campione e Caterina Corni. All'interno della mostra è possibile ammirare 70 capolavori (oli su tela, tempere su carta, guazzi su carta e su lino) realizzati dall'artista nel corso della sua carriera e affiancati da circa 30 sculture in legno del XVII-XIX secolo raffiguranti alcuni protagonisti della mitologia hindu e del folklore, provenienti dai fondi del Museo delle Culture e da altre Istituzioni. Ad arricchire il percorso espositivo, una selezione di fotografie dell’«India minore» tratte dal celebre reportage del 1930 realizzato da Walter Bosshard (1892-1975), il fotografo a cui si deve la costruzione dell’immagine e l’invenzione dell’«icona» del Mahatma Gandhi.

LA BIOGRAFIA DELL'ARTISTA - Jamini Roy nasce il 15 Aprile 1887, a Beliatore, villaggio bengalese a 180 km a nord-ovest di Calcutta. A determinare il percorso dell'artista è l’iscrizione, a soli 16 anni, al Government College of Art and Craft di Calcutta, guidato dall’illuminato storico dell’arte inglese Ernest Binfield Havell (1861-1934) e da Abanindranath Tagore (1871-1951), figura di spicco per la nascita e lo sviluppo del movimento noto col nome di Bengal School, corrente che coniuga la profonda consapevolezza del valore della cultura indiana con il linguaggio artistico occidentale. In un clima di grande fermento creativo, Jamini Roy inizia perciò il processo di formazione di quella che sarà poi la sua poetica e il suo stile distintivo che lo renderanno famoso in tutto il mondo e uno degli artisti più celebrati e omaggiati in India. Alle opere iniziali, intrise di avanguardia europea, che egli fa interagire, anche ideologicamente, con i differenti linguaggi artistici della millenaria arte indiana, seguirà una costante evoluzione della sua tecnica, sempre contraddistinta dalla particolare attenzione alla semplificazione ed essenzialità delle linee e all’uso di supporti e materiali sempre più in sintonia con la natura. Jamini Roy morirà a Calcutta il 24 Aprile 1972 all’età di 85 anni.