Jack Sal – Sphere/Sfera

Site-specific Sphere/Sfera dell’artista statunitense Jack Sal, concepito appositamente per le Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase.
Comunicato stampa
Il site-specific Sphere/Sfera dell’artista statunitense Jack Sal, concepito appositamente per le Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase, è l’espressione di un dialogo profondo sia con gli elementi architettonici e storico-artistici del campanile del Convento di San Domenico, tra i più significativi esempi di barocco salentino, che con l’artista ceramista Agostino Branca della storica Bottega Branca.
L’opera si riferisce alle antiche sfere di ceramica smaltata avvitate nell’intonaco fresco della guglia del campanile costruito intorno al 1688, di cui si parla anche nel volume di Salvatore Cassati La chiesa di San Domenico in Tricase, pubblicato nel 1977.
Seguendo una tradizione che risale all’XI secolo, diffusa in Italia soprattutto nelle città costiere, che vedeva l’impiego di inserti di ceramiche di vari colori e provenienza come elementi decorativi dei campanili delle chiese (inizialmente si trattava di suppellettili di recupero), anche la cuspide del campanile del Convento di San Domenico era stato adornato con sfere irregolari di ceramica smaltata nei colori verde, miele (giallo chiaro) e bruno visibili anche a distanza. Alla funzione decorativa si univa quella simbolica di richiamo alla spiritualità, a cui allude la forma stessa della sfera che come il cerchio riconduce al cielo, al mondo spirituale e al cosmo nella sua completezza.
Durante i lavori di restauro, ricostruzione e ricollocazione delle 20 sfere di ceramica, realizzate dalla storica Bottega Branca di Tricase, sono emerse tracce di lettere incise sulla superficie, tra cui la parola “tissi” di cui non si conosce l’etimologia. È proprio l’elemento della scrittura che, insieme alla numerologia, rappresenta un valore concettuale per Jack Sal che unisce tra loro queste venti sfere di ceramica (ognuna del diametro di circa 15 centimetri) creando con il nastro di seta una scrittura visuale in cui viene liberamente interpretato l’Albero della Vita della Cabala.
Sphere/Sfera rappresenta l’elemento di raccordo con la memoria di un passato che appartiene alla collettività, ma anche l’amicizia e la collaborazione tra Jack Sal e Agostino Branca che risale all’estate 1989, quando Jack Sal che già da qualche anno frequentava abitualmente l’Italia, tra Roma, Todi, Milano, Padova e Venezia arriva nella campagna salentina, nei dintorni di Santa Maria di Leuca, ospite nella casa colonica della gallerista milanese Chicca Ghirindelli, proprietaria della galleria Il Milione. A Tricase visita la bottega che Agostino Branca aveva aperto un anno prima in Via Tempio. La simpatia tra i due artisti è immediata e reciproca: con grande generosità Branca mette a disposizione di Sal il suo sapere nel campo della ceramica tradizionale, la sua creatività, i materiali e l’attrezzatura per produrre delle nuove opere.
L’artista statunitense realizza il “campo di mattonelle”, due serie di maioliche quadrate smaltate in verde e bianco e rosso e bianco su cui dipinge un segno nero reiterato, simile a quello che compare sulle pareti della settecentesca Cappella Gandini da lui affrescata nel 1986, all’American Academy di Roma e più tardi sui 15 pannelli d’acciaio dell’installazione 11 plus 4 (1999) all’Albornoz Palace Hotel di Spoleto e sulla serie di tazzine di porcellana bianca con la pennellata nera fornite dalla Illy Caffè per la serie Art Collection, mai messe in produzione ma entrate nella collezione di Claudia Stern, prima donna sommelier tedesca, a Colonia in Germania.
A distanza di trent’anni il sodalizio artistico tra Jack Sal e Agostino Branca viene rinnovato con la realizzazione del libro Half Empty/Half Full. Food Culture Ritual (2019), la produzione dell’opera Mezzo Vuoto/Mezzo Pieno (2023) nell’ambito del progetto La Parsimonia dell’Acqua a cura di Cintya Concari e Roberto Marcatti e la mostra Sphere/Sfera (2025).
Jack Sal (Waterbury, CT, USA 1954, vive e lavora a New York). I suoi primi lavori risalgono al 1972-73, quando è studente al Philadelphia College of Art di Ray K. Metzker; successivamente consegue il master all’Art Institute di Chicago studiando anche con Ken Josephson. Nel 1981 il Museo Internazionale della Fotografia/George Eastman House di Rochester ospita la sua prima mostra personale in ambito istituzionale. Fin dai primi anni ‘80 i suoi cliché-verre sono inclusi in mostre al MoMA-Museum of Modern Art di New York, Detroit Institute of the Arts, Light Gallery di New York, Smithsonian Institute di Washington, Photographers Gallery di Londra e ICP-International Center of Photograhy di New York. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali, tra cui MoMA, New York; Museo Ludwig, Köln; Museum moderner Kunst, Vienna; Detroit Institute of Arts; Yale University Art Gallery, New Haven; ICP, New York; Haags Gemeentemuseum, L’Aia; Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo; Museum of Contemporary Photography, Chicago; Museo Stedelijk, Amsterdam; Bibliothèque Nationale, Parigi; Israel Museum, Gerusalemme; Baltimore Museum of Art, Baltimora; Center for Creative Photography, Tucson; Kunsthalle Bielefeld; Istituto Nazionale per la Grafica, Roma.
Tra le mostre recenti: 2025 - Something Else Symposium, Cairo, Egitto; 2024 - Charles H. Traub. Skid Row & Jack Sal. Waukegan Portraits, Magazzini Fotografici, Napoli (doppia personale); Zeichnung Heute, Galerie Dittmar, Berlino; 2023-2024 – La Parsimonia dell’Acqua (mostra itinerante): Museo Castromediano, Lecce; Museo Archeologico Ribezzo, Brindisi; Biblioteca Civica Acclavio, Taranto; Biblioteca La Magna Capitana, Foggia; Sede AQP, Bari; Scuderie di Palazzo Gallone, Tricase (Lecce); 2023 - Archive/Archivio, Salone Borromini, Biblioteca Vallicelliana, Roma (personale); Waukegan Portrait Series, Roonee 247 fine arts gallery, Tokyo (personale); Present Perfect | Passato prossimo, Acta International, Roma.