Itinerario Cremonini 1948 > 1962

Informazioni Evento

Luogo
MONTRASIO ARTE
Via Edmondo de Amicis, 19, Monza, MB, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/12/2025

ore 19

Generi
arte moderna

La mostra, Itinerario Cremonini 1948 > 1962, ripercorre i momenti fondamentali dagli esordi nel dopoguerra fino all’inizio degli anni sessanta, concentrandosi sugli anni di vita e di lavoro nell’isola di Panarea dove si coglie un’idea di mondo nel quale tutto è collegato, ogni essere ha pari dignità.

Comunicato stampa

Nel centenario della nascita di Leonardo Cremonini (Bologna
1925 - Parigi 2010), Montrasio Arte rende omaggio a uno dei più radicali interpreti della
pittura del secondo Novecento e a un’amicizia, con Alberto Montrasio, “mio caro amico di
Brera e di vita” come Cremonini scrisse sul retro di un quadro a lui destinato, prima di
offrirglielo in dono.
La mostra, Itinerario Cremonini 1948 > 1962, ripercorre i momenti fondamentali dagli
esordi nel dopoguerra fino all’inizio degli anni sessanta, concentrandosi sugli anni di vita e
di lavoro nell’isola di Panarea dove si coglie un’idea di mondo nel quale tutto è collegato,
ogni essere ha pari dignità, senza distinzioni tra minerale, vegetale, animale.
Cremonini, tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta, sta cercando un proprio
percorso verso una figurazione nuova, dopo gli studi all’Accademia di Bologna, dove era
nato, e a Milano dove una compagine di artisti milanesi e non milanesi si dava
appuntamento a Brera tra i caffè e le aule dell’Accademia, seguendo le lezioni di Italo
Valenti, Aldo Carpi e Aldo Salvadori.
Cremonini condivide casa e studio con Anselmo Francesconi e Karl Plattner in via XX
settembre e ha l’opportunità di conoscere l’ambiente culturale della città. All’impegno
accademico affianca lunghi soggiorni di lavoro all’isola Comacina sul lago di Como.
Nel 1950 Cremonini è Venezia dove conosce Peggy Guggenheim. La mecenate
americana gli fornisce un piccolo studio dove lavora per circa sei mesi.
L’anno dopo, nel 1951, arriva a Parigi grazie a una borsa di studio. Nell’estate è a Ischia.
Sono Irene Brin e Gaspero del Corso — i due, a Roma, nel 1946, avevano fatto nascere la
galleria L’Obelisco — a spingerlo ad andare nell’isola.
Cremonini era stato indirizzato a Forio, al Bar Internazionale di Maria Senese. Nel suo bar
si ritrovavano persone le più eccentriche e variegate. Nasce così l’amicizia con Margery e
Carlyle Brown, W. H. Auden, Henri Cartier-Bresson, Herbert List, Cecil Beaton e, per
merito di Carlyle Brown, della gallerista della sua prima mostra personale a New York:
Catherine Viviano. Si è trattato per Cremonini di “una vera simbiosi di singolarità attive, in
uno spazio sociale che resisteva senza saperlo all’imminente modernità seriale del
turismo. In questo senso la mia pittura prese forma in una tensione armoniosa tra l’uomo,
l’animale, la donna e il mare, come se il sole potesse ancora permettere di amare fuori dal
tempo, nonostante la sua inevitabile crudeltà. Forse era l’immaginario di una Napoli
ottocentesca quello che a Forio, miracolosamente, s’era conservato o, per meglio dire,
realizzato”.
Quando Ischia cede alla modernizzazione e al turismo, Cremonini sceglie un’altra isola
ancora più al sud, Panarea dove visse ininterrottamente per due anni alla fine dei
cinquanta.
Delle opere nate a Panarea scrisse Michel Butor, in un testo intitolato La scuola dei
cactus. Per Leonardo Cremonini, nel libro per le Edizioni della Bezuga Minerale Vegetale
Animale (1996):
Era molto, molto tempo fa.
Vegetali. Dipingere segretamente gli animali, studiare il matrimonio del minerale e
dell’umano per dipingere il mare e le sue venature. Un tocco di antracite. La guerra tra le
rocce e le spine. Scogliere, ondate.
È il matrimonio dei germi e delle gemme, il matrimonio segreto. Denti, coltelli. La
guerra tra le corazze e le vittime. Odio. Bisogna seguire l’insegnamento dell’aloe,
dipingere rivolte, stendere dello scarlatto, dipingere l’illuminazione dei raggi nel calore
scarlatto, disegnare gli occhi, mostrare le dita. Una colatura fulva.
Era circa mezzo secolo fa.
Rotule, germogli. Dipingere attentamente l’articolazione delle rughe e dei sepali,
addomesticare gli animali per dipingere i minerali, il matrimonio dell’umano e delle
scogliere. Un tocco d’ardesia. Credi, alghe.
È l’articolazione delle scorza e delle spalle. L’articolazione accurata. Ondate, germi.
Il matrimonio delle gemme e degli occhi. Venature, rocce. Bisogna seguire l’insegnamento
dei granchi, dipingere la guerra tra le spine e i denti., stendere dello smeraldo, dipingere
braci smeraldine, contornare le schiume.
Era l’esilio, lo smarrimento, l’inquietudine.
Mostrare l’articolazione delle grida e delle vertebre. Una colatura di carminio.
Bisogna dipingere per sopravvivere. Voi non mi distruggerete. Bisogna dipingere. E allora,
sulla tela, le chele. Bisogna.
A poco a poco tutto galleggia. Fibre, l’articolazione delle foglie e delle rotule.
È con grande soddisfazione che Montrasio Arte annuncia la costituzione del Fondo
Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 • Monza 1955). Il progetto che prende avvio con una
ricca monografia, a cura di Paolo Biscottini, ne ripercorre la vicenda umana ed artistica
attraverso una nuova chiave di lettura resa possibile dallo studio di una parte dei
documenti confluiti nel fondo. Lo stesso si costituisce di: dipinti, disegni, incisioni, album,
manoscritti autografi, fotografie, carteggi, libri e il progetto ne prevede l’intera
digitalizzazione per renderlo accessibile a tutti gli studiosi che avranno il desiderio di
approfondire una figura chiave del Novecento italiano.
Saranno presenti Pietro Cremonini, Archivio Leonardo Cremonini, Davide Colombo,
Università degli Studi di Milano e Paolo Biscottini, Università Cattolica di Milano.
Davide Colombo è Professore Associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso
l’Università degli Studi di Milano dove insegna Fotografia e nuovi media per l’arte
contemporanea e Storia della fotografia.
I suoi studi si sono concentrati sul Novecento, con un particolare interesse per i rapporti
tra arte, critica militante e letteratura, e tra arte, scienze e tecnica, per le ricerche
verbovisuali, per la scultura, nonché per la fotografia. Particolare attenzione è rivolta allo
studio dei rapporti internazionali, soprattutto tra Italia e Stati Uniti.
Tra le mostre e pubblicazioni recenti si ricordano Dino, Mirko e Afro Basaldella. Destini
paralleli e intrecciati (Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone, 2023-2024)
e MilanOttanta. Aspetti del sistema artistico e culturale a Milano (2022).
Pietro Cremonini (Ivry-sur-Seine, 1963) è architetto e urbanista, docente presso l’École
d’Architecture de Paris-La Villette. Figlio del pittore Leonardo Cremonini e di Giovanna
Madonia, ha una formazione in architettura (DESA) e in urbanistica (DEA-IUP). Ha
ricoperto incarichi di consulenza per istituzioni pubbliche, tra cui la Direzione dei Musei di
Francia e la città di Reims.
In ambito accademico ha insegnato presso diverse scuole di architettura francesi e ha
promosso attività di ricerca sui temi della riqualificazione urbana e della costruzione
sostenibile. Parallelamente svolge attività professionale con lo studio CLP Architectures,
realizzando numerosi interventi di edilizia pubblica, sociale e museale in Francia.
Paolo Biscottini (Somma Lombardo, 1949). È stato direttore dei Musei Civici e della Villa
Reale di Monza, di Palazzo Reale a Milano e ha diretto il Museo Diocesano che ha
contribuito a fondare alla fine degli anni Novanta. Attualmente si dedica all’insegnamento
di Museologia e di Istituzioni di Storia dell’Arte nel corso di Economia e gestione dei beni
culturali e dello spettacolo all’Università Cattolica di Milano, dove dirige un Master in
Museologia e Museografia. Ha curato e realizzato il catalogo generale dei dipinti di Mosè
Bianchi e mostre fondamentali: Arte a Milano 1906-1929 (Electa, 1995); Splendori al
Museo Diocesano (Electa, 2000); Anselmo Bucci 1887-1955. Pittore e incisore tra Parigi,
Milano e Monza (Silvana Editoriale, 2005); Filippo Lippi. La Natività (Silvana Editoriale,
2010)