Inge Morath – La vita la fotografia

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DUCALE DI GENOVA
Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova, Italia
Date
Dal al

martedì – venerdì 15.00/19.00
sabato – domenica 11.00/ 19.00

Vernissage
20/06/2019

su invito

Biglietti

intero €10 ridotto 8 €.

Artisti
Inge Morath
Generi
fotografia, personale
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Palazzo Ducale di Genova presenta una grande retrospettiva di Inge Morath, che offre la stupefacente occasione di conoscere più da vicino e in modo più intenso, la straordinaria arte creativa e la profonda sensibilità di questa meravigliosa fotografa austriaca, ma autentica cittadina del mondo.

Comunicato stampa

“Fotografare è un fenomeno strano. Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.
Questo credeva la straordinaria Inge Morath, fotografa austriaca, famosa in tutto il mondo perché fu la prima donna fotografo a lavorare per l’agenzia Magnum Photos, un mondo che fino agli anni ‘50 era solo declinato tutto al maschile.

Palazzo Ducale di Genova presenta una grande retrospettiva di Inge Morath, che offre la stupefacente occasione di conoscere più da vicino e in modo più intenso, la straordinaria arte creativa e la profonda sensibilità di questa meravigliosa fotografa austriaca, ma autentica cittadina del mondo.

L’esposizione, curata da Brigitte Blüml–Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, si concentra non solo sulla sua ricca produzione fotografica ma soprattutto sulla sua vita, sulla sua sensibilità, sulla sua anima.
Il lavoro di Inge Morath, prima di ogni cosa, è la testimonianza di un rapporto, di una passione, di una necessità con la fotografia.
Le oltre 170 immagini e le decine di documenti ci offrono la più ampia ed esaustiva panoramica sullo straordinario lavoro prodotto da Inge Morath, ripercorrendone l’intera carriera, ma anche regalando al visitatore curioso e appassionato, uno squarcio significativo sulla personalità così sensibile della fotografa austriaca.

Nel corso della sua vita ha viaggiato e fotografato molto in Spagna, Italia, Romania, Medioriente, America, Russia e Cina.
Non ha affrontato mai questi viaggi con superficialità, bensì con serietà, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione dove si recava. Era capace
di parlare correntemente tedesco, inglese, francese, spagnolo, rumeno, russo e mandarino.
Negli scatti esposti in mostra ritroviamo tutta la forza vibrante dei suoi reportage di viaggio, quello dedicato alla città di Venezia, e le immagini scattate lungo il fiume Danubio, ma anche i reportage realizzati in Spagna e in Russia, nell’Iran e in Cina, in Romania e negli Stati Uniti d’America, e anche nella sua stessa terra natia, l’Austria.
Sono immagini dove traspare la profonda umanità e sensibilità di Inge Morath, che è la cifra stilistica propria della sua arte.

Inge Morath ha imparato molto da Henri Cartier-Bresson a Ernst Haas e con cui ha collaborato in importanti reportage. Il suo stile fotografico affonda le sue radici negli ideali umanistici conseguenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche nella fotografia del “momento decisivo”, così come l’aveva definita Cartier-Bresson.
Le fotografie di Inge Morath sono immagini che raccontano squarci della società che la circonda, sviscerandola quasi, ma allo stesso modo narrano molto della sua stessa anima, della sua visione umana. In esse vedi il mondo che è intorno a noi e ci leggi tanto di lei, sono come pagine di un intimo diario segreto, che è, poi, la sua stessa vita e come lei stessa scrive: “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.
Che si trattasse di persone comuni o personaggi pubblici il suo interesse era identico e s’indirizzava sempre verso l’intimità di ciascuno.

Inge Morath è stata una donna determinata e volitiva, capace di imporsi in un mondo prettamente maschile, come quello della fotografia; è stata capace di rompere gli schemi sociali, che vedevano, negli anni ‘50, la donna solo come brava moglie e buona mamma (e lei è stata anche moglie e madre di due figli!).
Ma è stata anche una raffinata donna di cultura e sensibilità, vivendo preziose e intense amicizie con i più grandi intellettuali e artisti del XX secolo.
Le stesse personalità che ha anche immortalato con i suoi scatti fotografici, immagini dove non è raffigurato solo il personaggio famoso, ma tra le pieghe della fotografia, possiamo leggere anche l’intimo e profondo legame d’amicizia che li legava con la fotografa.
E la ricordiamo anche per essere stata la moglie di Arthur Miller, colei che entrò nel suo cuore dopo la rottura con Marilyn Monroe. Lo conobbe sul set della pellicola hollywoodiana The Misfits, lei come fotografa di set, inviata dall’agenzia per cui lavorava, lui attore protagonista del film, accanto a mostri sacri come Clark Gable e la stessa Marilyn Monroe.

Questa prima retrospettiva italiana è prodotta da Suazes con Fotohof di Salisburgo, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca, Inge Morath Foundation e Magnum Photos.

Nata a Graz, in Austria, nel 1923, dopo gli studi di lingue a Berlino, lavora come traduttrice e giornalista. Amica del fotografo Ernst Haas, realizza testi per i suoi reportage.
Inge Morath non nacque propriamente come fotografa, la sua fu una passione incontrata quasi per caso sulla strada della sua vita, e divenuta, in un crescendo viscerale, la sua professione, la sua arte, il suo linguaggio creativo.
Infatti, nel suo Paese natio, l’Austria, la Morath era traduttrice – conosceva ben sette lingue! – e giornalista; l’amicizia con il fotografo Ernst Haas la introdusse nel mondo dell’agenzia fotografica Magnum Photos di Parigi. Lei gli curava i testi dei suoi reportage, e intanto respirava la potenza creativa che sprigionava la macchinetta fotografica attraverso uno scatto.

Ernst Haas si accorse immediatamente del diamante grezzo che si nascondeva dentro l’anima di Inge Morath, un seme pronto a germogliare per donare splendidi frutti creativi.
La medesima intuizione la ebbe Robert Capa, quando le affidò l’incarico di ricercatrice e redattrice per la famosa agenzia parigina. Ma fu con il geniale fotografo Henri Cartier-Bresson che lei esplose in tutto il suo valore creativo.
Tra il 1953 ed il 1954, Morath è assistente di Henri Cartier-Bresson. Negli anni seguenti viaggia in Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Sono del 1958 la serie di curiosi ritratti fotografici con le maschere del disegnatore Saul Steinberg.
Sul set del film “Gli spostati” di John Huston conosce Arthur Miller, che sposa nel 1962. Nel 1965 si reca per la prima volta in Unione Sovietica. Nel 1978 compie il primo viaggio in Cina.
Fra i suoi soggetti più popolari i ritratti di importanti personalità del Novecento come Pablo Picasso, Doris Lessing, Marilyn Monroe, Alberto Giacometti, Allen Ginsberg, Pablo Neruda, Philp Roth, Igor Stravinsky, Arold Pinter, Gloria Vanderbilt.
Muore a New York il 30 gennaio 2002.