Inaugurazione Museo Zordan
All’interno del nuovo headquarter, situato nelle verdi colline valdagnesi, è stato inaugurato il Museo Zordan.
Comunicato stampa
Si tratta di un progetto che viene creato con una duplice mission tesa a soddisfare diverse esigenze: essere uno strumento a disposizione dell’azienda e, al contempo, avere un ruolo istituzionale culturale incarnato nel territorio.
Un progetto complesso ma perfettamente adattabile a una realtà come Zordan, che fonde nel suo DNA abilità imprenditoriali e un forte commitment valoriale.
A cura di Marco Montemaggi, esperto in heritage marketing e brand identity, il Museo vuole dare consapevolezza al ruolo della cultura e dell’arte come veicoli valoriali. Attraverso esso, si vuole promuovere una cultura d’impresa “contemporanea “, orientata a generare profitto e allo stesso tempo un impatto positivo sulle persone e sul pianeta.
Marco Montemaggi – Curatore Museo Zordan: “Il Museo Zordan rappresenta un nuovo tipo di Museo d’impresa nel panorama europeo di questo settore. L’originalità rappresentata da questa esposizione parte dall’azienda e dalle sue caratteristiche produttive peculiari che orientano la concezione della struttura museale. Con questo approccio è stato progettato un Company Museum che rappresenta un cambio di paradigma espositivo focalizzato non tanto sulla presentazione dei prodotti iconici ma sui processi e la funzione progettuale dell’azienda, la sua storia intrecciata al territorio e infine sulla sostenibilità, orizzonte e valore fondante per questo Brand.”
Il Museo Zordan si contestualizza all’interno del nuovo stabilimento dell’azienda, progettato dall’Arch. Alessandro Basso.
Curatore museo / Museum Curator
Marco Montemaggi
Progetto architettonico e allestimento / Architectural Design and Setup
Alessandro Basso
Progetto grafico / Graphic Design
Joseph Rossi
LE TRE AREE DEL MUSEO
Il Museo Zordan racconta un nuovo modo di fare impresa, definito “a prova di futuro”.
Il flusso narrativo, che si snoda lungo le tre stanze del Museo, illustra tre elementi di sviluppo dell’azienda:
1. Timeline. L’intreccio delle linee temporali narra lo sviluppo dell’impresa e delle sue strategie in un continuo rapporto di interconnessione valoriale con il territorio di origine e vuole rappresentare quanto il territorio di appartenenza può contribuire a plasmarne i primi stadi evolutivi.
Questo primo ambiente è il frutto di un intenso lavoro di ricerca volto ad affidare a questo Museo d’impresa, per la prima volta, il ruolo di testimone non solo delle tappe che hanno scritto la storia dell’azienda, ma anche dei momenti che hanno scandito lo sviluppo del territorio. Le tre linee rappresentano rispettivamente:
• I principali fatti “socio-economici” della Valle dell’Agno;
• I principali snodi imprenditoriali che hanno permesso la nascita e la crescita di Zordan;
• Il percorso storico intrapreso dall’azienda nel campo della sostenibilità.
Questo progetto è stato costruito in maniera partecipata e ha usufruito dei preziosi consigli di giornalisti e dei più importanti esperti di questo specifico territorio. Riteniamo quindi che questa elaborazione rappresenti un primo passo significativo verso un quadro “socio-economico” di questa prodigiosa valle. Consideriamo, però, questo progetto in un costante processo evolutivo. Per questo abbiamo previsto che le linee del tempo proseguano proiettandosi verso il futuro, pronte ad accogliere i contributi di quanti ci aiuteranno a scrivere le prossime tappe.
Responsabile ricerca storica / Head of Historical Research
Jacopo Ibello
2. Wunderkammer.
La “camera delle meraviglie” è all’origine del concetto moderno di Museo, e vuole rappresentare, in questo caso, attraverso un’esperienza immersiva, come l’azienda interpreta la propria filosofia e i propri valori calandoli nei propri processi operativi e strategici.
“Il viaggio all’interno dello spazio è scandito da tre momenti, tre diversi passaggi che conducono a esperienze fisiche e sensoriali diverse: l’esperienza visiva e sonora, con la video installazione People / Planet, un’immersione spazio-temporale di musica, voci e immagini; l’esperienza conoscitiva, con il bosco-museo delle “meraviglie”, moderni artefatti che custodiscono una storia di precisione, competenza e cura; e infine l’esperienza tattile, attraverso l’oggetto esemplare che il visitatore è invitato a scegliere e a portare con sé.
Come il percorso della Wunderkammer, anche i contenuti della video installazione si concentrano sul tema del tempo, del viaggio e delle relazioni. Così People è il viaggio nel tempo, che concentra in pochi attimi un’esperienza eccezionale, vissuta a diversi fusi orari e latitudini, da protagonisti lontani per geografie e culture, che si incontrano per compiere una missione impossibile: realizzare in un tempo concentrato un’opera perfetta per esecuzione e qualità. Planet è il viaggio nello spazio del Pianeta Terra, con la missione scientifica di creare bellezza preservando la bellezza, con il minimo danno, cercando di non lasciare impronte. È il racconto di un metodo di analisi – dei materiali, dei processi, degli spostamenti – per ordinare i dati e ripensare i prodotti. È il calcolo dell’impronta di carbonio, un approccio sistematico, un gesto di cura, un atto di responsabilità.” Francesca Molteni
Concept, design e realizzazione / Concept, Design and Execution
Muse Factory of Projects srl
Direzione artistica, responsabile di progetto e coordinamento / Art Direction, Head of Project and Coordination
Francesca Molteni
Responsabile contenuti / Content Manager
Roberta Busnelli
Progetto di allestimento / Exhibition Design
Micol Riva
Musica originale e sound design / Original Music and Sound Design
Luca Maria Baldini
Visual design e animazione / Visual Design and Animations
Marco Di Noia
Montaggio video / Video Editing
Anna Pastorelli
Produzione / Production
Gaia Maritano
Traduzioni / Translations
Annalisa Di Liddo
3. Art for Sustainability. Questo è uno spazio temporaneo creato per trattare il tema della sostenibilità attraverso l’universale linguaggio dell’arte. L’allestimento, con cadenza biennale, approfondisce uno specifico tema, oggetto di studio dell’azienda, che è rappresentato attraverso un distinto linguaggio artistico. In questa prima edizione si assiste ad un dialogo intergenerazionale attorno al cambiamento climatico. In una prima installazione, curata da Denis Curti, la fotografa Elisabetta Zavoli racconta la fragilità climatica attraverso una prospettiva del tutto nuova. Nella seconda, curata da Cristiana Colli, tre giovani autori provenienti dall’istituto ISIA U di Urbino raccontano il tipo di produzione innovativa e cruelty-free, e con un impatto positivo sul cambiamento climatico, adottata dall’azienda B Corp Miomojo.
Installazione 1: “Ti faccio vedere con gli occhi chiusi”
La mostra Ti faccio vedere con gli occhi chiusi si inserisce in questo contesto e nasce dalla richiesta dell’Azienda Zordan di raccontare la vulnerabilità climatica del territorio pre-alpino della Provincia di Vicenza, vista dalla prospettiva di una pianta.
“Per comprendere il lavoro di Elisabetta Zavoli è necessario mettere in atto ciò che suggeriva il poeta e filosofo Coleridge; cioè sospendere la nostra incredulità. Di fronte a un atto creativo non bisogna domandarsi nulla in relazione al tema della verità. Qui siamo in quel territorio neutro della finzione, della messa in scena e dobbiamo imparare a fidarci. Lasciarci prendere per mano per entrare in quel bosco di sentimenti finalmente raccontato dagli occhi degli alberi. Si. Perché gli alberi ci parlano, si muovono verso di noi o lontano da noi. Gli alberi sono dotati di forza e intelligenza e, forse per la prima, possiamo capire come vedono e guardano il mondo grazie alle magie visionarie di Elisabetta”. Denis Curti, curatore mostra.
“Perché una pianta? Il fatto di essere organismi profondamente diversi (uomini e piante) con differenze fisiche (quasi) insuperabili, ci ha da sempre fatto percepire le piante più come delle cose che come degli organismi viventi con una propria agentività, al punto da non notarle quasi più nell’ambiente che ci circonda (plant blindness).
Le piante sono sensibili all’ambiente e ai suoi cambiamenti a cui si adattano continuamente. Vivono con una immensa speranza nel futuro e le decisioni che prendono nell’oggi sono sempre nella direzione della responsabilità, scegliendo ciò che sostiene la rete della vita. Lo sguardo delle piante ci insegna che sostenibilità significa “beneficio condiviso” ovvero prosperare tutti assieme. Per rendere sostenibile lo sguardo umano, allora, dobbiamo diventare capaci di integrare le diverse prospettive nelle scelte che la nostra società compie ogni giorno. Dobbiamo diventare attenti osservatori del benessere altrui. Non è facile, ma è necessario.” Elisabetta Zavoli, autrice.
Curatore mostra
Denis Curti
Fotografa
Elisabetta Zavoli
Regia
Alessandro Tosatto/Adagio
Installazione 2: “(Neo) Nature”
La seconda installazione racconta uno dei possibili approcci volti a mitigare il cambiamento climatico, ovvero la ricerca su materiali innovativi per la produzione di accessori moda cruelty-free ed in armonia con l’ambiente di cui facciamo parte.
Lo fa attraverso gli occhi di tre giovani autori, Davide Piro, Sara Rombaldoni, e Andrea Valzania, studenti dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino (ISIA U). Oggetto di studio è l’azienda Miomojo, B Corp dal 2022 e vincitrice del primo Zordan Sustainability Award. L’azienda realizza accessori moda con materiali innovativi, cosiddetti next-gen, alternativi alla pelle e con una considerevole riduzione in termini di impatto climatico.
“Il lavoro fotografico di Davide Piro, Sara Rombaldoni e Andrea Valzania - studenti selezionati da ISIA - mette insieme riferimenti, tecniche e l’iconografia classica della fotografia. Lo still life che rimanda alla fissità dell’oggetto, alla natura morta, alla composizione ordinata e geometrica degli elementi; l’esploso, col dettaglio aumentato che diventa pop mentre contiene gli elementi di catalogazione tassonomica che rimandano agli erbari delle collezioni naturalistiche settecentesche; infine la metamorfosi del materiale che si fa oggetto, materia in trasformazione. Tra ciò che è famigliare e ciò che è fuori sincrono, esito di nuove nature, con i materiali bio-based che si trasformano in trame, tessuti, paesaggi alieni. Così lo sguardo, la produzione e l’osservazione scientifica della natura convertono la percezione. Non più cactus, mele, ananas, funghi ma oggetti di nuove identità e appartenenze, abitanti del fluido e mutevole ecosistema delle infinite possibilità." Cristiana Colli, curatrice mostra.
“L’intero lavoro fotografico si rifà alla pratica dello still life, che vede il soggetto come una natura morta: i colori, le texture, e i chiaroscuri portano la mente dell’osservatore a immaginare un nuovo paesaggio. I materiali bio-based si trasformano in trame, tessuti, paesaggi alieni.
Nella seconda parte il trucco si svela. Il racconto diventa reale attraverso dati tangibili. Alle macro della materia prima si sovrappongono le informazioni tecniche sulla composizione del semi-lavorato ricavato da essa. La loro natura scientifica si rileva, dando concretezza al prima e poeticizzando il dopo.
L’ultima sequenza fotografica conclude il racconto rendendo maggiormente tangibili le precedenti fasi. Finalmente cactus, mele, ananas, funghi e altre materie prime diventano borsa. Una serie di still life in scala di grigio mostra il processo, le fasi di realizzazione. La mela vista all'inizio ora è qualcos’altro. Si è trasformata, rendendo tangibile una nuova possibilità.” Davide Piro, Sara Rombaldoni, Andrea Valzania, autori.
“Il nostro obiettivo in qualità di Aziende B Corp è quello di lavorare insieme passando dall’individualismo all’interdipendenza, per innescare un cambiamento da un paradigma estrattivo ad uno rigenerativo, innescando la trasformazione- ormai non più rimandabile - verso modelli di business più sostenibili ed etici” Claudia Pievani, Founder e CEO di Miomojo.
Curatrice mostra
Cristiana Colli
Coordinamento accademico ISIA U
Jonathan Pierini
Autori (ISIA U)
Davide Piro
Sara Rombaldoni
Andrea Valzania
A proposito di Zordan
Zordan Srl SB è il punto di riferimento per i brand del lusso nella realizzazione di spazi retail attraenti per i clienti e sostenibili per l’ambiente e per l’uomo. Zordan nasce a Valdagno nel 1965 e deve il proprio successo alla realizzazione di un efficace modello di business fondato non solo sulla rigorosa applicazione delle proprie competenze tecniche ma anche sulla centralità dell’uomo nella vita aziendale, favorendo lo sviluppo della comunità locale attraverso l’educazione e la bellezza.
Zordan è una delle aziende sostenitrici del movimento B Corp in Italia e la prima azienda a livello globale nel settore dello shopfitting e arredamento di design ad ottenere già nel 2016 la certificazione B CorpTM. Questo è il risultato tangibile di una nuova stagione dell’imprenditorialità caratterizzata dalla volontà di dare un senso più elevato all’attività di impresa.