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Informazioni Evento

Luogo
EVENTI
Via Varese 18, Grosseto, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00

Vernissage
19/11/2011

ore 17

Artisti
Luca Grechi, Simone Polimeno
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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La mostra nasce dall’incontro, ma soprattutto da un sentimento in comune dei due giovani artisti toscani, Luca Grechi e Simone Polimeno, ossia quello di esprimere materialmente il concetto atavico, arcaico intrinseco in ognuno di noi, lato oscurato più che oscuro, da un tempo forse troppo contemporaneo per il peso della sua storicità. Fermarsi e pensare. Cercare di instaurare un rapporto prima di tutto con se stessi. Contempl-azione.

Comunicato stampa

La mostra nasce dall’incontro, ma soprattutto da un sentimento in comune dei due giovani artisti toscani, Luca Grechi e Simone Polimeno, ossia quello di esprimere materialmente il concetto atavico, arcaico intrinseco in ognuno di noi, lato oscurato più che oscuro, da un tempo forse troppo contemporaneo per il peso della sua storicità. Fermarsi e pensare. Cercare di instaurare un rapporto prima di tutto con se stessi. Contempl-azione.
Come il titolo della mostra, che seppur privo di un suo proprio significato, il suono e la musicalità che esprime nel pronunciarlo ci rimanda inevitabilmente a qualcosa di “passato”, accaduto, ma che tuttavia non è ancora finito. Come accade con la musica minimalista ed infinita, perché mandata in loop, opera di Simone Polimeno, “esposta” nella mostra , che “accompagna” le sue stesse sculture ed i quadri di Luca Grechi.
L’espressione artistica è totale ed il circolo sinergico creato dal suono-astratto, dalla scultura-tattile e dalla pittura-visibile ha sua apoteosi nel momento della fruizione. Lo spettatore è parte integrante dell’opera, come spesso succede nell’arte contemporanea, in ciò che appunto accade in quel preciso istante.
Ci si muove tra un passato-presente anche nella pittura di Luca Grechi, che ci rinvia immagini arcaiche della memoria, del segno, del primitivismo, del suo crescere in base all'’etica e alla morale del tempo, quindi alla sua contemporaneità. In qualche modo possiamo definirle “nature morte”, elementi ( scultorei, animali, fantastici, umani) dove il colore è assente, l’immagine è rarefatta, l’aria è tersa, tutto è fermo ma tuttavia sono presenti leggeri movimenti, determinati da piccoli elementi della forma. Monocromia del colore, scale di grigi, bianchi e neri si dipanano sulla tela per creare spazi all’apparenza infiniti, desolati, freddi, monumentali, in alcuni casi quasi mitologici, precari dove si confrontano l’uomo e la natura. Una natura rarefatta e un uomo, costituito solo da una silhouette, che ha perso la sua identità, la sua appartenenza a qualcosa di più grande, ad un sistema, immerso in un nuovo sistema che porta a delle domande: chi sei, come sei, che fai. La mostra è un richiamo al senso di appartenenza.
Simone Polimeno che con le sue opere scultoree crea una sinergia con i quadri di Luca Grechi, sia per il soggetto-oggetto, per la cromaticità della pietra utilizzata, per la scelta iconografica, ci spiega: “Il senso di appartenenza mi affascina e mi ossessiona contemporaneamente, poiché in questo mondo, in questa era il tempo e' un chiodo fisso. Lo stesso raccontare che le mie sculture sono realizzate nel modo più tradizionale, ossia scalpello e martello, fa quasi restare tutti a bocca aperta. Sembra impossibile che qualcuno scelga la strada più lunga e faticosa in un mondo che offre e tende ad offrire sempre la soluzione più veloce e meno dura.” Le sue sculture rappresentano teste non umane, quasi aliene che rimandano alla mitologia ad un legame con l’arcaico rafforzato attraverso la tecnica primitiva, martello-scalpello, da lui citata. La concezione, per entrambi gli artisti è quella di una nuova era, passando attraverso zone aride, deserte, apparentemente senza vita, per sottolineare il valore della vita stessa.
Isabella Vitale
Samuele Pari