Il Piccolo Principe

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO ALLA SCALA
Via Filodrammatici, 2, 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
15/10/2022

ore 11

Generi
teatro

Il piccolo principe: la nuova opera per bambini in prima assoluta alla Scala.

Comunicato stampa

Sabato 15 ottobre alle 11 va in scena la prima assoluta del lavoro tratto dal celebre racconto
di Saint-Exupéry dal compositore Pierangelo Valtinoni e dal librettista Paolo Madron.
La regia di Polly Graham coinvolge i bambini che grazie a un kit apposito
prepareranno stelle di carta con cui animare anche la platea.
Sul podio dei complessi dell’Accademia il vincitore
del Concorso Toscanini 2021 Vitali Alekseenok

Sabato 15 ottobre la Scala presenta due prime: alle 20 il nuovo allestimento di Fedora di Umberto Giordano con la direzione d’orchestra di Marco Armiliato e la regia di Mario Martone e alle 11 la prima assoluta de Il piccolo principe, l’opera per bambini commissionata dal Teatro a Pierangelo Valtinoni su libretto di Paolo Madron, dall’omonimo racconto di Antoine de Saint-Exupéry.
La nuova opera andrà in scena per 25 recite, le prime con la direzione di Vitali Alekseenok, giovane maestro bielorusso vincitore del Concorso Toscanini 2021 - poi nel corso delle rappresentazioni saliranno sul podio anche Bruno Nicoli e Paolo Spadaro Munitto - e con la regia di Polly Graham, apprezzata per i progetti educativi ideati e realizzati per Glyndebourne, la English National Opera e la Welsh National Opera. Per la Scala Polly Graham ha puntato sull’empatia tra i ragazzi in scena e i bambini in sala, che saranno coinvolti nella rappresentazione grazie alle stelle di carta da realizzare con un kit apposito scaricabile alla pagina dello spettacolo sul sito web del Teatro.
Il progetto “Grandi opere per piccoli”, che dal 2015 ha presentato opere del grande repertorio ridotte per l’infanzia ed eseguite da solisti e complessi dell’Accademia Teatro alla Scala, punta ora su musica nuova scritta appositamente per gli spettatori più giovani. Per questo il Teatro ha coinvolto Pierangelo Valtinoni e Paolo Madron che hanno scritto insieme, come compositore e librettista, opere per ragazzi eseguite in tutto il mondo: la fortunatissima Pinocchio dopo il debutto a Vicenza ha riscosso un grande successo nel 2007 alla Komische Oper di Berlino ed è stata ripresa a Monaco di Baviera, alla Volksoper di Vienna, alla Zarzuela di Madrid, al Regio di Torino, alla Fenice di Venezia e ancora a Mosca, Lima e Hong Kong. Nel 2010 ha debuttato a Berlino La regina delle nevi, nel 2016 è stata la volta del Mago di Oz all’Opera di Zurigo, dove nel 2022 ha visto la luce anche Alice nel paese delle meraviglie.

Il progetto “Grandi Spettacoli per Piccoli” è realizzato con il sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Italmobiliare.

IL PICCOLO PRINCIPE
Per la Scala Valtinoni e Madron hanno rielaborato Il piccolo principe, celebre racconto scritto (e disegnato) da Antoine de Saint-Exupéry a New York e ivi pubblicato in traduzione inglese nel 1943. L’edizione francese sarebbe uscita da Gallimard nel 1945, un anno dopo che l’autore, arruolatosi nell’aviazione francese, era stato abbattuto di fronte alla costa marsigliese da un velivolo della Luftwaffe. In Italia è Valentino Bompiani a pubblicarlo già nel 1949. Il piccolo principe è oggi disponibile in 300 lingue e risulta essere il testo letterario più tradotto, eccezion fatta per i testi religiosi.
La versione di Valtinoni e Madron, della durata di circa un’ora, presenta un linguaggio musicale contemporaneo ma volto a conquistare il pubblico con immediatezza ed efficacia comunicativa.
Tecnicamente ci si attiene all’ambito tonale, pur trattato con libertà, mentre nell’approccio al testo di Saint-Exupéry vengono sbalzati in primo piano i temi del viaggio e dell’iniziazione. Di questa iniziazione fa parte anche il tema del distacco, che viene trattato con delicatezza ma non eluso. Nello stesso tempo la rosa cui il Piccolo principe dedica ogni cura sul suo pianeta, o meglio sull’asteroide B-612, è sviluppata come metafora dell’amore adolescenziale. Il racconto di Saint-Exupéry si conferma come una summa dei passaggi della crescita, trattati però senza eccessi didascalici o moralistici.

La storia

Un bambino è intento a disegnare. Traccia una forma allungata con un rigonfiamento in mezzo: un boa che ha ingoiato un elefante. Quando mostra il suo capolavoro ai genitori, riceve una delusione: in quell’immagine piena di fantasia, quelli non vedono che un cappello. Molti adulti, purtroppo, si sono dimenticati di essere stati bambini.
Non tutti, però. Diventato grande, il nostro disegnatore incompreso è diventato un aviatore, un Pilota sempre in cerca di avventure. Un giorno, mentre sta sorvolando il deserto del Sahara, un guasto lo costringe a un atterraggio d’emergenza. Mentre cerca di riparare l’aeroplano, ecco sbucare tra le dune un bambino con i capelli biondi, avvolto in una enorme sciarpa gialla. È il piccolo Principe, il protagonista della nostra storia.
Senza tanti preamboli, chiede al Pilota di disegnargli una pecora. Dopo vari tentativi, questi si cava d’impiccio disegnando una scatola: la pecora, spiega, si trova al suo interno. Il piccolo Principe, però, è preoccupato: oltre all’erba la pecora mangerà anche i fiori? Anche quelli con le spine? Al pensiero che la bestiola possa soffocarsi con una spina, scoppia in lacrime. Il Pilota lo tranquillizza promettendogli di disegnare una museruola alla pecora. L’aviatore, però, è rimasto colpito: sa che ogni lacrima racchiude un suo mistero.
Il piccolo Principe racconta la sua storia. Anche lui è sceso dal cielo: viene dall’asteroide B-612, poco più grande di una stanza, dove viveva in compagnia di una bellissima Rosa che accudiva amorevolmente. La Rosa era nata da certi semi portati dai venti dello spazio e si dava arie da gran viaggiatrice. Incuriosito e un po’ indispettito dalle sue vanterie, il piccolo Principe cominciò a provare il desiderio di visitare altri pianeti; e così, un giorno, salutò la sua Rosa e partì facendosi trasportare da uno stormo di Uccelli migratori che passava di lì.
Arrivò su un altro asteroide, dove viveva niente meno che un Re. Al Re piaceva moltissimo comandare, perché lo faceva sentire davvero importante. Purtroppo, però, non c’era nessuno! Il piccolo Principe rimase pazientemente a farsi impartire un po’ di ordini; poi, annoiato, ripartì con gli Uccelli.
Passò poi dal pianeta della Vanitosa. La Vanitosa era una cantante, e avrebbe tanto desiderato un pubblico che l’ammirasse! Le avrebbe permesso di non soffrire la solitudine e non accorgersi di invecchiare. Il piccolo Principe, sempre più perplesso, riprese il volo con gli Uccelli migratori.
Giunse su un altro pianeta, abitato da un Uomo d’affari impegnato in interminabili conteggi: per accumulare più ricchezze di tutti, era diventato un compratore di stelle. Il piccolo Principe obiettò che non basta possedere le cose, ma bisogna prendersene cura; l’Uomo d’affari, però, era troppo assorbito dai suoi calcoli e non lo sentì nemmeno. Gli Uccelli si divertirono a fargli il verso, starnazzando numeri su numeri; poi, ripreso il loro passeggero, si diressero verso la Terra. Arrivati al deserto del Sahara, fecero scendere il piccolo Principe e volarono via. Si fece allora avanti un Serpente, strisciando tra le dune, che invitò il giovane viaggiatore a chiamarlo se avesse sentito nostalgia di casa: avrebbe pensato lui a organizzargli il viaggio.
Il piccolo Principe attraversò le sabbie del deserto, le rocce e le nevi, e arrivò in un giardino pieno di rose. Fu stupito e un po’ deluso, perché era convinto che la sua fosse l’unica Rosa al mondo. In quel momento si fece avanti una Volpe. Il piccolo Principe la invitò a giocare. La Volpe acconsentì, ma prima lui avrebbe dovuto addomesticarla: cioè, avrebbero dovuto diventare amici.
Il racconto è terminato. Il piccolo Principe e il Pilota, assetati, s’incamminano in cerca d’acqua. L’adulto è dubbioso, ma il bambino lo esorta a non perdere la fiducia: non bisogna fermarsi alle apparenze, l’essenziale è invisibile agli occhi. Così, i due ripartono, e subito trovano un pozzo! Possono finalmente bere. Il piccolo Principe ride felice, ma il Pilota è turbato senza sapere perché. A malincuore, si avvia verso l’aeroplano per finire di ripararlo.
Rimasto solo, il piccolo Principe sente la nostalgia del suo asteroide e della Rosa. Chiama il Serpente, che non si fa aspettare. Lo rassicura: il suo veleno gli permetterà di viaggiare più in fretta. Poi avvolge il piccolo Principe tra le sue spire.
Torna il Pilota, che ha assistito alla scena da lontano. Vede il piccolo Principe prendere il volo, avvolto da una luce gialla, e posarsi su una stella. A terra rimane solo la sua sciarpa. Il Pilota alza lo sguardo: dal cielo, risuona la risata argentina del piccolo Principe.

La musica

Il piccolo Principe è un libro per bambini? Sì, ma non solo: la storia fiabesca e poetica nata dalla penna di Antoine de Saint-Exupéry ha molto da dire a tutti, grandi e piccoli; forse soprattutto agli adulti che non hanno dimenticato di essere stati bambini. Nelle avventure del piccolo Principe trovano posto argomenti profondi come il significato dell’amicizia, la capacità dei sentimenti di dare valore alle nostre scelte, l’importanza di saper guardare al di là delle apparenze e addirittura un tema difficile come quello della morte.
Lo stesso discorso si può fare per la musica composta da Pierangelo Valtinoni per questa nuova versione del Piccolo Principe, basata su un adattamento del romanzo scritto da Paolo Madron e realizzata appositamente per il Teatro alla Scala. Si tratta di un’opera pensata soprattutto per i bambini, ma che allo stesso tempo, come il libro, si rivolge anche agli adulti: ognuno troverà pane per i suoi denti.
La musica è molto varia, in continua trasformazione, ma attraversata dall’inizio alla fine da una sottile vena di malinconia, proprio come il romanzo. In gran parte, a dare questo particolare colore alla musica è il tema principale dell’opera, quello associato al piccolo Principe: una melodia delicata, che pare pronta a spiccare il volo. È la prima a risuonare in orchestra, prima ancora che si apra il sipario, e percorre tutta l’opera, facendo capolino tra altre idee, talvolta in forma un po’ modificata, ma sempre riconoscibile. D’altra parte, come dice la Volpe, gli amici si riconoscono tra mille e mille! Sul palcoscenico, la parte del piccolo Principe è interpretata da un soprano leggero (o da una voce bianca), che con la sua voce acuta e sottile rende bene l’idea di un bambino. Tende a cantare in modo semplice, lineare, per esprimere la sua innocenza.
Oltre al protagonista, anche gli altri personaggi ricevono un trattamento musicale particolare, diverso da tutti gli altri: il compositore ha dato a ognuno di loro una voce inconfondibile. Così, la Rosa è affidata alla purezza di una voce bianca e si presenta con una melodia affascinante, che ci fa capire bene perché il piccolo Principe sia incantato da lei. Al Pilota, naturalmente, spetta una voce maschile: quella di un basso, scura e profonda. È un sognatore, che talvolta rimane assorto a intonare melodie sospese. Anche l’orchestra ce lo fa capire, sottolineando le sue parole con immagini musicali evocative, movimentate, ricche di colori. Mentre la parte della Volpe è affidata alla voce morbida di un mezzosoprano e caratterizzata da melodie scattanti, lanciate in continue corsette avanti e indietro, il Serpente è interpretato da un baritono, cioè dal cantante che di solito nell’opera impersona parti d’antagonista, ma anche di saggi o anziani, oppure di personaggi comici. Il Serpente infatti non è né buono né cattivo: è una figura misteriosa, che canta con melodie sinuose, sfuggenti, che procedono in modo imprevedibile.
Anche i comprimari appaiono ben caratterizzati. Il Re è un baritono dai toni imperiosi, che l’orchestra sostiene con ritmi marziali; ma gli interventi del piccolo Principe ne spezzeranno la regolarità. La Vanitosa è un soprano e si presenta come la caricatura di una cantante lirica: risulta sempre eccessiva, come se recitasse, e perfino il tempo di valzer su cui canta appare un po’ meccanico. La scena dell’Uomo d’affari, poi, si svolge in un panorama musicale tutto luccicante di puntini luminosi e freddi, proprio come le stelle che il personaggio conta senza sosta. D’altra parte, tutti gli ambienti che fanno da sfondo alle avventure del piccolo Principe sono dipinti attraverso l’infinita tavolozza di colori dell’orchestra: dallo spazio, sospeso in un pulviscolo finissimo di suoni, al deserto, percorso da echi simili a giochi di specchi.
Nella scena finale dell’opera, poi, i due ambienti, il deserto e lo spazio, s’incontrano, sembrano sovrapporsi e diventare una cosa sola. Il tempo sembra fermarsi, fino all’ultimo ritorno del tema principale nel coro conclusivo. Un coro dolcissimo sembra dirci che, in fondo, il piccolo Principe non morirà mai.

Luca Rossetto Casel

PIERANGELO VALTINONI
compositore

Nato a Montecchio Maggiore (Vicenza), ha studiato organo e composizione organistica, musica corale e direzione di coro, composizione e direzione d’orchestra. Si è esibito in Italia e all’estero come organista. Come direttore del Paralleli Ensemble e dell’Icarus Ensemble ha tenuto numerosi concerti in Europa e in Messico.
Le sue composizioni sono incise per diverse etichette, trasmesse da emittenti nazionali italiane e straniere e pubblicate da varie case editrici. In particolare, le opere Pinocchio, La Regina delle nevi, Il Mago di Oz, Alice nel Paese delle Meraviglie, Pigafetta e il primo viaggio intorno al mondo e Il piccolo Principe, scritte con il librettista Paolo Madron, rientrano tra le opere contemporanee più rappresentate al mondo (America latina, Australia, Austria, Cina, Corea, Germania, Italia, Portogallo, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera). La sua attività di compositore d’opera è stata oggetto di quattro diverse tesi di laurea.
Nel 2006 ha vinto il premio per il miglior commento musicale al 60° Festival Nazionale di Arte Drammatica di Pesaro e nel 2014 ha ricevuto il Premio ASAC per la musica corale. Nel 2017 l’Accademia Olimpica di Vicenza lo ha accolto tra i suoi accademici e nel 2019 la sua città natale lo ha nominato Cittadino benemerito del Comune di Montecchio Maggiore,
Fa parte della Commissione artistica della FENIARCO, la Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali.
Insegna al Conservatorio di Vicenza, oltre a tenere lezioni e seminari di analisi, di orchestrazione e di composizione.

PAOLO MADRON
librettista

Giornalista e saggista. Laureato in Semiologia e Storia del cinema all’Università di Padova e specializzatosi alla Sorbona, alla metà degli anni Ottanta ha fondato il settimanale, poi quotidiano, La nuova Vicenza. Corrispondente da New York del settimanale Milano Finanza, è stato poi inviato economico di Panorama, di cui nel 2004 è diventato vicedirettore, e del Sole 24 Ore tra il 2008 e il 2010. Editorialista de Il Foglio e Il Giornale; nel 2010 ha fondato il quotidiano online Lettera43.it e dal 2021 è direttore di tag43.it
Nel 2019 ha debuttato nella poesia con la raccolta di versi Biologico Baratto.
Ha affiancato al giornalismo e alla scrittura l’attività di librettista d’opera. In collaborazione con il compositore Pierangelo Valtinoni tra il 2011 e il 2021 ha realizzato Pinocchio, La regina delle nevi, Il mago di Oz, Alice nel paese delle meraviglie.

VITALI ALEKSEENOK
direttore d’orchestra

Nato in Bielorussia, si è formato al Conservatorio di San Pietroburgo e all’Accademia Musicale “Franz Liszt” di Weimar, perfezionandosi con Bernard Haitink, Bruno Weil e Rüdiger Bohn. Come vincitore del Concorso MDR per direttori d’orchestra nel 2018, ha già diretto la MDR Sinfonieorchester, la Lucerne Festival Strings, la Staatskapelle Weimar, i Karlsbader Symphoniker e le Orchestre Filarmoniche di Jena, Gotha e Leopoli. Nell’ottobre 2021 ha vinto il IX Concorso Internazionale “Arturo Toscanini” di Parma. Dalla Stagione 2017-2018 è Direttore principale e musicale dell’Abaco-Orchester dell’Università di Monaco di Baviera.
Ha lavorato come direttore d’opera e assistente nei teatri di Monaco, Vienna, Barcellona, Weimar, Graz e Varna. Nell’estate 2019 ha debuttato in Italia con il Rigoletto al Teatro Mancinelli di Orvieto. Nell’autunno del 2021 ha diretto la prima ucraina del Tristan und Isolde all’Opera Nazionale dell’Ucraina a Kiev.
Nel 2022 ha diretto il Concerto di Capodanno al Teatro Bellini di Catania, Die Zauberflöte alla Deutsche Oper am Rhein e Nabucco all’Opera di Odessa, Die Bernauerin di Orff al Festival Carl Orff di Andechs e vari concerti: al Rossini Opera Festival di Pesaro, alla Beethoven Saal di Bonn e alla Pierre-Boulez Saal di Berlino. Da novembre sarà primo Kapellmeister della Deutsche Oper am Rhein, dove dirigerà Die Zauberflöte, Tosca, Hänsel und Gretel, e i balletti Le Sacre du printemps e Lo schiaccianoci; inoltre inaugurerà la stagione sinfonica del Teatro Bellini di Catania.
Dalla Stagione 2020-2021 insegna direzione d’orchestra presso la Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Francoforte sul Meno. Nel giugno 2021 è stato nominato Direttore artistico del Kharkiv Music Fest, in Ucraina, e dalla Stagione 2021-2022 è anche Direttore principale della Monferrato Classic Orchestra. È fondatore e direttore artistico dell’ensemble Paradigme, con cui collabora eseguendo compositori del XX e XXI secolo; nell’autunno 2018 ha partecipato con l’ensemble a una nuova produzione dell’opera Weiße Rose di Udo Zimmermann allo Studiotheater Belvedere di Weimar.

alekseenok.com

POLLY GRAHAM
regista

Ha studiato inglese al Trinity College di Dublino e ha conseguito la laurea magistrale in testo e performance alla Royal Academy of Dramatic Art. Ancora studentessa, ha collaborato con il Shakespeare Festival di Santa Cruz, la Streetwise Opera, il Teatr Pieśń Kozła di Breslavia (Polonia) e il Théâtre du Soleil.
Regista d’opera e di teatro, è Direttrice artistica del Longborough Festival Opera, nonché fondatrice e Direttrice artistica della compagnia Loud Crowd. Nel 2016 ha ottenuto l’Independent Opera Director Fellowship; nel 2017 e nel 2018 ha vinto il Wales Theatre Award per la migliore produzione operistica; nel 2017 è stata nominata nella categoria “Esordienti” agli International Opera Awards e al Royal Philharmonic Society Young Artist Award. Nel 2019 ha debuttato alla Staatsoper di Vienna firmando la regia della prima mondiale di Orlando di Olga Neuwirth. Ha messo in scena Le vin herbé di Frank Martin per la Welsh National Opera e il Theater St. Gallen; A Christmas Carol di Iain Bell al Teatro Sociale di Trento; Il ritorno d’Ulisse in patria di Monteverdi per il Longborough Festival Opera; The Emperor of Atlantis di Viktor Ullmann con Loud Crowd a Londra; la prima britannica di Simplicius Simplicissimus di Karl Amadeus Hartmann per l’Independent Opera al Sadler’s Wells e Die Zauberflöte per il Royal College of Music di Londra. Nelle ultime stagioni ha allestito opere dei repertori più svariati, spaziando da Dido and Aeneas di Purcell per la Blackheath Halls Opera a Bloom Britannia, andata in scena a Hastings nell’ottobre 2021, una nuova opera comunitaria con musica di Orlando Gough e libretto di Stephen Plaice, che accanto a cantanti professionisti ha convolto gli abitanti di Hastings, St. Leonards-on-Sea e Bexhill.
I suoi prossimi progetti comprendono Così fan tutte per la Irish National Opera di Dublino e The Fairy Queen di Purcell per il Longborough Festival Opera.

pollygraham.com

BRUNO NICOLI
direttore d’orchestra

Nato a Carrara, ha studiato all’Istituto Musicale “L. Boccherini” di Lucca, diplomandosi in pianoforte e composizione, e si è laureato in Lettere moderne con indirizzo storico-musicale presso l’Università di Pisa, con una tesi sul finale di Turandot. Dopo essersi perfezionato in direzione d’orchestra con Emilio Pomarico e Bruno Rigacci, ha debuttato dirigendo Il tabarro al Teatro Mancinelli di Orvieto. Nel 1996 ha iniziato a collaborare con il Teatro alla Scala come maestro di sala, assistente preparatore del coro, direttore delle prove di scena e suggeritore e nel 2014 è nominato stabilmente Direttore dei complessi musicali di palcoscenico. Nel frattempo continua la sua attività di direttore d’orchestra; ha diretto Turandot al Festival Puccini di Torre del Lago nel 2002, 2003 e 2004 e nel 2006 ha debuttato al Musikverein di Vienna in un concerto con musiche di Čajkovskij e Bartók. Ha diretto Die Zauberflöte (2008) e Carmina Burana (2010) per Festivalopera di Firenze e Tosca nei teatri del Circuito Lirico Lombardo nel 2010; è tornato al Festival Puccini per il Trittico nel 2014 e Turandot nel 2015. Nel 2017 ha curato e diretto a Lucca la prima esecuzione in tempi moderni delle Lamentazioni di Geremia, musiche a carattere sacro degli avi di Puccini Giacomo senior, Antonio e Domenico. Nel 2018 è la volta del Barbiere di Siviglia al Teatro del Giglio di Lucca, mentre nel 2019 dirige Cavalleria rusticana al Teatro Greco di Tindari. Parallelamente ha proseguito la carriera di pianista, con tournée in Giappone e concerti in Gran Bretagna, in Francia e negli Stati Uniti; ha tenuto quasi duecento recital, accompagnando cantanti del calibro di Ghena Dimitrova, Rajna Kabaivanska, Tiziana Fabbricini, Luciana Serra, Salvatore Licitra, Giuseppe Filianoti e Vincenzo La Scola.
Attualmente insegna Elementi di direzione d’orchestra per gli allievi maestri collaboratori dell’Accademia Teatro alla Scala e tiene masterclasses per cantanti lirici. Nel 2020 ha pubblicato il libro La lirica, scusate, non è una cosa seria. Maestri, cantanti, orchestrali e tecnici all’Opera.

brunonicoli.it

PAOLO SPADARO MUNITTO
direttore d’orchestra

Direttore d’orchestra, cembalista e pianista, dal 2002 è Maestro di sala al Teatro alla Scala e dalla Stagione 2021-2022 è Direttore principale dello Jerusalem Lyric Opera Festival. Ha collaborato con teatri, festival e orchestre in tutto il mondo, tra cui i Tiroler Festspiele di Erl, l’Orchestra del Teatro nazionale dell’Opera di Zagabria, il Festival Zomeropera Alden Biesen in Belgio, il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Rossini Opera Festival di Pesaro, la Philharmonie di Dresda, l’Opera Giocosa di Savona e l’Ashdod Symphony Orchestra di Israele, oltre che con l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, i Cameristi del Teatro alla Scala e gli Strumentisti del Teatro alla Scala. Nella stagione in corso ha debuttato al Teatro Filarmonico di Verona con l’Orchestra dell’Arena in occasione del “Concorso pianistico Città di Verona”, concerto inserito nella stagione sinfonica della Fondazione Arena di Verona; ha diretto una nuova produzione di Histoire du soldat per Arena Young, Cavalleria rusticana e Carmen a Gerusalemme e numerosi concerti in qualità di pianista e/o cembalista. Con un repertorio che spazia dal Barocco alla musica contemporanea, si trova a proprio agio in ambito sia lirico e sinfonico, sia cameristico e solistico. Apprezzato docente, dal 2005 insegna al Corso di perfezionamento per cantanti lirici e al Corso di specializzazione per maestri collaboratori presso l’Accademia Teatro alla Scala; è regolarmente invitato a tenere masterclasses sull’opera lirica italiana e a far parte delle giurie di importanti concorsi internazionali.

paolospadaro.it

FONDAZIONE ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Il primo nucleo della vocazione che il Teatro alla Scala ha sempre dimostrato per la formazione delle nuove generazioni nel campo dello spettacolo risale al 1813, anno in cui nasce la Scuola di Ballo, che, nel tempo, ha formato i più grandi talenti della danza. La storia di quella che ai nostri giorni è conosciuta come Accademia Teatro alla Scala vanta dunque oltre due secoli; dopo la nascita nel 1946 della Scuola di canto e negli anni Settanta del Corso di scenografia, in seguito al progressivo allargamento dell’offerta didattica del Teatro milanese durante gli anni Novanta, nel 2001, per volontà del Sovrintendente Carlo Fontana, l’Accademia ha assunto l’attuale fisionomia, come Fondazione, con la distribuzione dei corsi in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) e proposte formative e di perfezionamento che abbracciano pressoché tutte le professioni legate allo spettacolo dal vivo.
Oggi l’Istituzione, presieduta da Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci, accoglie studenti provenienti da ogni parte del mondo per accompagnarli alla carriera professionale sotto la guida dei migliori professionisti del Teatro alla Scala e dei più qualificati esperti del settore che condividono una metodologia didattica che privilegia l’attività pratica su quella teorica secondo la filosofia del learning by doing, grazie a un’intensa e quotidiana formazione “sul campo”, attraverso concerti, produzioni d’opera e di balletto, esposizioni, progetti speciali e installazioni, oltre a tirocini nelle maggiori istituzioni di spettacolo del mondo. Gli allievi hanno l’opportunità di misurarsi in scena e dietro le quinte in primis al Teatro alla Scala, ma anche presso altri teatri ed enti culturali di grande prestigio, in Italia e all’estero.
I Soci Fondatori dell’Accademia, oltre al Teatro alla Scala, sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Intesa Sanpaolo, Fondazione Milano per la Scala, Fondazione Bracco, Fondazione Berti, Università Commerciale Luigi Bocconi. A questi si aggiunge un rilevante gruppo di sostenitori, fra fondazioni, associazioni, aziende e privati, che permettono all’istituzione scaligera di erogare borse di studio e di favorire diverse formule volte ad agevolare la frequenza degli studi.

ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA

I corsi riservati agli artisti del canto hanno una storia longeva e prestigiosa. È del 1946, infatti, la creazione di una “Scuola di perfezionamento per giovani artisti lirici” per volontà dell’allora Sovrintendente del Teatro alla Scala Antonio Ghiringhelli e di Arturo Toscanini, dal 1953 nota come Scuola dei Cadetti della Scala. La Scuola, che ha forgiato grandi voci – bastino i nomi di Luis Alva e di Paolo Montarsolo – è rinata a nuova vita nel 1997 come Accademia di perfezionamento per cantanti lirici grazie a Carlo Fontana e a Riccardo Muti, che ne affidano la direzione a Leyla Gencer. Dalla scomparsa del grande soprano, nell’albo d’oro dei direttori figurano i nomi di Mirella Freni e di Renato Bruson. Oggi a tenerne le redini è Luciana D’Intino, titolare del magistero di tecnica vocale e interpretativa, affiancata da professionisti di indiscussa autorevolezza. Il programma ha l’obiettivo di accompagnare alla carriera professionale cantanti dotati di una solida preparazione musicale nell’arco di un rigoroso percorso biennale. Per il biennio 2021-2023 sono presenti per l’approfondimento del repertorio Gregory Kunde e Pietro Spagnoli e per lo studio dei ruoli i maestri Beatrice Benzi, Nelson Guido Calzi, Michele D’Elia, Umberto Finazzi, Jeong Un Kim, Vincenzo Scalera, Paolo Spadaro Munitto e James Vaughan, nonché la regista Marina Bianchi, a cui è affidato l’insegnamento di arte scenica. Lo studio quotidiano, che prevede anche l’apprendimento della lingua italiana per gli allievi stranieri, s’intreccia costantemente con la partecipazione dei solisti alle produzioni in scena al Teatro alla Scala, accanto a interpreti, direttori d’orchestra e registi di fama.
Le masterclasses tenute nel corso degli anni da Luis Alva, Marcelo Álvarez, Teresa Berganza, Enzo Dara, Juan Diego Flórez, Gregory Kunde, Christa Ludwig, Eva Mei, Giorgio Merighi, Leo Nucci, Ruggero Raimondi, Renata Scotto, Luciana Serra e Shirley Verrett hanno ulteriormente arricchito l’esperienza formativa.
Sin dalla prima edizione del corso, agli allievi sono state date molte occasioni per mettersi alla prova sul palcoscenico, grazie a un’intensa attività concertistica e alla partecipazione a titoli d’opera in Italia e all'estero.
Inoltre, ha sempre rivestito particolare importanza il “Progetto Accademia”, una produzione operistica realizzata dal Teatro alla Scala, interamente affidata agli allievi e dal 2000 inserita nel cartellone della Stagione del Piermarini. Da allora, numerosi sono gli allestimenti storici e le nuove produzioni che sono andati in scena con nomi di livello assoluto, sia per la direzione musicale sia per la regia, un ampio repertorio che comprende diversi titoli di Mozart (Ascanio in Alba, Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Die Zauberflöte), Cimarosa (Il matrimonio segreto), Salieri (Prima la musica e poi le parole), Rossini (L’occasione fa il ladro, L’italiana in Algeri, La scala di seta, Il barbiere di Siviglia), Donizetti (Ugo, conte di Parigi, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, Don Pasquale), Humperdinck (Hänsel und Gretel), Cherubini (Alì Baba e i 40 ladroni), Verdi (Un giorno di regno, Oberto, conte di San Bonifacio, Rigoletto), Puccini (La bohème, Gianni Schicchi). A questi si aggiungono le opere del progetto “Grandi Spettacoli per Piccoli”, che dal 2014 propone noti titoli del repertorio in versione ridotta per avvicinare bambini e ragazzi in età scolare al teatro musicale.
Fra gli ex allievi che possono vantare una brillante carriera si ricordano i soprani Serena Farnocchia, Carmen Giannattasio, Anja Kampe, Irina Lungu, Nino Machaidze, Sae Kyung Rim, Pretty Yende, Federica Lombardi, Fatma Said; i mezzosoprani Ketevan Kemoklidze, Anita Rachvelishvili, Nino Surguladze, Aya Wakizono; il contralto Sonia Prina; i tenori Giuseppe Filianoti, Leonardo Cortellazzi, Azer Zada, Giovanni Sala; i baritoni Elia Fabbian, Fabio Capitanucci, Massimo Cavalletti, Christian Senn, Vincenzo Taormina, Filippo Fontana, Filippo Polinelli, Mikheil Kiria; i bassi Simon Lim e Jong Min Park.

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Il progetto formativo dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala accompagna giovani musicisti alla futura carriera professionale offrendo loro, nell’arco di un biennio, una preparazione completa nel repertorio sinfonico, operistico e di balletto. Il programma didattico prevede lezioni individuali di strumento, musica da camera e prove a sezioni, tenute dalle Prime Parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, a cui si affianca un’intensa attività artistica, in Italia e all’estero, sotto la guida di alcuni fra i più autorevoli e rinomati direttori d’orchestra del mondo.
Gli allievi hanno l’opportunità di esibirsi al Teatro alla Scala, che non solo li ospita annualmente per il Progetto Accademia (opera inserita nel cartellone), ma li impegna anche per alcune produzioni del Corpo di Ballo e per numerosi concerti, oltre che per i titoli del repertorio operistico proposti in versione ridotta per il pubblico più giovane nell’ambito dell’iniziativa “Grandi Spettacoli per Piccoli”. Le opere e i balletti in scena al Teatro milanese fra il 2007 e il 2022 comprendono Così fan tutte, Le nozze di Figaro, L’occasione fa il ladro, L’italiana in Algeri, Don Pasquale, La scala di seta, Sogno di una notte di mezza estate, Giselle, Onegin, L’histoire de Manon, Il barbiere di Siviglia, Die Zauberflöte, Hänsel und Gretel, Alì Baba e i quaranta ladroni, Gianni Schicchi, Prima la musica e poi le parole, Rigoletto, Il matrimonio segreto.
L’Orchestra dell’Accademia si è esibita i numerosi teatri, società concertistiche e festival di rilievo internazionale, tra cui il Teatro Bol’šoj di Mosca, la Philharmonia di San Pietroburgo, la Royal Opera House di Muscat, l’Harris Theatre di Chicago, la Strathmore Hall di Washington, il Peter Norton Symphony Space di New York, il Clarice Smith Performing Arts Center dell’Università del Maryland, il Richardson Auditorium dell’Università di Princeton, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro di San Carlo di Napoli, il Petruzzelli di Bari, il Bellini di Catania, il Luigi Pirandello di Agrigento, il Vittorio Emanuele di Messina, l’Auditorium Rai di Torino, il Festival di Ravello, la Kissinger Sommer e i Wolfegger Festspiele.
Alla direzione si sono avvicendati artisti come Roberto Abbado, Marc Albrecht, Giovanni Antonini, John Axelrod, Roland Böer, Paolo Carignani, David Coleman, Ottavio Dantone, Óliver Diaz, Placido Domingo, Gustavo Dudamel, Christoph Eschenbach, Diego Fasolis, Vladimir Ivanovič Fedoseev, Iván Fischer, Ádám Fischer, Lawrence Foster, Marco Guidarini, Theodor Guschlbauer, Michael Halász, Manfred Honeck, Fabio Luisi, Susanna Mälkki, Michele Mariotti, Zubin Mehta, Pietro Mianiti, Gianandrea Noseda, Daniel Oren, Evelino Pidò, Stefano Ranzani, Donato Renzetti, Daniele Rustioni, Mikhail Tatarnikov, Yuri Temirkanov, Lorenzo Viotti, Massimo Zanetti e hanno collaborato solisti del calibro di David Fray, Herbie Hancock, Olga Kern, Lang Lang, Andrea Lucchesini, Francesco Manara, Fabrizio Meloni, Miriam Prandi, Alessandro Taverna, Simon Trpčeski, Alexei Volodin, Giovanni Andrea Zanon.

CORO DI VOCI BIANCHE DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala ha raccolto nel 2010 l’eredità dello storico Coro di voci bianche scaligero, istituito nel 1984, affidato nel corso degli anni alla direzione di Gerhard Schmidt-Gaden, Nicola Conci e, dal 1994 a oggi a Bruno Casoni.
Sin dalla sua creazione, il Coro di voci bianche partecipa regolarmente alle produzioni d’opera e ai concerti del Teatro alla Scala ed è ospite delle stagioni d’importanti istituzioni musicali quali l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, il Teatro Comunale di Firenze e il Teatro Comunale di Bologna.
Nel 1998 il Coro di voci bianche ha collaborato all’incisione della Bohème di Puccini con i complessi scaligeri, sotto la direzione di Riccardo Chailly. Numerose le composizioni scritte appositamente per il Coro da noti compositori quali Azio Corghi, Sonia Bo, Bruno Zanolini, Alessandro Solbiati e Carlo Pedini, eseguite in prima mondiale assoluta.
Le partecipazioni a produzioni d’opera delle stagioni più recenti del Teatro alla Scala comprendono Carmen (2015), Tosca (2015 e 2019), Cavalleria rusticana (2015), Turandot (2015), CO2 (2015), Der Rosenkavalier (2016), La bohème (2017), Hänsel und Gretel (2017), Attila (2018), Lo schiaccianoci (2018), Die tote Stadt (2019), La dama di picche (2022), La Gioconda (2022).
Di grande rilievo anche l’attività concertistica. Si segnalano, in particolare, nel 2015 il concerto con i Wiener Philharmoniker sotto la direzione di Mariss Jansons, la Terza Sinfonia di Mahler diretta da Iván Fischer con la Budapest Festival Orchestra (2016) e da Riccardo Chailly con la Filarmonica della Scala, il concerto Le vie dell’amicizia: Ravenna-Tokyo diretto da Riccardo Muti e Die Zauberflöte per la Stagione lirica di OperaLombardia a Bergamo, Brescia, Como, Cremona e Pavia (2017). Nel 2019 il Coro di voci bianche ha partecipato alla cerimonia d’apertura delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci al Castello di Chambord, esibendosi alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron.
Le esperienze più recenti comprendono nel 2021 il concerto di chiusura del progetto “La Scala fa Scuola. Un Coro in Città”, iniziativa che, grazie alla creazione di quattordici cori nelle scuole primarie milanesi, ha visto esibirsi al Castello Sforzesco di Milano il coro scaligero al fianco dei bambini dei cori della città, e il concerto in alta quota a Pejo 3000 per l’evento clou del progetto artistico dalla forte matrice ecologista “Uno di un milione”, nato da un’idea del Collettivo OP e realizzato in collaborazione con l’Azienda per il Turismo della Val di Sole.