Il peccato senza colpa

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO E.
Alzaia Naviglio Grande 4, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
02/11/2013
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Dopo aver dato, con la mostra My Self, diverse intrepretazioni di sé stessi in quanto artisti, cercando di definire la propria figura in relazione con il mondo dell’arte e con il pubblico, gli elementi del Gruppo E si cimentano questo mese con il tema Il peccato senza colpa.

Comunicato stampa

Gruppo E Artisti
INAUGURAZIONE 2 novembre ore 17

Opere di
Patrizia Agatensi, Marco Bellomi, Giulio Belloni, Simone Boscolo, Fernanda Andrea Cabello, Valentina Carrera,
Vito Carta, Angelo De Boni, Rossano Di Cicco Morra, Anna Epis, Zane Kokina, Paolo Lo Giudice,
Giuseppe Orsenigo, Claudia Strà, Letizia Strigelli, Mariangela Tirnetta, Lyudmila Vasilieva, Marta Vezzoli

Gruppo E Fotografi
INAUGURAZIONE 9 novembre ore 17
con recital del Gruppo E Scrittori

Opere di
Marila Arces, Fiorenzo Bordin, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Nicoletta Fabbri, Andrea Fuso,
Paola Gatti, Daniele Gozzi, Serena Groppelli, Paul Helbling, Martina Massarente,
Simone Menicacci, Gianfranco Rossi, Claudio Santambrogio, Susanna Serri, Pavel Vavilin

Testi di
Alessandro Baito, Luigi Besana, Patrizia Burgatto, Andrea Fuso, Daniel Nevoso,
Virgilio Patarini, Livia Perfetti, Giacomo Pinelli, Andrea Pistone e Jessica D'Alessandro

Il peccato senza colpa
Dopo aver dato, con la mostra My Self, diverse intrepretazioni di sé stessi in quanto artisti, cercando di definire la propria figura in relazione con il mondo dell'arte e con il pubblico, gli elementi del Gruppo E si cimentano questo mese con il tema Il peccato senza colpa, per gli artisti dal 2 al 8 novembre, per i fotografi dal 9 al 15 novembre, con reading degli scrittori il giorno 9.

L'analisi che si è proposta di eseguire voleva spingere il Gruppo ad osservare il mondo dal punto di vista delle categorie morali, prendendo in considerazione la trasformazione del concetto di “altro da sé”, di “diverso”.
Ogni cultura, prodotto delle proprie origini culturali, in cui storia e politica e religione si fondono insieme formando il carattere dei popoli, è stata fino al principio dei grandi cambiamenti del secolo scorso, abbastanza chiusa ad influenze esterne; se queste poi venivano inglobate nel sistema di vita era sempre con difficoltà e attraverso un lento processo di assimilazione.
Quello che invece ancora oggi sta avvenendo è una trasformazione rapida, in cui, malgrado le forti resistenze, le culture si stanno aprendo sempre più all'esterno, non solo per le forti migrazioni, ma anche per un diffuso relativismo che ha come aspetto positivo l'accettazione, con più o meno accondiscendenza, di idee o morali che non coincidono con le proprie.

In un Occidente sempre più multietnico l'apparenza potrebbe essere che la società contemporanea sia ormai incamminata verso la convivenza pacifica dei popoli, delle diverse culture e religioni. Sappiamo invece che così non è.
Da ogni parte ci sono episodi di violenza contro gente dal colore della pelle diverso dal proprio, contro chi cammina per strada con una kippah in testa, contro chi ha semplicemente scritto qualcosa di scomodo sul passaporto, contro uomini che amano uomini o donne che amano donne, contro chi ha perso o non ha mai avuto una completa lucidità mentale.

Si intende comunemente per peccato una colpa contro Dio, qualsiasi sia la forma che esso prende nella cultura in cui si vive; commette peccato chi si allontana dai comandamenti divini. In generale peccato è un'azione, dettata da un limite che ci si deve sforzare di superare per ottenere attraverso il pentimento un giusto perdono.
Ciò che accade tutt'oggi è che viene indicato come peccato qualcosa che non dipende da nessun tipo di volontà, che non comporta nessuna azione contro nessuno.

I lavori del Gruppo E vogliono presentare un j'accuse contro un tipo di mentalità chiusa, autoreferenziata, che in nome della difesa della stabilità, dell'equilibrio e della sicurezza, si dimostra ingiusta contro chi non ha altra colpa che quella di essere quello che è, senza avere avuto la possibilità di scelta.
Se da un punto di vista morale la difesa della Vita deve considerare tutta la sua meravigliosa e caleidoscopica varietà, da un punto di vista sociale non si può dimenticare Benjamin Franklin: “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.”