Hommage to Fabio Mauri

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MICHELA RIZZO - EX BIRRERIA GIUDECCA
Isola della Giudecca 800Q 30133, Venezia, Italia
Date
Il
Vernissage
17/11/2013

ore 17

Generi
presentazione
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Presentazione del libro On screens – Hommage to Fabio Mauri.

Comunicato stampa

Domenica 17 novembre 2013 alle ore 17 sarà presentato alla Galleria Michela Rizzo di Venezia il libro On screens – Hommage to Fabio Mauri oltre alla performance Il Rancio ideata dallo stesso
artista. Nella performance il dolce della vita e l’amaro della morte si intrecciano, si depositano sulle cose. Come in un unico lungo fotogramma preso da un film di guerra, una ragazza, alla presenza di un giovane soldato, un ‘marmittone’, distribuisce ai presenti un brodo caldo, mentre sul dorso di una giovane donna viene proiettato il film La ballata di un soldato di Grigorji Chukhraj
Sempre nella stessa giornata saranno presentati gli elaborati realizzati in occasione del workshop Libro di/su artista di Claudio Cantelmi rivolto ai ragazzi associati alla Family Card della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Durante il laboratorio, ospitato sabato 16 novembre dalla Galleria Michela Rizzo in collaborazione con lo Studio Mauri, verranno realizzati libri d'artista ispirati alle opere di Fabio Mauri, da Schermo-Disegno del 1957 e dalla recente pubblicazione On Screens - Homage to Fabio Mauri, cogliendo anche gli spunti offerti dalla mostra Fabio Mauri. Picnic o il buon soldato che ha inaugurato il 23 settembre e prosegue negli spazi della galleria fino al 14 dicembre 2013.
Picnic o Il buon soldato è una mostra strutturata su due livelli: movimento e azione/stasi e contemplazione. La performance e le opere ideate da Fabio Mauri sul tema della guerra e della pace come involontaria attesa, sono realizzate utilizzando reperti originali e di uso comune del periodo bellico.
E’ un’attesa che ha in sé qualcosa di vitale, senza tristezza ma che non riesce a evitare la violenza crudele e irriguardosa del conflitto. L’esposizione è una parafrasi della vita. La natura diviene natura morta, essiccata da una morte reale che prevale su tutto.
E come scrive lo stesso Mauri nel suo testo del 1998 Il piano superiore è segreto
“…disinteressato alle materie prime, prive d’uomo, ho fatto dipingere il ferro. Ne è sorto un paesaggio notturno, d’acqua, con alberi e orizzonti. Una fotografia fatta ferro. La casa e la guerra sono emersi quali poli antagonisti
Quanto allo stile, la combinazione delle forme dell’uomo è la mia attitudine, non da oggi. L’ho detto tempo fa: la pittura per me è un collage. Persino un acquerello. Un collage di materie e pensiero lo è di certo.
Entrambi condividono la vita come materia e l’inclinazione simbolica della mente.
Il pensiero non opera che per forme. Si precisa per forme chiuse. Come gli oggetti”.
Carolyn Christov Bakargiev di Fabio Mauri e del suo continuo volgere lo sguardo al proprio e altrui passato e in particolare alla Seconda Guerra Mondiale in Europa scrive: Le sue opere puntano il dito verso un'aporia preoccupante: sono attuali se si pone attenzione agli eventi reali che accadono nel mondo – dilaniato da conflitti guerra e sofferenze, diaspore e migrazioni (com'è sempre stato il mondo, del resto) ma “inattuali” secondo le problematiche che si dibattono con allegria nell'ambito dell'arte contemporanea europea (o americana se si vuole considerare come un'emanazione di una stessa nozione occidentale d'arte). Ed è l'arte, pensavo, il luogo della ricerca di senso, il luogo dove il dubbio è di casa. (...)
Mauri raccoglie oggetti feroci e bellissimi oggetti d'uso militare – elmetti, canestri in vimini da porta proiettili, borracce, bisacce portabombe e li accosta con fiori secchi e spinosi in una serie di nature morte elegantemente allestite su lavagne nere fatte di pannelli di ferro..... Il bene e il male, riconoscere le origini inautentiche dei propri atti, riconoscere e sondare la colpa, sono costanti nel pensiero di Mauri. “L’artista non è sempre buono, ma ha un rapporto di coscienza esercitata. Accusa ma si confessa di continuo al mondo. L'abitudine ad analizzare gli permette di vivere l'esperienza solo in maniera mediata, mai diretta.”