Hermann Bergamelli – La plus que lente
La recente produzione ha visto Hermann Bergamelli procedere con nuove interpretazioni della sua pratica gestuale, operativa e incarnata nella materia sia tessile che pittorica. In mostra opere del tutto inedite in forma di scultura, dipinto e ricamo.
Comunicato stampa
La recente produzione ha visto Hermann Bergamelli procedere con nuove interpretazioni della sua pratica gestuale, operativa e incarnata nella materia sia tessile che pittorica. In mostra saranno esposte opere del tutto inedite in forma di scultura, dipinto e ricamo.
“Strappare e ricucire, tagliare e accumulare, dipingere e cancellare sono i contrappesi gestuali delle azioni che generano le opere di Hermann Bergamelli: un’operosità instancabile che si nasconde nella calma apparente di tele e sculture. Nella nuova serie di opere i momenti salienti del fare artistico dell’artista, la stasi e il movimento, si avvicinano ai principi del Pieno e il Vuoto, descritti dallo scrittore François Cheng in merito all’arte tradizionale orientale. La metodicità della pratica di Bergamelli crea il Pieno dal gesto e dal movimento: sia esso l’accumulazione dei totem scultorei, quasi riempiti da cima a fondo, sia esso la sottrazione continua degli strati di pittura, che portano alla realizzazione dell’omonima serie,Sottrazioni” (Edoardo De Cobelli).
Nato nel 1990 a Bergamo, vive e lavora a Bergamo. Hermann Bergamelli dopo aver studiato Nuove Tecnologie per le Arti all’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo (2016), nel 2018 ha ottenuto una borsa di studio per il Central Saint Martins di Londra. Tra le mostre personali più significative si segnalano Valgua (A+B Gallery, 2023, a cura di Felice Cimatti), Electro Glide in Blu (A+B Gallery, 2021, a cura di Irene Sofia Comi) e Stracci a parte (Spazio Giacomo, Bergamo, 2018, nell’ambito di The Blank ArtDate). Tra le mostre collettive, ha partecipato a Ricominciare dal silenzio #2 (Co_atto, Milano, 2021), I'll be home tonight (The House, Milano, 2019) e alla mostra The Useless Land (Castello di Lajone, 2018, a cura di Elda Maresca e Irene Sofia Comi). Vincitore di Boscolo Collection Art Prize nel 2023, a cura di Be Advisor Art Department.
