Hall – Krudeltà ment’Hall
Con questa mostra l’artista decide di slegarsi dai vincoli delle tendenze artistiche precedenti, presentando una collezione di ceramiche a carattere faunistico.
Comunicato stampa
Personale dell'artista Hall a Milano, presentata al “gallery/store” di Elio Ferraro.
Con questa mostra l'artista decide di slegarsi dai vincoli delle tendenze artistiche precedenti, presentando una collezione di ceramiche a carattere faunistico. Seguendo i canoni estetici della moda (giudicato lo stilista dell'arte), affronta le problematiche contemporanee sull’illogica violenza spesso perpetrata sugli animali in chiave volutamente “sadistic”.
«Dopo aver pugnalato alle spalle Gesù – afferma Hall – l'uomo si scaglia con violenza innaturale contro le creature perfette create dallo stesso Dio in cui ciecamente crede. Succo d'ipocrisia»
Il coltello rappresenta in primis l'oggetto metaforico a cui Hall dà una forte quanto chiara connotazione di evidente significato simbolico.
L'arma per eccellenza che ha accompagnato l'uomo lungo tutto il percorso evolutivo, rimanendo invariata nei secoli.
Nonostante la sua semplicità, rappresenta il perfetto mezzo per uccidere, anche se esso stesso vittima della mano del carnefice.
Oggetto di difesa ed attacco, scelto per cerimonie sacrificali, diventa quindi protagonista, passando da corpo inanimato a perno sacrale.
Nasce per la sopravvivenza ma si evolve distortamente qualora utilizzato per lo sterminio.
Il Blue e le sue sfumature, rappresentano la cromo-linea della collezione, al punto da rendere il colore stesso “leit-motiv” della mostra.
Gesù pugnalato, dà vita alla serie di ceramiche che raccontano il regno animale, tradito dall'uomo.
Anche gli occhi delle creature ricordano la scala cromatica del Gesù come ad identificarsi nella sofferenza del loro creatore.
Essi osservano impassibili le atroci ingiustizie perpetrate dell'uomo.
Il tutto, in apparenza innocente e puro, rappresenta al contempo la perversione ed il male che spesso si nascondono nella profondità dell'animo umano.
L’arte viene quindi intesa quale mezzo di riscatto dal peccato per elevare l’uomo, avvicinandolo alla perfezione divina.
Testo di
Enrico Migliaccio