Guy Noble – Moon
Il gruppo di dipinti e lavori su carta presentati in questa mostra sono il frutto di un cambiamento radicale del modo in cui Noble approccia il suo tema.
Comunicato stampa
Nato a Margate, Kent, Inghilterra, Noble ha fatto varie mostre personali in Inghilterra, Germania e Italia. Vincitore di numerosi premi e borse di studio, vive e lavora a Londra ove è inoltre docente al Central St.Martins. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private di spicco.
Il gruppo di dipinti e lavori su carta presentati in questa mostra sono il frutto di un cambiamento radicale del modo in cui Noble approccia il suo tema. Profondamente colpito dal suicidio del suo amico, l’artista Nicholas Volley avvenuto nel 2006, Noble abbraccia un approccio più obliquo nella rappresentazione. Invece di procedere esclusivamente dall’osservazione diretta, o dal semplice tentativo di rappresentare un fatto visivo, nei suoi ultimi lavori, Noble si interessa ai postumi emotivi ed alle distorsioni di una data immagine ricordata e meditata dopo l’evento stesso.
Come tema, egli si sente attratto dalla luna per i suoi numerosi livelli di significato soggettivo ed il suo impatto profondo sulla consapevolezza collettiva. Anche se la luna di Noble nelle sue varie versioni presenta superfici riccamente variegate, che suggeriscono l’unione tra fatto astronomico e mistero dell’atmosfera, ciò che interessa all’artista non è tanto la precisione scientifica quanto l’uso dell’orbita celestiale brillante quale sorta di drive-in galattico.
Partendo nella sua pittura da un insieme di fotografie e piccoli disegni preliminari, Noble permette che anche le immagini impresse nella sua memoria e quelle indotte dal suo dipinto nel corso della sua evoluzione si facciano strada nella struttura della superfice dipinta. Come il cangiante modo di apparire della luna attraverso il cannocchiale, l’occhio nudo o le istantanee di un sogno ricordato, le immagini dipinte da Noble nella sua prima immagine della luna, Large Moon (2007-2009) si materializzano e poi scompaiono. Guidato dalla sua stessa immaginazione, egli dipinge le teste di Dei e tiranni Greci o Romani, quali Alessandro il Grande, o oggetti più comuni quali lacci, chiavi o una tromba, per poi ricoprirli. Essi tuttavia continuano ad incombere nella trama della superfice lunare, luna che fa da tela di fondo alla memoria associativa dell’artista in costante evoluzione.
Come afferma Roberto Baleno nella sua intervista con l’artista pubblicata nel catalogo sulla mostra, “ Il dipinto non è sulla sensazione di trovarsi di fronte alla luna, bensì sul ricordo delle sensazioni. Nel ricordo, allora, una serie di immagini associate è indotta a esistere. E’ come se il processo del ricordare agisse come un genere particolarissimo di catalizzatore o di calamita per più immagini.”
Fra i pittori che ammira, l’artista cita Francis Picabia e Francis Bacon, essenzialmente per la loro rappresentazione ambigua dello spazio pittorico. Nel caso di Picabia, Noble è affascinato dal modo in cui l’artista di Transparencies (metà anni ’20) costruisce una serie di immagini su più livelli sovrapposti collegati fra loro soltanto da un tratto sciolto e fluido. Di Bacon apprezza la rappresentazione di un “tipo di spazio che esiste unicamente nelle nostre menti.”
Con l’evolversi delle sue opere pittoriche, Noble comincia ad includere figure dipinte in uno stile che riprende le xilografie del 19esimo secolo. L’artista ne subisce il fascino per via della loro semplicità grafica e “onestà diretta”, ma anche per il modo in cui la loro struttura schematica lineare crea una impressione di trasparenza. Ad esempio, in Hopes and Dreams, la luna fa da sfondo luminoso ad una figura maschile i cui tratti essenziali sono quelli di un’immagine stampata. L’effetto ricorda la tradizione delle ombre cinesi, con le sue forme semplici proiettate in silhouette su una parete illuminata. In altre dipinti, questi elementi grafici sono accompagnati da motivi tratti da fotografie o dalla memoria.
Noble comincia poi ad animare i suoi dipinti su tela applicandovi lustrini, una polvere fatta di piccoli frammenti di cristallo (Diamond dust)e gemme in plastica di vari colori. Così, mentre alcune sue immagini hanno la piatta trasparenza delle illustrazioni stampate, altre ispirano complesse sensazioni di spazio e atmosfera grazie all’uso di varie tecniche.
Noble ha utilizzato Diamond dust in Red Car – Moon (Macchina Rossa – Luna) per trasmettere l’espansione infinita e luccicante dell’universo, mentre – sempre nello stesso dipinto- nella zona di luce proiettata dai lampioni ha applicato gemme sfaccettate. Lo scopo dell’artista era quello di catturare “il modo in cui la pioggia, mentre scende, è evidenziata dai lampioni, facendo sembrare che, nella notte, i lampioni stiano eruttando diamanti.”
Associando immagini, come quella della luna, che ha un richiamo universale, a motivi con associazioni più personali, i dipinti di Noble creano un nesso tra esperienza obiettiva e soggettiva, fra memoria collettiva ed individuale. L’artista cerca di offrire al suo spettatore “un’esperienza estetica che trasmetta qualcosa che intensifichi il nostro senso dell’essere.”