Gradazioni di luce. Geografie di sguardi tra storia e contemporaneità

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE DINO ZOLI
Viale Bologna, 288, 47100 , Forlì, Italia
Date
Dal al

da martedì a giovedì ore 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi.

Vernissage
19/10/2019

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Curatori
Gigliola Foschi, Nadia Stefanel
Uffici stampa
CSART
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Dopo il successo riscosso a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1, il progetto “Gradazioni di luce. Geografie di sguardi tra storia e contemporaneità” approda dal 19 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 alla Fondazione Dino Zoli di Forlì, presentandosi nella sua interezza.

Comunicato stampa

Dopo il successo riscosso a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1, il progetto “Gradazioni di luce. Geografie di sguardi tra storia e contemporaneità” approda dal 19 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 alla Fondazione Dino Zoli di Forlì, presentandosi nella sua interezza.
La mostra, promossa da DZ Engineering e Fondazione Dino Zoli, è curata da Gigliola Foschi e Nadia Stefanel con opere realizzate per l’occasione da Alessandra Baldoni, Luca Gilli, Cosmo Laera, Luca Marianaccio, Lucrezia Roda e Pio Tarantini, sei fotografi italiani che si sono fatti portavoce nel mondo della cultura, della storia e della ricchezza dei luoghi che caratterizzano il nostro paese.
«I sei autori – spiega Nadia Stefanel – sono stati invitati dalla DZ Engineering e dalla Fondazione Dino Zoli, punto di riferimento culturale di Dino Zoli Group, a fotografare dodici siti storici e contemporanei illuminati dalla DZ Engineering, da Castel del Monte e dal Mausoleo di Galla Placidia alle architetture del Polo chimico di Ferrara e del Mapei Stadium di Reggio Emilia. Un lavoro su commissione, volutamente affidato ad artisti appartenenti a diverse generazioni, che si è trasformato in “altro”: ogni autore ha messo infatti in questi scatti la sua ricerca e la sua arte, offrendo lo spaccato di un Paese capace di guardare al futuro senza dimenticare la propria storia».
«Dodici luoghi – aggiunge Gigliola Foschi – interpretati e narrati inseguendo una luce che svela e rivela, osservati nel tempo dilatato del crepuscolo, momento del cambiamento e dell’intimità, sospeso tra giorno e notte, tra una luce naturale in declino e una luce artificiale che avanza e crea nuove relazioni».
Il percorso espositivo comprenderà anche numerosi pannelli esplicativi che illustreranno i siti di interesse sotto il profilo storico-artistico e architettonico, ma anche attraverso gli interventi e i progetti realizzati dalla DZ Engineering.
«Ci auguriamo – concludono Monica Zoli e Roberto Grilli, rispettivamente Amministratore Unico e Direttore Generale della DZ Engineering – che la mostra sia in grado di suscitare l’interesse dei visitatori, dimostrando loro come l’illuminazione possa fare la differenza nella valorizzazione di diverse location, dalle cattedrali agli edifici storici, dagli stadi di calcio ai circuiti delle corse internazionali, dai porti alle aree industriali, alla vita».
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 19 ottobre alle ore 18.00, è realizzata in collaborazione con Ambasciata d’Italia a Singapore, EuroCham, Camera di commercio italiana a Singapore (ICCS), Regione Emilia Romagna, Regione Puglia, Polo Museale della Puglia e Comune di Forlì; con il sostegno di Credem Banca, Elfi Finpolo, I Sabbioni. Apertura al pubblico da martedì a giovedì ore 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero.
Nel corso della mostra saranno organizzate tre conversazioni con gli artisti, in programma il sabato pomeriggio alle ore 18.00: 16 novembre 2019, conversazione con Alessandra Baldoni e Luca Marianaccio; 14 dicembre 2019, conversazione con Cosmo Laera e Pio Tarantini; 11 gennaio 2020, conversazione con Luca Gilli e Lucrezia Roda.
Per informazioni: DZ Engineering (tel. +39 0543 1917350, www.dz-e.com); Fondazione Dino Zoli (tel. +39 0543 755770, [email protected], www.fondazionedinozoli.com).
Una parte della mostra, ad aprile 2020, volerà in Vietnam, paese in cui la Formula 1 farà il suo esordio. Attraverso la sua controllata DZE Asia Pte Ltd, la DZ Engineering ha infatti recentemente acquisito la realizzazione dei Sistemi Elettronici per il circuito cittadino di Hanoi.
La DZ Engineering, società di Dino Zoli Group, progetta e realizza sistemi integrati di illuminazione, telecomunicazioni e audiovisivi, sia in Italia che all’estero. Propone soluzioni di altissima qualità ed elevato contenuto tecnologico, frutto di trent’anni di esperienza maturata in tutto il mondo dagli ingegneri e dai tecnici che la compongono. Opera sia in ambito pubblico che privato, spaziando dalle cattedrali ai palazzi storici, dai siti archeologici ai centri antichi, dagli stadi di calcio agli autodromi internazionali, dalle aree portuali alle piattaforme offshore. È presente a Singapore dal 2011 con l’incarico per la realizzazione degli impianti di illuminazione e di comunicazione di pista sul circuito di Marina Bay, dove ogni anno viene disputato il Gran Premio di Formula 1. A giugno 2018, DZ Engineering si è assicurata il servizio fino al 2021 grazie alla vittoria delle gare d’appalto internazionali. Nel 2019 la sua controllata DZE Asia Pte Ltd ha acquisito la realizzazione dei Sistemi Elettronici per il circuito cittadino di Hanoi, in Vietnam, paese in cui la Formula 1 farà il suo esordio nel 2020. Dal 2017, anno in cui è stata conferita a Nadia Stefanel la direzione della Fondazione Dino Zoli, il lavoro connesso al settore MotorSport è stato accompagnato da importanti progetti espositivi: “Singapore: Motor Sport, a tale. An Italian project at The Art House” e “Cube Temple. An ethereal creation of wire mesh in Singapore by Edoardo Tresoldi” presso Cargo 39 e “Everything is illuminated. Geographies of Views Between History and Contemporaneity” presso The Art House.

Alessandra Baldoni, 1976, Perugia. Fotografa dal 2000 e ha esposto in numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Tra le sue mostre personali più recenti: “Atlas”, a cura di Gigliola Foschi, Red Lab Gallery, Milano, 2019; “Senza polvere senza peso”, Laboratorio di cultura fotografica, Città della Pieve (Perugia), 2018; “Atlas”, a cura di Sabrina Raffaghello, SR Contemporary Art, Berlino, 2018. Da anni tiene seminari e workshop sul rapporto tra fotografia e letteratura nelle scuole e nelle università. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private (Collezione Donata Pizzi, Museo Macro di Roma, Museo Civico di Camerino, Palazzo della Penna Perugia, Fondation Charles Donwai pour l’Art Contemporain di Abidjan). Nel 2018 i suoi lavori sono entrati nella selezione del premio Arteam Cup con mostra finale curata da Livia Savorelli e Matteo Galbiati presso la Fondazione Zoli (Forlì) e nel 2017 del Premio Fabbri, a cura di Carlo Sala, con esposizione presso la Fondazione Francesco Fabbri di Pieve di Soligo (Treviso).
Luca Gilli (1965) vive e lavora a Cavriago (Reggio Emilia). Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private (Bibliothèque Nationale de France, l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, entrambe di Parigi; Musée de la Photographie di Charleroi; Kunstbibliothek di Berlino; Musée d’Art Moderne et Contemporain di Strasburgo; Musée Réattu di Arles; Thessaloniki Museum of Photography di Salonicco; Galleria Civica di Modena, etc.). Tra le sue molte pubblicazioni: “Blank” (2011) con un saggio di Quentin Bajac, e “Incipit” (Skira, 2016) a cura di Walter Guadagnini. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Tra le esposizioni personali più recenti: “Di/Stanze” curata da Matteo Bergamini nel 2018 al Museo Diocesano di Milano e “Sinestesie”, curata nel 2019 da Angela Madesani alla Fondazione Antonio e Carmela Calderara di Vacciago, entrambe in collaborazione con Paola Sosio Contemporary Art.
Cosmo Laera (Alberobello, 1962) vive e lavora tra Milano e Alberobello (Puglia). Ha avviato la sua attività fotografica negli anni Ottanta e ha esposto in numerosi festival e musei sia in Italia che all’estero. Tra le sue ultime mostre: “Viandanti del Sud”, Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare (BA) e “Gibellina, 50 +1: l’Attesa”, Fondazione Orestiadi, Gibellina (TP), entrambe del 2019. Alle ricerche fotografiche, dove centrale è il rapporto tra visione e territorio, ha affiancato un’ampia attività di curatore, di promotore culturale e di docente. Dal 2003 al 2012 è stato, ad esempio, direttore artistico del festival “Corigliano Calabro Fotografia” e dal 2016 è direttore del “Matera European Photography”. Dal 2013 al 2017 è stato direttore didattico della Scuola di Fotografia e Cinematografia FProject a Bari. Dal 2006 insegna Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e a Bari. Il suo lavoro è rappresentato dalla galleria Heillandi di Lugano e dalla Galleria Monopoli di Milano.
Luca Marianaccio (Agnone, 1986) vive e lavora a Pescara. Nel 2016 è tra i vincitori del XVIII Premio Aldo Nascimben di Treviso. Il suo libro “Spin-off” (Design and Editing: Kaspar Hauser, 2017) nel 2018 ottiene una menzione speciale al Premio Marco Bastianelli di Roma e all’Unveil’d Photobook Award di Londra. Il suo lavoro “404 Not Found” è stato premiato ed esposto al Riaperture Fotofestival di Ferrara, al Premio Giovane Artisti della Galleria San Fedele di Milano (entrambi nel 2018) e al Festival Fotografia Europea Reggio Emilia (2019). È tra i vincitori dell’Unpublished Photo 2019 della galleria 29 Arts in Progress di Milano.
Lucrezia Roda (1992, Erba) inaugura nel 2016 la sua attività espositiva con la personale “STEEL-LIFE”, una ricerca sul mondo dell’industria metalmeccanica e del metallo come materia in trasformazione, che prosegue nel 2018 con “ABOUT METAL (about me)”, progetto composto da video, testi ed immagini. Espone a MIA Photo Fair (Milano) ed è una delle vincitrici del premio RaM Sarteano (2018). Nel 2018 entra tra i finalisti del premio Arteam Cup. Nel 2019 le viene assegnato il “Premio AIF 2019 - Nuova Fotografia”, attribuito da AIF – Associazione Italiana Foto & Digital Imaging – a un autore emergente. Sempre nel 2019 partecipa alla bi-personale (con Gianluca Patti) “Dialoghi in superficie”, a cura di Livia Savorelli, Palazzo del Parco, Diano Marina (IM) e alla mostra personale “STEEL-LIFE, la Materia Immortale”, a cura di Luigi Erba e Barbara Cattaneo, Torre Viscontea, Lecco.
Pio Tarantini è nato a Torchiarolo nel Salento nel 1950, vive e lavora Milano. Ha partecipato al progetto sui beni architettonici e ambientali (“Archivio dello Spazio”, 1987-1997) della Provincia di Milano e, a partire dal 1982, ha esposto i suoi lavori in numerosi spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Tra le sue molte ricerche dedicate al Salento si ricordano: “Lecce Barocca”, Galleria il Diaframma, Milano, 1984; “Il passato e i pensieri”, Spazio Immagine, Bari, 1988; “L’Ombra del vero”, Galleria Fotografia Italiana Arte Contemporanea, Milano, 2003 e “Sere a Sud-Est”, esposta in molte sedi nel corso degli anni. Ha pubblicato più di una decina di volumi monografici e le sue opere sono conservate presso varie collezioni (CSAC di Parma, Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, Collezione Alinari, etc.). Studioso di fotografia e docente ha sempre collaborato con numerose riviste e attualmente dirige la rivista “Fotografia e (è) Cultura”.