Goffredo Adinolfi – Pugilatrici

Informazioni Evento

Luogo
STORIE CONTEMPORANEE
Via Alessandro Poerio, 16/B 00152 , Roma, Italia
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
02/04/2023

ore 10.30

Artisti
Goffredo Adinolfi
Curatori
Michelangela Di Giacomo
Generi
fotografia, personale
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Un insieme coeso di 30 foto, realizzate in b/n tra il 2017 e il 2022, formato cm. 40 x 30, che costituiscono la prima personale romana dell’artista.

Comunicato stampa

Domenica 2 Aprile 2023, dalle ore 10.30, il Progetto STORIE CONTEMPORANEE, a cura di Anna Cochetti, ospita nello spazio Studio Ricerca e Documentazione di Via Poerio 16/B le “PUGILATRICI” di Goffredo Adinolfi, un insieme coeso di 30 foto, realizzate in b/n tra il 2017 e il 2022, formato cm. 40 x 30, che costituiscono la prima personale romana dell’artista.

Le PUGILATRICI di Goffredo Adinolfi non sono tanto “un progetto fotografico, ma la storia di un’evasione. L’evasione da una realtà verso un’altra realtà: quella del pugilato”, di cui il racconto per immagini “è una finzione”, perché, come scrive nella presentazione Michelangela Di Giacomo, si tratta in verità di “un viaggio alla ricerca di sé”, intrapreso dall’autore a partire dal 2015.

“Cos’è il pugilato? Uno sport, uno stato dell’anima, un mondo, un’epica. È un universo intorno e dentro allo sguardo di chi osserva. Perché confrontarsi con l’altro, su un ring o intorno a un ring, è un’esperienza che ha a che fare anzitutto con la conoscenza di sé stessi. Ed è così che Goffredo Adinolfi nelle sue fotografie guarda al pugilato, con la curiosità di un ricercatore della società ma anche di uno scrutatore della condizione dell’esistere in quanto umani. Coglie con il suo obiettivo le dinamiche relazionali, la costruzione di rapporti che travalicano il genere, l’etnia, la religione, il ceto, il conto in banca e i vissuti, che si livellano in un micro cosmo con regole specifiche differenti da quelle del mondo esterno. E nel farlo, osserva le persone, i sentimenti, le passioni. Carpisce comportamenti e codici nel non detto, negli sguardi, nelle intenzioni. Coglie le novità e il dinamismo intrinseco di un mondo, quello delle ragazze nel pugilato, che solo cinquant’anni fa non esisteva. Ma non si limita a questo.
Quello in cui si addentra Goffredo Adinolfi da sempre attraverso la fotografia – già con i suoi progetti precedenti con cui aveva iniziato a definire il suo mondo visuale e interpretativo, a tratti anche cupo, fiammingo, e in cui si sono incrociate le sue riflessioni come storico e politologo sulle epoche di crisi e di cesura – poi con la scoperta del pugilato, è quindi anche e soprattutto un viaggio interiore di confronto con le proprie fragilità e le proprie paure, una ricerca sulla costruzione della propria identità attraverso il confronto con l’altro da sé.”

Sabato 15 Aprile 2023, nell’ambito del Finissage, dalle ore 16.00, verrà presentato il Libro d’artista, realizzato a mano in copia unica, numerata e firmata.

Goffredo Adinolfi nasce a Casale Monferrato nel 1973. È ricercatore in storia contemporanea e scienza politica presso l’Instituto Universitario de Lisbona. Si è dottorato nel 2005 in storia contemporanea presso l’Università Statale di Milano. La ricerca accademica e la fotografia sono stati i suoi linguaggi attraverso i quali parlava della società che stava studiando. Due percorsi che sono andati in parallelo fino al 2000 quando, in una scelta non cosciente, l’Accademia ha prevalso sulla fotografia. Un percorso quello fotografico che è si è concretizzato con due progetti fotografici che hanno segnato la fine e un lungo allontanamento. “Ritratti angosciosi e altre inquietudini”, chiaramente autobiografico. E i “Miti del XX secolo” di carattere più social-politico. Una parentesi relativamente breve ma importante come processo di apprendimento delle tecniche del linguaggio nello still-life, presso lo studio Bergamo & Basso tra il 1993 e il 1998 anno in cui si è trasferito a Lisbona per il progetto Erasmus. Nel 2015 la sensazione che i quindici anni trascorsi nei corridoi dell’accademia avevano segnato una sorta di scollamento dalla società. Così, anche in seguito all’influenza di Loïc Wacquant che al pugilato aveva dedicato la sua tesi di dottorato, poi tradotta in un intensissimo libro “Anima e corpo. La fabbrica dei pugili nel ghetto nero Americano” decide di intraprendere un nuovo e totalizzante percorso di vita: quello della nobile arte. Due le mostre: “Locker – Room, O mundo do pugilismo à volta dos balneários”, ottobre 2018 e “Woman Boxer” presso Vino Vero, Largo da Graça, Lisbona (Novembre 2018)