Giuseppe Biguzzi – Noli me tangere

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA FRANCO MARCONI
Corso Vittorio Emanuele 70, Cupra Marittima, Italia
Date
Dal al

lunedì-sabato dalle 16 alle 19.30

Vernissage
22/09/2013

ore 18

Artisti
Giuseppe Biguzzi
Curatori
Carolina Lio
Generi
arte contemporanea, personale
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Sono una versione pudica e delusa delle donne di Klimt e come le donne di Klimt esistono veramente, fanno parte delle conoscenze dell’artista e si prestano ad essere sezionate e studiate, timidamente accettano di essere spiate e diventare oggetto d’arte, per quanto evidentemente subiscano come un’invasione questo occhio neutro e critico che le scruta.

Comunicato stampa

La Galleria Marconi e Marche Centro d’Arte, domenica 22 settembre alle 18.00, presentano Noli me tangere, mostra personale di Giuseppe Biguzzi, tra gli artisti vincitori della seconda edizione del PREMIO ORA.

La mostra, a cura di Carolina Lio, autrice anche del testo critico, potrà essere visitata fino al 19 ottobre 2013 presso gli spazi della Galleria Marconi (c.so Vittorio Emanuele, 70 - Cupra Marittima). La personale di Biguzzi rientra tra gli eventi che Marche Centro d’Arte organizza e affianca all’Expò di arte contemporanea durante tutto il corso dell’anno.

Il PREMIO ORA nasce per mettere in contatto gallerie e artisti, offrendo a questi l’opportunità reale di realizzare una mostra personale.

Il titolo della personale, Noli me tangere (non voglio che mi tocchi), è stato scelto per indicare la chiusura che le figure di Biguzze sembrano avere, come spiega molto bene la curatrice Carolina Lio: “I soggetti di Giuseppe Biguzzi sono ripetuti, reiterati, dipinti più volte di seguito in numero progressivo come in uno studio attento e ossessivo. Sono sempre giovani donne piuttosto scarne in un atteggiamento di chiusura, girate di spalle, curve, raggomitolate, nell'atto di abbracciare se stesse proteggendosi nelle loro ossa evidenti, un po' mascoline. Vivono in una discrezione eccessiva, evitando di guardare e di mostrare gli occhi. Sono una versione pudica e delusa delle donne di Klimt e come le donne di Klimt esistono veramente, fanno parte delle conoscenze dell'artista e si prestano ad essere sezionate e studiate, timidamente accettano di essere spiate e diventare oggetto d'arte, per quanto evidentemente subiscano come un'invasione questo occhio neutro e critico che le scruta. Il loro, è il ritiro in se stesse di un animale in gabbia che non potendo sottrarsi dall'esposizione al pubblico gira gli occhi verso il nulla e chiude le proprie forme in un'illusione di riservatezza. Ma la modella, sempre identificata con un nome proprio e quindi anche ritratto di una persona oltre che di un atteggiamento, cerca riparo da cosa? Dall'occhio tagliente dell'arte? Oppure la persona, cerca protezione dal mondo esterno? Oppure ancora il simbolo della persona cerca riparo da una società che ruba l'anima strappando a pezzi quello che di noi gli concediamo conoscere?

Il fatto che il fondo sia sempre monocromo, suggerisce delle risposte. Senza contesto, l'essere umano è più persona e meno attore sociale. Slegato dalle cose, dalle azioni, dagli ambienti e dai suoi simili, vive in una sorta di astrazione, una sospensione e una deprivazione. Dal fatto che questi corpi rifiutino anche l'unico contatto che sarebbe loro possibile in questo vuoto - ovvero lo sguardo dello spettatore e il contatto con lo spazio fuori del quadro - possiamo pensare a un isolamento volontario, ma evidentemente malinconico.”

On Sunday 22nd September, at 6 p.m. Marconi Gallery of Cupra Marittima and Marche Centro d'Arte present Noli me tangere, sole exposition by Giuseppe Biguzzi, one of the artists who won the second edition of the prize PREMIO ORA.

The exhibition, cured by Carolina Lio, author of the critical text too., can be visited till 19th October 2013 at Marconi Gallery, (c.so Vittorio Emanuele, 70 - Cupra Marittima). Biguzzi sole-exposition is one of the events organized by Marche Centro d’Arte which it puts alongside the contemporary Art Expò all the year long.

The PREMIO ORA was created to bring together galleries and artists, to offer them the real opportunity to realize a sole exposition.

"The subjects of Giuseppe Biguzzi are repeated and repeated, painted many times below, in a row in numerical order as in a careful and obsessive study. They are always young women rather meager in an attitude of closure, they turn of the shoulders, elbows curled up, in the act of embracing themselves, protecting in their obvious bones, a bit 'masculine.
They live in an obsessive discretion, avoiding to look and to show their eyes. They are a
demure version of Klimt's women and as Klimt's women they really exist, they are part of the artist's knowledge and lend themselves to being dissected and studied, they shyly accept being spied on and become the subject of art, even they evidently suffer this neutral and critical eye peering them. as an invasion. It is the withdrawal in themselves of a caged animal that cannot escape exposure to the public eye, so it turns its eyes to nowhere and closes its shapes in an illusion of privacy. But the model, always identified with a name and therefore portrait of a person as well as of an attitude, is seeking shelter from what? From sharp-eyed art? Or the person is seeking protection from the outside world? Or still the symbol of the person is seeking shelter from a society that steals her soul tearing to pieces what we allow her to know?
The fact that the bottom is always monochrome, suggests some answers. Without context, the human person is more a person and less a social actor. Detached from things, actions, environments and from his peers, he lives in a kind of abstraction, a suspension and deprivation. We can think of a voluntary isolation, but apparently melancholy from the fact that these bodies also reject the only contact that would be possible for them in this void, that is the viewer's gaze and the contact with the space outside the framework . (Carolina Lio)