Giuseppe Alletto – Buio bianco
Una mostra che si articola in 10 selezionatissime opere del corpus articolato e complesso di Giuseppe Alletto, giovane artista siciliano.
Comunicato stampa
Una mostra che si articola in 10 selezionatissime opere del corpus articolato e complesso di Giuseppe Alletto, giovane artista siciliano.
Dal bianco accecante dell’esplosione atomica allo spazio bianco di una palingenesi che apre nuove dimensioni dell’essere e nuove possibilità rappresentative. Dalle visioni di funghi atomici come veri e propri Totem dell’annientamento
e simboli della pulsione distruttiva insita nell’uomo, alla pacificazione di una dimensione postumana in cui sembrano levarsi suoni misteriosi. La grande duttilità di Alletto nell’uso di linguaggi diversi nel dominio di differenti tecniche espressive (dalla pittura ad olio alla sperimentazione su materiali quali pannelli fonoassorbenti, acetati e lamiere) diventa dispiegamento multiforme di un’unica Poetica ben definita. Nella
visione del mondo di Giuseppe Alletto, nella sua “weltanschauung” che si articola nell’intero corpus di opere viene scandagliata la componente irrazionale dell’uomo, la sua cecità come perdita, sconvolgimento, immersione in un vero e proprio Buio Bianco. Le conseguenze di tutto ciò sono il superamento della dimensione
wagneriana del “puramente umano” in favore di una rinascita che appare misteriosa e difficile da decifrare.
Alletto annuncia un nuovo tipo di linguaggio che si dispiega in alcune delle opere in mostra a Torino intitolate variamente “Musica del futuro” o “Musica del silenzio”. Esse sono fondate su un originalissimo scarrellamento semiotico tra riferimenti alla scrittura musicale neumatica e propensione alla dimensione tattile cinestesica della fruizione dell’opera nel superamento dei limiti della visione bidimensionale tradizionale.
L’Inno alla Rinascita e alla rigenerazione post-umana raggiunge l’acme in un’installazione nella quale campeggia uno strumento di ostetricia.
La rinascita nietzschiana di qualcosa di oltre-umano e assolutamente indecifrabile è cristallizzata in un’installazione estremamente aerea di grande raffinatezza formale, dal titolo “Aureola”. L’elegantissima pulizia formale del cerchio spezzato creato da una corona di diodi diventa emblema della finitezza del percorso storico umano e, al tempo stesso, inno alla rinascita in una dimensione di luce, in uno spazio vuoto ancora da dotare di senso: un buio bianco.