Giulia Cotterli – Ho fottuto le stelle (?)

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MOITRE
Via Santa Giulia 37 bis 10010, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
11/03/2022

ore 16

Artisti
Giulia Cotterli
Generi
arte contemporanea, personale
Loading…

Mostra personale di Giulia Cotterli.

Comunicato stampa

La Galleria Moitre ospita a partire dalle ore 16:00 dell’11 marzo 2022 la prima mostra personale dell’artista Giulia Cotterli a cura di Federico Palumbo. Le opere, tutte inedite, saranno ospitate negli spazi della galleria fino al 23 aprile 2022. In occasione dell’opening verrà anche presentato il catalogo della mostra con i contributi testuali di Marta M. Acciaro, Giuseppe Arnesano, Giacinto Di Pietrantonio, Federica Fiumelli, Linda Fossati, Olga Gambari e Federico Palumbo.

Quando pensiamo al futuro ci aggrappiamo ai ricordi del passato. Questi, in realtà, svolgono ruolo di sceneggiatura vera e propria. Nel senso che sono sempre frutto di una ricostruzione mentale, dettata da diverse corrispondenze, attuali e non. La narrazione è di per sé composita e, come tale, ha elementi rielaborati, rivisti, rimescolati. Sulla base di ciò, non risulta difficile pensare quanto la previsione di uno scenario futuro sia un rimescolamento di ciò che è avvenuto, realmente o in maniera del tutto pilotata dalla soggettività, nel passato:
«La memoria episodica consentirebbe agli individui non solo di esperire di nuovo eventi passati, ma anche di simulare o immaginare episodi, scenari o eventi futuri. […] Ricostruire i ricordi, piuttosto che riprodurli fedelmente, renderebbe possibile l’episodic future thinking, cioè pensare ad episodi che potrebbero plausibilmente svolgersi in futuro. Immaginare il futuro vuol dire cercare di simulare uno scenario verosimile, congruente con la propria situazione attuale, con il proprio background e la propria storia, tenendo conto di inevitabili restrizioni (soprattutto di carattere temporale e spaziale)»
Giulia Cotterli parte da queste considerazioni per sviluppare il progetto espositivo presso la Galleria Moitre. La ricerca dell’artista affronta il tema della memoria e ciò che essa è per l’individuo. Nonché il ruolo che svolge all’interno della nostra vita e della nostra formazione come individui. Ovviamente, il grande filtro è rappresentato dalla biografia: come si può parlare di questi temi e in questi termini senza sezionare la propria di memoria?
“La memoria, caratterizzata da un rapporto perennemente instabile con il presente, è diventata per me – racconta Giulia Cotterli - materia d’indagine in un’esistenza che mira sempre più ad una solida oggettività e ad un’indiscutibile verità. Nella memoria non ci sono verità certe, i ricordi subiscono trasformazioni continue e l’immaginazione sopperisce alle mancanze mnemoniche nel momento della rimemorazione, gioca con le nostre certezze e ci inganna nel momento del bisogno. La memoria è una matrigna affettuosa, che conserva ma al contempo distrugge.” L’idea di fondo è nuovamente quella di ‘andare contro’ a una struttura scientifica e cognitiva che collide - o comunque non tiene conto - con il sentimentalismo umano quotidiano, con le emozioni che un ricordo passato genera in noi e, dunque, con le previsioni future. Ciò che interessa a Cotterli, insomma, sono i meccanismi empatici piuttosto che quelli razionali-scientifici. In questo scenario probabilmente il lapsus - e soprattuto ciò che va a colmare lo stesso - è più interessante del motivo che lo provoca. Il rimosso è utile per la psicanalisi. Ciò che noi rielaboriamo per colmarlo diventa più utile alla causa. Ed è più poetico e probabilmente veritiero rispetto a ciò che siamo e ciò che siamo stati.
La ricerca di Cotterli, dunque, si è sempre mossa verso il passato, con uno sguardo puntato all’indietro. Per la sua prima mostra personale, invece, ha voluto sviluppare uno strabismo e allungare il raggio di indagine. Il passato sì, ma solo per aiutarla a sviluppare scenari possibili di un futuro prossimo, che adesso coincideva (i due tempi verbali in collisione sono necessari) con l’inaugurazione della mostra, ossessione pura che comprimeva gli altri pensieri. “Come andrà la mostra, che lavori svilupperò, come verrà accolta dal pubblico e dalla critica”… sono alcune delle domande alle quali le opere in mostra provano a rispondere.