Giorgio Celin – Pajaros del Atlantico vol. II

Informazioni Evento

Luogo
ANNARUMMA
Via Partenope 1, 80121, Napoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
19/02/2022

ore 11

Artisti
Giorgio Celin
Generi
arte contemporanea, personale
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Chi non appartiene a nessun luogo, può appartenere a tutti i luoghi. Specialmente il luogo, che è anche un momento, della migrazione.

Comunicato stampa

Come uno stormo di uccelli che si libra sull’Atlantico, così l’esperienza biografica di Giorgio Ermes Celin prende forma sulla tela.
L’articolato vissuto viene dunque sviluppato seguendo un personalissimo sentimento profondo legato alla appartenenza e alla non appartenenza circa certi luoghi.

La serie Pajaros del Atlantico ricalca dunque il DNA dell’artista: dai nonni, passando per i genitori e concludendosi in lui, ognuno ha tracciato diverse rotte nell’Oceano, migranti come uccelli, passeggeri ma pur sempre presenti. Chi non appartiene a nessun luogo, può appartenere a tutti i luoghi. Specialmente il luogo, che è anche un momento, della migrazione.

Partendo da questa prospettiva, non si conoscono limiti espressivi, e la varietà di temi lo dimostra. Celin ha dunque costruito il nocciolo duro della sua maturità artistica - dando nuovamente voce al misto di esperienze di vita personali e impersonali, che hanno a che fare, con temi relazionati alla migrazione, al senso di appartenenza e allo spostarsi nel mondo di questo secolo.

Il secondo volume della serie Pajaros del Atlantico si compone di diversi dipinti di cui otto in mostra a Napoli, le cui storie si sono congiunte e avviluppate in modo organico: le immagini gli si sono direttamente presentate.
Da episodi personali (“Corazonada parisina”), temi legati ai processi migratori (“Adios,Caracas”, “Pajaros del Atlantico VI”), esercizi di stile legati al tema della complessa diversità etnica presente nel mondo latinoamericano, altro leitmotiv della pittura di Celin.

Pajaros del Atlantico vol. II si manifesta come un riassunto poetico, come un’affermazione stilistica… una riflessione mai del tutto esaurita, una celebrazione mai del tutto completata.

testo di Nicola Nitido.