Giorgio Cacciatori – Togo 2011

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MOITRE
Via Santa Giulia 37 bis 10010, Torino, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19

Vernissage
10/10/2011

dalle 19 alle 21

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giorgio Cacciatori
Generi
fotografia, personale
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L’esposizione fotografica di Giorgio Cacciatori presenta uno spaccato del Togo, paese che nelle sue mille storie nasconde contraddizioni e qualche gioia.

Comunicato stampa

La Galleria Moitre è lieta di aprire la sua sede torinese con la personale fotografica di Giorgio Cacciatori (1984), giovane fotografo piemontese già messosi in luce con il concorso dell’Accademia Apulia Art Award 2010, giungendo in finale con un prestigioso lavoro fotografico che presentiamo nella sua essenza.
Gli scatti realizzati durante la permanenza dell’artista nello stato del Togo mettono in luce una visione contrastante della realtà, dove accanto ad ampie fasce della popolazione in difficoltà si alternano stadi di benessere, che posti a confronto creano un contrasto sociale e a tratti morale.
Da una parte porte chiuse, case segrete di cui nulla si sa, dall’altra una volontà di confronto che si legge soprattutto nella presenza di persone sul ciglio della casa, pronte a farsi immortalare.
Persone che ritornano anche nello spaccato dell’Hotel de la Paix a Lomè, capitale dello stato togolese.
Colosso architettonico, negli anni sessanta era sede di importanti eventi e la sua struttura era ricercata e tecnologica, oggi invece lo stabile è abbandonato, abitato da molte famiglie, un rifugio di “fantasmi” come lo definisce Giorgio, un luogo poco accessibile.
Ciò che colpisce degli scatti è la compenetrazione che si viene a creare tra gli uomini che la vivono ed un complesso che nel tempo ha assunto un visione si lugubre ma anche tremendamente attraente per il suo passato e per ciò che ha rappresentato.
Un monumento contemporaneo.
Un luogo che nella macchina fotografica di Cacciatori si trasforma in un piccolo cosmo di emozioni, dove ogni angolazione narra un percorso, uno sviluppo di una vicenda che a noi non è nota ma che possiamo dedurre dalle immagini che osserviamo.
Momenti della pace mai del tutto ottenuta, dell’emarginazione, dei grandi periodi dell’Hotel, dell’attuale situazione che nonostante tutto guarda al passato, come l’uomo che spuntando da un divano osserva un quadro che vediamo appena riflesso in un piccolo specchio da tavolo.
E fuori vi è il mondo, con tutte le sue incertezze e con la sua realtà internazionale, che si specchia nelle pompe di benzina delle grandi multinazionali e nei volti, sempre quelli, dell’Africa che riparte sempre e solo da se stessa.
Curando l’esposizione la Galleria ha avuto la netta impressione di ritrovarsi davanti un remake, una situazione che si ripropone al di fuori del nome dello stato e della sua capitale.
Sempre in Africa e mai per errore.