Gioco e progetto progetto è gioco

Informazioni Evento

La mostra – attraverso il racconto degli allestimenti nelle sale della Fondazione – fa emergere l’aspetto che molti riconoscono in Achille: la giocosità!

Comunicato stampa

In Fondazione Achille Castiglioni si cambia mostra ogni anno, un’ottima scusa per andare in archivio a cercare
argomenti e progetti tutte le volte diversi, ma anche per non ripetersi durante le visite guidate.
Ogni anno una sfida che affrontiamo con piacere nella ricerca di argomenti diversi.
Dopo aver esposto e riproposto alcuni allestimenti storici dei Castiglioni: aver raccontato il 1962 con tutti i 17 progetti
elaborati in quell’anno straordinario, aver sperimentato sui gesti e le prese degli oggetti, e aver ricostruito una parte
della birreria Splugen Bräu, oggi abbiamo deciso di raccontare una storia veramente inedita e privata.
Abbiamo pensato di scavare non solo in archivio, ma anche in Casa Castiglioni, per far emergere ancor di più l’aspetto
che molti riconoscono in Achille: la giocosità!
Achille diceva infatti “Non prendiamoci troppo sul serio…”
Chi ha conosciuto Achille sa bene che la prima caratteristica, che saltava all’occhio, era la sua modalità sorridente e
ironica di affrontare la vita quotidiana. In Fondazione Achille Castiglioni si cerca da vent’anni di conservare,
proteggere e restituire al pubblico, mai in modo commemorativo, tematiche diverse intorno alla progettazione seria e
rigorosa dei Castiglioni.
Da un’idea di Giovanna Castiglioni, figlia più piccola di Achille, scaturisce la voglia di mettere in mostra i giochi di
quando era piccola, perché le domande più ricorrenti durante le visite guidate sono: ”ma Achille quanto ha giocato
con te? E quali erano i giochi che usavate? Achille ha mai progettato un gioco?”. Rispondiamo subito a quest’ultima
domanda: No! Ma ha raccolto e conservato sia in Studio che a casa tantissimi giochi, sia per piacere personale che
per prendere ispirazione, ma anche per giocare coi figli e gli amici.
Carlo, il figlio più grande di Achille, porterà in questa mostra una raccolta di trottole.
Vi chiederete perché le trottole?
L’incipit è stato dato da Achille che, nel raccogliere i moltissimi giochi che fanno parte della sua raccolta di oggetti
“anonimi”, ha trovato anche molte trottole, alcune delle quali regalate poi al figlio. Carlo ha continuato a cercarle
arricchendo la raccolta, spinto dalla curiosità che questo gioco, che si perde nella notte dei tempi, stimola in tutti
coloro che cercano di usarlo.
Achille amava i giochi semplici e la trottola ha in sé due anime, la semplicità, tutti sanno far roteare una trottola, ma
anche la complessità: il lancio di una trottola necessita di un lungo allenamento se si vuole gareggiare con altri.