Gianni Dorigo – Haru

Informazioni Evento

Luogo
FORNACIAI ART GALLERY
Borgo San Jacopo 53r, Firenze,
Date
Dal al

Da lunedì a sabato ore 10.00-13.00 e 15.30-19.00 / domenica chiuso

Vernissage
20/11/2018

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Gianni Dorigo
Generi
arte contemporanea, personale
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La Fornaciai Art Gallery inaugura la mostra personale dell’artista Gianni Dorigo dal titolo Haru. La mostra propone una selezione di 14 quadri realizzati per il film Seguimi del regista Claudio Sestieri, vincitore di vari premi in festival italiani.

Comunicato stampa

La Fornaciai Art Gallery inaugura la mostra personale dell’artista Gianni Dorigo dal titolo Haru. La mostra propone una selezione di 14 quadri realizzati per il film Seguimi del regista Claudio Sestieri, vincitore di vari premi in festival italiani, che sarà presentato presso il cinema Teatro della Compagnia il 21 novembre alle 18:00 in occasione del 40° Festival Internazionale Cinema e Donne.
Le opere di Gianni Dorigo, realizzate appositamente per il film tra il 2015 e il 2016, vengono esposte in una galleria privata per la prima volta.
Le tele ci raccontano il misterioso personaggio di Haru (Maya Murofushi), modella del pittore Sebastian, interpretato nel film da Pier Giorgio Bellocchio.
Dorigo cattura con maestria l’ossessione del pittore per la sua musa, ci trasmette il senso di sospensione che caratterizza il personaggio, surreale, misterioso ed erotico, cogliendo momenti e sguardi intrecciati con la cultura giapponese, che lasciano all’osservatore il senso di inquietudine che pervade per tutto il film.
Seguimi “Un film al femminile diretto da un uomo. Non sembra un film italiano. Affascinante e misterioso, psicoanalitico ed erotico, con echi hitchcockiani (Vertigo). Strutturato in scene brevi e rapide, avvolge lo spettatore in un’aura impalpabile indefinibile, come se tale strategia volesse respingerlo.” Adriano Aprà

Gianni Dorigo nasce a Ferrara il 30 settembre 1953 e dal 1968 vive a Firenze. Si è formato in quel desiderio comune di far uscire la pittura dall’eccesso di conservatorismo e di farla dialogare con altre forme d'arte più complesse, più aperte. Il quadro come tale ha fallito. Per rinnovarsi deve accettare altre sfide, prendersi più rischi, sapere che tutto si gioca sul piano della concettualità.
Dorigo crede alla pittura come muro, palinsesto in cui interagiscono storie precedenti sulle quali l'artista andrà a sovrapporre i propri segni. Dall’ossessione diaristica dei primi tempi, Dorigo si è aperto a un'idea di dipinto che sia metafora di un sociale profondamente mutato.