Gianni Caravaggio – (Solo il cuore resta giovane)

Informazioni Evento

Luogo
SURPLACE ART SPACE
via San Pedrino 4, Varese, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

su appuntamento
349 1746870
direttive covid presenti

Vernissage
03/07/2022

ore 15

Artisti
Gianni Caravaggio
Generi
arte contemporanea, personale

Surplace presenta “(Solo il cuore resta giovane)” una mostra di Gianni Caravaggio. Un polpo e un calamaro si allontanano tra di loro per incontrarsi dall’altra parte del globo.

Comunicato stampa

Surplace presenta “(Solo il cuore resta giovane)” una mostra di Gianni Caravaggio.

Un polpo e un calamaro si allontanano tra di loro per incontrarsi dall’altra parte del globo,
bronzo, 2013-2018.
Testimoni di uno spazio invisibile,
bronzo argentato, 2010.

Attraversare con lo sguardo le opere di Gianni Caravaggio è predisporsi all’incontro con la possibilità di sentire la forma anche dove non è presente ai sensi, e scoprire che le cose hanno un ordine nascosto, che l’artista guida e sottolinea. Il titolo della mostra sembra indicare una dimensione sentimentale dell’idea, ovvero del “concettuale”, rivolgendosi al cuore della questione umana e messo tra parentesi come un segreto. Mi trovo di fronte alla sua opera e sento che mi rende manifesto il mondo a partire da una intuizione originaria.
Due opere dialogano, si intrecciano silenziosamente alla ricerca dell’ombelico del mondo, dell’omfalòs, del punto cosmico, del centro del labirinto dell’esistenza e della finitezza temporale. Testimoni di uno spazio invisibile, è un’opera in cui qualcosa accade, incontra difatti, adagiandosi e aprendosi nello spazio, il cammino opposto di un polpo e di un calamaro che si allontanano solitari tra di loro per incontrarsi dall’altra parte del globo, giusto sotto i nostri piedi, dall’altra parte… Un polpo e un calamaro si allontanano tra di loro per incontrarsi dall’altra parte del globo è un’opera in estensione. Una linea invisibile legherà i due “attori” lungo tutto il percorso, anche quando avranno superato l’orizzonte. I “Testimoni” sono cinque forme poligonali, di piccolo formato, con le facce tutte diverse, collocate a terra in modo che si possa “leggere” e individuare una forma più grande, disegnata dalle facce concave degli elementi, una forma “distante”, variabile, fatta di vuoto. Le forme prismatiche, con facce oblique, spigoli che interrompono il movimento della luce, superfici che la rilanciano, sono costellazioni, punti di luce, che attuano una spinta verso la forma che non c’è, ma che si intuisce con la giusta attenzione. Pur distanti per apparenza le due opere sono modellate quasi per affinità elettive, diventano opere “liquide”, sono energia, e sono percorse dallo sguardo che si fa astratto, in una nell’allungamento naturale dei corpi degli invertebrati in movimento, nella loro enigmatica ma tangibile presenza anatomica, naturale, organica, vere e proprie frecce naturali. Il “viaggio” attorno al globo di polpo e calamaro è un decorso, una successione ideale di stati in continuo cambiamento, e fa idealmente intravedere punti nel tempo e una direzione. Nell’altra opera, nella ricerca di un appoggio alla visione, nei rapporti tra le parti e nel dialogo determinato dalla loro distanza, che può essere sempre differente, e ancora nello spazio che ci sta davanti, dentro il quale guardiamo e con cui alla fine ci rapportiamo per via di una sorta di corporeità che anche se non “esibita” è assorbente. Ed ecco apparire una forma che non proietta la sua ombra, una forma composta di sostanza immateriale, ma emanazione amplificata di quelle presenti ai sensi.
La materia è “ancora” compatta?
Un’opera ci fa “sentire” il globo, l’altra la periferia di una forma possibile. Lo sguardo dell’osservatore (del pubblico che accompagna sempre l’opera in una mostra) e dell’artista si sovrappongono, si accompagnano, diventa misura delle cose presenti che si fanno opera, è uno sguardo agito, che stimola la trascendenza, mosso nella funzione di evocare e toccare nuove visioni e nuovi pensieri, uno sguardo testimone nello spazio e nel tempo che disegna a sua volta nuove costellazioni di immagini e ri-progetta il mondo per toccare cosa c’è all’inizio delle cose.

Luca Scarabelli

Gianni Caravaggio, Rocca S. Giovanni (Chieti), 1968, è docente di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Milano. Espone presso gallerie in Italia e all’estero, tra cui kaufmann-repetto di Milano e New York, Rolando Anselmi di Berlino e Roma e Paul Andriesse di Amsterdam. Ha tenuto mostre personali presso il Kunstmuseum Reutlingen in Germania, Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, il Musée d’Art Moderne di Saint Etienne e il MaGa di Gallarate, Tomio Koyama di Tokyo, Tucci Russo, Torre Pelice, Castello di Rivoli, Rivoli.