Gianluca Codeghini – Rumore al rumore
Per il ciclo Talents, inner room presenta un progetto di Gianluca Codeghini organizzato su 4 livelli che coinvolgono in più settori lo spazio interno ed esterno.
Comunicato stampa
Per il ciclo Talents, inner room presenta un progetto di Gianluca Codeghini
organizzato su 4 livelli che coinvolgono in più settori lo spazio interno ed esterno.
Una istallazione intermediale adattata allo spazio bianco, uno stendardo ideato
appositamente per la mostra e che diventa manifesto della stessa, una tiratura di
magliette realizzata appositamente come multiplo, una composizione musicale per
oggetti, persone, alla ricerca di distrazioni melodiche. Un'esecuzione di suoni, senza
musicisti, realizzati da persone incontrate per strada, a cui è stato chiesto di
esprimersi attraverso un suono, un rumore, un'onomatopea, escludendo parole con
senso compiuto. L'azione ripresa è montata ed eseguita in una sequenza video
che verrà proiettata sulla facciata.
Con questa operazione, Codeghini affronta la complessità e l’ibridazione della
realtà inner room importandola nel suo lavoro come elemento di completamento
ancor più che di dialogo. Questo avviene piuttosto con i contenuti del festival
chigiano ed estende contemporaneamente il suo percorso espositivo anche in
altri luoghi, esprimendo appunto il concetto di “deriva” già nel modo di
svilupparsi nello spazio urbano.
Il progetto espositivo di Gianluca Codeghini rientra in una trilogia del Rumore
Nero/Bianco/Rosa; se in Chigiana troviamo un tipo di rumore prossimo al
nero, caratterizzato da frequenze molto basse, intelligibili, che esiste, ma che
non possiamo o non sempre riusciamo a percepire e comprendere, nelle
prestigiose sale di Santa Maria della Scala è un rumore bianco, un condensato
metaforico che esalta il tutto, l’indifferenziato, il caos mentre presso Inner Room
il rumore è rosa ed è prodotto da una costante sollecitazione visiva, fisica e
mentale che favorisce un dialogo tra rumore e occhio umano.
Il luogo è fuori dalle mura e dai percorsi turistici, guarda tra i raccordi e le
prime necessità e così le opere innescano dinamiche con il contesto con cui
interagiscono, così alcune si possono vedere e ascoltare di giorno, mentre altre
si possono vedere ed ascoltare di notte, alcune all’interno e altre all’esterno,
una complessità basata su variazioni, squilibri della forma e del contenuto
riorganizzati in modo non lineare.
Dice Codeghini: «Noi>