Geografie blu

Geografie blu è l’evento espositivo che nasce come evoluzione del cammino avviato con Blu: il colore della cuccagna, progetto attuato da Casa Sponge nell’ambito di Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura.
Comunicato stampa
Casa Sponge e SPAZIO TORRSO
presentano la mostra
Geografie blu
a cura di Francesco Perozzi
Pesaro (PU), SPAZIO TORRSO
5 luglio – 5 agosto 2025
Inaugurazione venerdì 4 luglio – ore 19:00
Elena Bellantoni, Angelo Bellobono, Gea Casolaro, Fabrizio
Cotognini, Giovanni Gaggia, Giulia Marchi, Juan Pablo Macías,
Anna Roberti, Marta Roberti, Giorgia Severi, Marco Strappato
Geografie blu è l’evento espositivo che nasce come evoluzione del cammino avviato con Blu: il colore della cuccagna, progetto attuato da Casa Sponge nell’ambito di Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura. Un percorso che ha coinvolto 82 artisti e le comunità di Urbino, Pergola, Urbania, Peglio, Borgo Pace, Sant’Angelo in Vado e Pesaro attraverso residenze artistiche, mostre, installazioni, performance, laboratori comunitari, e che ora grazie allo sguardo di TORRSO, si riattiva in una dimensione aperta e generativa. La mostra riunisce undici artisti – Elena Bellantoni, Angelo Bellobono, Gea Casolaro, Fabrizio Cotognini, Giovanni Gaggia, Giulia Marchi, Juan Pablo Macías, Anna e Marta Roberti, Giorgia Severi, Marco Strappato – i cui interventi restituiscono una selezione significativa del lavoro svolto, tra continuità, variazioni e nuovi sviluppi. L’esposizione si affianca al volume BLU: il colore della cuccagna – Sulla via del guado tra storia e contemporaneo (Manfredi Edizioni), che raccoglie voci critiche, immagini e narrazioni plurali.
L’esposizione non è concepita come semplice ricognizione, ma come occasione di riscrittura: Geografie blu prosegue il cammino avviato, in una forma aperta e in continua evoluzione. Solo alcune opere conservano la loro configurazione originaria; altre sono state rielaborate, trasformate o sostituite da nuove creazioni, emerse come risposte ulteriori all’esperienza. Una dinamica di mutazione che riflette l’anima stessa del progetto, basata sull’ascolto del contesto, sul tempo condiviso e su relazioni in divenire tra artisti, luoghi e comunità. In questa prospettiva, la mostra si fa narrazione mobile, sedimentazione e apertura.
Undici artisti presentano creazioni nate durante le residenze o rielaborate a partire dalle esperienze condotte all’interno di un viaggio durato un anno. Il colore blu – pigmento storico estratto dalla Isatis tinctoria e simbolo del progetto – diventa filo conduttore e metafora, legame tra paesaggio, memoria e immaginazione. Le opere in mostra raccontano una geografia corporea e collettiva, frutto di cammini condivisi.
A Pergola, Angelo Bellobono ha coinvolto gli studenti dell’Istituto comprensivo G. Binotti in un’esplorazione del paesaggio come organismo fragile e pulsante, tracciando insieme mappe sensibili, fatte di ascolto e intuizione. Poco distante, nel quartiere delle Tinte – segnato dall’alluvione del 2022 – Gea Casolaro ha trasformato una ferita urbana in segno di rinascita, attivando un processo collettivo di risignificazione e responsabilità condivisa. Con una performance corale, realizzata in collaborazione con il coro G.B. Pergolesi, Elena Bellantoni ha rievocato l’uso storico di un farmaco dal colore blu impiegato durante la Controriforma per sedare l’isteria femminile rovesciandone il significato in segno di consapevolezza e resistenza. A Borgo Pace, Anna e Marta Roberti hanno dato vita a un processo collettivo di riscrittura concettuale del lupo, animale tornato a popolare non solo i boschi ma anche l’immaginario contemporaneo di chi abita le aree rurali. Infine, nella torre del Girone di Peglio, Juan Pablo Macías ha dato forma a un’architettura sonora in cui il respiro umano si fonde con quello della natura, in una coralità priva di gerarchie.
Gli interventi di Giovanni Gaggia e Giulia Marchi proseguono il loro percorso in una nuova fase, che ne approfondisce e trasforma il senso originario. Gaggia rielabora l’opera nata a Urbania, proseguendo la riflessione su un antico rituale meteorologico attraverso un lavoro che intreccia ceramica e saperi popolari. Concepito per l’Oratorio di San Rocco a Pergola, il lavoro di Marchi muta invece in una nuova installazione dove l’iconografia del santo si intreccia al mondo del cucito, costruendo una narrazione che ricama memoria spirituale, parola e materia. Giorgia Severi – dopo aver riconciliato, a Sant’Angelo in Vado, il cielo della pittura rinascimentale con quello estratto dalla terra – propone per TORRSO un’opera più radicale, dove il paesaggio, archivio fragile, si dissolve sotto l’azione del clima e dell’uomo. Due visioni complementari, tra poesia e denuncia.
Completano il percorso Marco Strappato e Fabrizio Cotognini, già tra i protagonisti della tappa espositiva Cartolina BLU, con interventi che si discostano dall’uso esplicito del colore per esplorarne invece le assenze, le deviazioni, le tensioni latenti. Attraverso pratiche di sottrazione o slittamento semantico, entrambi ampliano il campo di significato del progetto, aprendo nuove possibilità di lettura, anche laddove il blu si ritrae o si nega.
Geografie blu si inserisce nel cammino di continuità che Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura intende lasciare come eredità al territorio. In linea con il motto conclusivo del progetto, Coltiva la Capitale, la mostra è un invito a proseguire nel segno della cura, della relazione e della costruzione condivisa del paesaggio culturale. Le opere selezionate non sono che una delle possibili costellazioni tra le tante che il cammino collettivo ha tracciato, nel segno di un’esperienza corale che continua a pro- pagarsi, oltre la mostra.