Francesco Tabusso. I dipinti per San Francesco al Fopponino di Gio Ponti
Al Circolo dei lettori sarà presentato il libro «Francesco Tabusso. I dipinti per San Francesco al Fopponino di Gio Ponti».
Comunicato stampa
L’Archivio Francesco Tabusso, ha promosso la pubblicazione del volume in occasione dei 40 anni (1975 – 2015) della Pala d’altare Il Cantico delle Creature dipinta da Francesco Tabusso per la Chiesa di San Francesco al Fopponino a Milano progettata dall’architetto Gio Ponti.
Il volume curato da Elena Pontiggia costituisce un primo rilevante tassello del progetto di tutela e valorizzazione del lavoro di Tabusso, intrapreso dall’Archivio: si è partiti da qui perché il ciclo pittorico del Fopponino è opera di piena maturità, dove la pittura dell’artista raggiunge la massima forza espressiva, una pittura che sa di arcadia e di allegoria ma anche di intimo rapporto con la materia.
Eccezionali e tecnicamente inconsueti le dimensioni e i supporti: quasi cento metri quadrati la tela che Ponti ha voluto della forma di un libro aperto non solo in conformità con lo stile della chiesa, ma anche per indicare che la Natura è un libro eloquente per chi lo sa leggere.
Percorrendo oggi, via Giovio a Milano si è colpiti dalla trasparente imponenza della facciata del Fopponino, un’imponenza che abita anche l’interno nel rigore di geometrie e materiali. Il ciclo pittorico di Tabusso che illumina la penombra della navata centrale, ha realizzato pienamente gli intendimenti dell’architetto aprendo un’immensa finestra spalancata sul creato e ci restituisce la figura del Santo così come l’aveva intesta l’artista: un militante e un eremita mosso dalla fede e ispirato dalla fonte perenne della Natura, sensibile al fascino della neve invernale fresca, dei fusti di alberi e dei fogliami.
Parallelamente al lavoro sulla chiesa milanese, il comitato scientifico dell’Archivio prosegue la catalogazione dei dipinti per la pubblicazione del Catalogo generale: nel corso dell’ultimo anno, infatti, sono state rintracciate molte opere inedite in collezioni pubbliche e private. Materiale fotografico, corrispondenza, rassegna stampa, cataloghi, monografie documentano circa sessant’anni di attività artistica che ha inizio alla fine degli anni Quaranta con la formazione casoratiana nello studio di via Mazzini e all’Accademia Albertina di Torino e la partecipazione a numerose collettive con i giovani esponenti della pittura italiana; poi dal 1954 con l’invito alle prestigiose Quadriennali di Roma e Biennali di Venezia, la sua carriera artistica prosegue, di personale in personale, di premio in premio, ottenendo segnalazioni di prestigio da critici come Luigi Carluccio, Francesco Arcangeli, Carlo Ludovico Ragghianti e Lamberto Vitali, collaborando e illustrando l’opera di scrittori e poeti come Piero Chiara, Dino Buzzati, Eugenio Montale e Mario Rigoni Stern. Dei primi anni Sessanta è l’incontro con Ettore Gian Ferrari che lo seguirà per trent’anni nelle mostre personali e collettive e che sarà promotore del primo repertorio delle opere di Tabusso, edito nel 1984, con la presentazione di Pier Carlo Santini