Francesco Fossati – Hortus siccus Hortus vivus
Francesco Fossati cerca, preleva, conserva, sedimenta, essicca: fa propri i gesti antichi, percorre boschi e terreni incolti, perlustra il territorio alla ricerca di radici, foglie, rami, frutti, preferibilmente di specie autoctone, spontanee, perfino infestanti.
Comunicato stampa
Osservare la natura, collezionarne frammenti, ordinarli, classificarli, nominarli e raffigurarli: fin dall’antichità l’uomo ha sentito la necessità di conoscere la natura e l’erbario (hortus siccus) è stato il primo strumento per ordinare e dare forma all’ambiente vegetale al fine di stabilire un sistema razionale, comprensibile e riconoscibile,riflesso della nostra forma mentis. Raccolte di piante essiccate, trattati e successivamente libri miniati e illustrati:classificazioni della infinita varietà delle specie vegetali, raccolte e conservate.
Anche Francesco Fossati cerca, preleva, conserva, sedimenta, essicca: fa propri i gesti antichi, percorre boschi e terreni incolti, perlustra il territorio alla ricerca di radici, foglie, rami, frutti, preferibilmente di specie autoctone, spontanee, perfino infestanti. La natura generatrice offre incontri inaspettati e improvvisi, guidati dalla capacità di osservare, di cogliere la caduca bellezza del frammento e di stupirsi. La raccolta, discreta e rispettosa che ricorda l’attitudine paziente degli studiosi botanici, è alla base del lavoro di Fossati che così reperisce la materia prima con cui costruisce il suo erbario personale. Mettere in ordine, per poi utilizzare, significa anche mettere in salvo, preservare in nuove forme: il residuo naturale è trasformato in immagini attraverso procedure e tecniche memori di tradizioni e rituali popolari, come la stampa su tela ottenuta tramite l’impressione di foglie e rami secchi attraverso la bollitura, come nelle tele qui esposte Rami [1] e [2] (2022) e X [castagno],(2022). Queste tele sono parte delle Organic pictures sperimentazioni a cui l’artista si dedica dal 2016, in cui utilizza, di volta in volta, foglie e rami di specie diverse. Da questo procedimento derivano superfici impresse con delicati motivi vegetali che si ripetono ritmicamente sovrapponendosi, armonizzando la molteplicità del dettaglio in una ripetizione seriale mai identica – alcune tracce sono evidenti, altre più labili – che testimonia dell’artigianalità del lavoro e della sorpresa degli esiti della stampa ai quali partecipa inevitabilmente il caso, l’imprevisto. C’è sempre qualcosa di magico e inatteso in questo processo che fa eco a riti alchemici e a credenze tradizionali e anche a un’attitudine ludica, ai giochi di infanzia: non a caso, nell’ambito della residenza per artisti B.R.A.C.T. di Tricase (Lecce) nell’estate del 2020 Fossati ha realizzato dei “dipinti organici” insieme alla moglie e ai due figli piccoli. Hortus siccus dunque ma anche hortus vivus quello di Fossati, un microcosmo vegetale in divenire, come in Substrati (2022) sculture “viventi” realizzate con “panetti” per la coltivazione di funghi: corpi vegetali atipici che nonostante l’interruzione del processo per disidratazione continuano lentamente la loro crescita resistente.
Emerge così la doppia attitudine dell’artista nel relazionarsi con la natura, una statica (la stampa come azione che fissa un dato momento e aspetto sulla tela), l'altra dinamica (le sculture fungine nella continua trasformazione e incontrollabilità del loro sviluppo). Un erbario vivo, mutevole che va nella direzione di una creatività che nasce dalla relazione empatica con l’ambiente in una prospettiva che fa propria la lezione di Joseph Beuys: l’arte come strumento liberatorio e di crescita in grado di «dare all’uomo una nuova posizione antropologica […] collegarlo verso il basso con gli animali, le piante, la natura così come verso l’alto con gli angeli o gli spiriti». Fossati testimonia questo legame, consapevole che lo sguardo dell’arte, nella sua dimensione sospesa, lascia intuire sensibilmente la vita che sta intorno a noi.
Rossella Moratto, novembre 2022
Francesco Fossati (1985) è artista visivo e forager di piante selvatiche. La sua ricerca ha come focus il rispetto della natura e la sostenibilità ambientale, realizza opere con il minore impatto possibile, ha creato eco-giardini, prodotto pigmenti e colori a olio con sostanze naturali e utilizzato pratiche di coinvolgimento sociale e manovalanze locali per la realizzazione di opere di arte pubblica. Progetta e realizza displayer, supporti e cornici in collaborazione con studi eco design utilizzando materie prime a filiera controllata o certificate FSC.