Francesco Astiaso Garcia – La divina somiglianza

Informazioni Evento

Luogo
ISTITUTO DI SANT'ANTONIO DEI PORTOGHESI
Via Dei Portoghesi 6, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
08/05/2015

ore 18

Artisti
Francesco Astiaso Garcia
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra include oltre 70 dipinti dell’ artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia.

Comunicato stampa

Il Rettore dell’ Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, Mons. Agostinho da Costa Borges, sotto l’alto patrocinio di S.E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede, Dott. António de Almeida Ribeiro, invita all’inaugurazione della mostra “La Divina Somi- glianza” di Francesco Astiaso Garcia.
L’inaugurazione avrà luogo venerdì 8 Maggio 2015 alle ore 18:00 presso la Galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma (Via dei Portoghesi).
La mostra include oltre 70 dipinti dell’ artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia e sarà visitabile gratuitamente dall’ 8 al 31 Maggio 2015.
Francesco Astiaso Garcia, italo-spagnolo, è pittore, fotografo e scultore. Ha girato il mondo realizzando affreschi e pitture murali in quattro continenti. I suoi quadri sono stati esposti e apprezzati dal pubblico e dalla critica in numerose sedi tra cui la galleria Astarte a Parigi, il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Malta e le Sale del Bramante a Roma. A soli 31 anni ha suscitato interesse nel mondo artistico per la sua capacità di rappresentare la figura umana in modo da fissarne sulla tela l’essenza spirituale. Francesco Astiaso Garcia sarà presente all’ Inaugurazione della mostra per conoscere i visitatori e rispondere alle domande dei giornalisti e della Stampa.
Altre informazioni sull’artista sono disponibili sul sito www.francescoastiaso.com, interviste
e appuntamenti possono essere richiesti scrivendo a [email protected] o tele- fonando al 3480939040
Il main sponsor della mostra è Paolo Astiaso Garcia, responsabile generale vendite di Autoa- mericana S.r.l. e grupo Apollonj Ghetti – Concessionari Ufficiale Jeep Lancia Nissan e Hyun- dai per Roma e Provincia

LA DIVINA SOMIGLIANZA
“Che cos’ è l’ uomo perché te ne curi, il figlio dell’ uomo perché te ne dia pensiero?
Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato.”
Il Salmo 8 testimonia a pieno la grandezza della creatura umana e lascia intuire la destinazione gloriosa che lo attende. Ogni uomo porta in se l’ eternità.
Quando scopriamo la nostra divina somiglianza si aprono per noi le porte del cielo, si risveglia il nostro rapporto con l’infinito, intuiamo l’ altezza della dignità umana e diveniamo partecipi della nostra vocazione celeste.
Sono affascinato dalle profondità spirituali dell’ uomo, dagli abissi della sua anima, da tutto ciò che nell’ uomo è invisibile agli occhi dell’ uomo.
Ho cercato sempre la maniera di rappresentare la figura umana in modo da fissarne sulla tela l’essenza spirituale e rendere visibile l’ invisibile presenza del divino.
Mistero e Fede sono per me fondamenti di una ricerca artistica che si attua nel quotidiano e si realizza con ogni mezzo espressivo contemporaneo.
Per dipingere un ritratto occorre saper leggere negli occhi delle persone, occorre spogliare l' anima, un ritratto è un paesaggio, il paesaggio dell' anima della persona dipinta. Non si può dipingere un ritratto senza aver amato, senza aver sofferto, senza aver vissuto, sarebbe come scrivere la biografia di un uomo che non abbiamo conosciuto o disegnare la mappa di un luogo che non abbiamo visitato.
La bellezza passa, è fuggitiva, ma l' uomo è molto di più di un corpo che invecchia, si ammala e muore, è molto di più di una presenza estetica, ed
C' è un vecchio proverbio amerindo che dice:
Se a un uccello tagli il becco, le piume e gli artigli non rimane niente, se a un uomo tagli le braccia, le gambe e le mani rimane sempre un uomo.
Come fare attraverso la pittura a rendere presente l' eternità, la presenza dell' anima nell' uomo?
Il mio linguaggio estetico è un tentativo.
La sfida è grande, rivelare l' uomo come un' unità di corpo e spirito, luogo d’incontro tra la natura celeste e la natura terrena.
per questo che come

disse El Greco : “Desidero dipingere le anime più che i corpi”.

La pittura mi permette di portare lo spettatore verso una dimensione più profonda creando ponti tra i canoni della bellezza classica e le avanguardie della pittura del nostro tempo. Intendo il contemporaneo come una sintesi tra modernità e tradizione. Diceva Modigliani: “la modernità è un gran mistero, accoppiata a ciò che fu gravida di ciò che sarà”.
Cerco volti trasparenti quasi eterei che lascino trasalire la pienezza della loro presenza, cerco un equilibrio tra il nascondere e il rivelare che conferisca al ritratto fragilità e leggerezza nel tentativo di cogliere l’ autentica Bellezza.
La Bellezza è la porta attraverso la quale entriamo nella contemplazione del Mistero, nella contemplazione di Dio, della meraviglia della vita, del senso ultimo dell' esistenza, poichè non c' è luna che possa brillare senza sole, anche qualora ne
ignorasse o negasse l' esistenza.
Perciò fare Arte significa mostrare Dio in ogni cosa!
Il poeta Gilber Keith Chesterton disse: "La dignità dell' artista stà nel suo dovere di tenere vivo il senso della meraviglia del mondo. Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, il mondo perirà per mancanza di meraviglia!"
La vera iconoclastia è tutto ciò che distrugge nell’ uomo la divina somiglianza. Il mondo ha bisogno di Bellezza per non cedere alla disperazione.
In fin dei conti, l' arte desidera rispondere agli aneliti più profondi del cuore e favorire il ricongiungimento tra la nostalgia della divina somiglianza, che ogni uomo sente, e il mondo effettivo dove abitiamo, in cui spesso e volentieri mancano verità, bellezza e bontà.
L' animo umano è abitato dal desiderio di trascendere tutti i limiti, la bellezza è fragile custode di questo insopprimibile anelito.
Francesco Astiaso Garcia
Questa mostra è una celebrazione dell’ uomo e della sua bellezza, forse abbiamo gli
occhi annebbiati e non vediamo più la meraviglia dell’ uomo.
Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del
sole non brilla.