Formae

Informazioni Evento

Luogo
GAGGENAU DESIGNELEMENTI HUB
Corso Magenta 2 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lun–Ven, 10:00 – 19:00
Ingresso: solo su appuntamento: [email protected] | +39 02 29015250 (interno 2)

Vernissage
05/11/2025
Curatori
Sabino Maria Frassà
Generi
arte contemporanea, collettiva

Il design è scintilla di una nuova visione estetica.

Comunicato stampa

Nel cuore di Milano prende corpo FORMAE: quattro voci — Franco Mazzucchelli, Carla Tolomeo, Fulvio Morella e Lorenzo Gnata — interrogano il rapporto tra materia e forma a partire dai nuovi forni Expressive e Minimalistic di Gaggenau, scintilla e punto di partenza per una riflessione sulla responsabilità estetica e sul valore della cura.

Promossa in collaborazione con Gaggenau, Sotheby’s e Cramum, la mostra curata da Sabino Maria Frassà, raccoglie e rielabora gli esiti già presentati nelle tappe di Firenze, Napoli e Verona, restituendo a Milano una visione organica e plurale del gesto formativo.

«Cos’è bello? Esiste una forma giusta? FORMAE prende avvio da queste domande e le traduce in pratica: uno strumento capace di mettere insieme la ricchezza della complessità senza mai banalizzarla. In questa prospettiva, la mostra si configura come una promessa del bello: non risposta definitiva, ma ricerca condivisa di senso, atto di fiducia nella possibilità che la forma continui a rivelarsi» — Sabino Maria Frassà, curatore

Il percorso espositivo conduce il pubblico attraverso linguaggi diversi e complementari: le sculture d’aria di Franco Mazzucchelli, che respirano lo spazio e ne rimodellano i volumi; le sedute-scultura tessili di Carla Tolomeo, imbottite e pazientemente intrecciate a mano; i cieli tattili del Braille Stellato di Fulvio Morella, in cui i punti diventano stelle e parole di memoria; le geometrie sospese di Lorenzo Gnata, che trasformano il disegno in architettura e orientamento dello sguardo. In mostra, dunque, non semplici oggetti, ma esperienze: opere che invitano a toccare, sostare, discutere, lasciandosi condurre in un movimento interiore di stupore, commozione e dubbio.

«La tecnologia e la tecnica diventano linguaggio quando, restituendo alla materia la dignità della poesia quotidiana, aprono la possibilità di un rapporto autentico con l’altro. In questa direzione si inserisce l’innovazione dei nuovi forni Gaggenau - Expressive e Minimalistic - caratterizzati da una cavità unica che cela con eleganza il grill: una soluzione che rende l’interno, nel suo iconico blu, perfettamente lineare e pulito, conservando al tempo stesso tutte le funzioni e l’eccellenza tecnologica del marchio. È questo l’orizzonte che la mostra propone e che Gaggenau da sempre persegue, offrendo una sintesi di minimalismo e funzionalismo capace di trasformare la materia nella poesia della cucina.» — Mistral Accorsi, Product & Brand Communication Manager, Gaggenau

Il fondamento teorico richiama la lezione aristotelica — «ἡ μὲν ὕλη δύναμις, τὸ δὲ εἶδος ἐνέργεια» (Metafisica, IX, 8, 1049b) — la materia è potenza, la forma è atto. Questa massima, lungi dall’essere citazione erudita, diventa lente ermeneutica: ogni opera rende percepibile il passaggio dalla possibilità al compimento, mostrando come la techne sia sapere incarnato che, attraverso il gesto, rivela e trasforma.

Mazzucchelli, Tolomeo, Morella e Gnata condividono la stessa domanda fondamentale: come coniugare in una forma il pensiero universale che abita la materia? Ogni loro opera è una risposta tangibile e poetica a questa domanda, che invita il pubblico a entrare in mostra non come spettatore passivo, ma come coautore del significato: solo così la forma compie la sua promessa di catalizzatore di senso condiviso che ambisce all’universalità.

«Nel dialogo serrato fra le opere — conclude Frassà — si dispiega l’universo evocato dagli artisti, frutto di personali e labirintici rimandi a culture e maestri del passato, ricomposti in uno straordinario melting pot sincretico che diventa autentica coordinata interpretativa: un repertorio di risposte formali e poetiche. Così Michelangelo, con l’idea che “ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla” (Vasari, Vite), illumina la pratica rivelatrice di Tolomeo e la tensione formativa che percorre le superfici di Mazzucchelli. Paul Klee, con la sua convinzione che “l’arte non riproduce il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è” (Schöpferische Konfession, 1920), risuona nel Braille Stellato di Morella, che si fa alfabeto di senso e veicolo di memoria. E Kandinsky, con la lezione di Punkt und Linie zu Fläche (1926), trova eco nelle geometrie di Gnata, che affidano a punto, linea e superficie il compito di orientare lo sguardo e di aprirlo a un’esperienza quasi panica e radicale del mondo.

Queste voci non chiudono la lettura, ma la dilatano, trasformando la tradizione in corda vibrante su cui accordare le pratiche contemporanee. Perché il bello di oggi non è forma definitiva, ma incontro in divenire fra persone e culture, fra passato e futuro".