Fondazione Prada Ca’ Corner della Regina
In mostra parte della collezione della Fondazione e i progetti per il palazzo veneziano.
Comunicato stampa
La Fondazione Prada annuncia l’apertura, dal 31 maggio 2011, di Ca’ Corner della Regina, storico palazzo
affacciato sul Canal Grande, come sua nuova architettura espositiva. Messo a disposizione dalla Fondazione
Musei Civici usufruttuaria dello storico stabile di proprietà del Comune di Venezia, per un periodo di tempo
di sei anni con intesa di rinnovo, l’edificio sarà aperto con una mostra che documenta l’attività multiforme
della Fondazione Prada.
Ca’ Corner della Regina è considerato il primo esempio di architettura che introduce parametri dominanti
non barocchi anche se permangono elementi della precedente stagione. Costruito tra il 1724 e il 1728
da Domenico Rossi per conto della famiglia dei Corner di San Cassiano sulle rovine del Palazzo in cui nacque
Caterina Corner, futura regina di Cipro, presenta un’architettura che si rifà allo stile della vicina Ca’ Pesaro
di Baldassarre Longhena, attuale sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna. L’edificio modulato su
tre livelli, caratterizzato dalla presenza di due ammezzati tra piano terra e primo piano, è rivestito in pietra
d’Istria sulla facciata principale e bugnato dal pianterreno fino al mezzanino. L’ultimo proprietario della
famiglia Corner lasciò il palazzo a Papa Pio VII. In seguito fino al 1969 la dimora ospitò la congregazione
dei Padri Cavanis e il Monte di Pietà, mentre dal 1975 al 2010 ha ospitato l’ASAC, Archivio Storico delle Arti
Contemporanee. Il restauro, sostenuto dalla Fondazione Prada, per ora conservativo, è stato pianificato con
gradualità in base alle direttive della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e
della Laguna, con l’affiancamento della Fondazione Musei Civici di Venezia.
L’esposizione offre una lettura dell’approccio culturale della Fondazione senza imporre un’interpretazione
tematica e univoca del materiale artistico e museale presentato. Le singole installazioni e presenze nelle
stanze del palazzo sono quindi da considerarsi esempi che testimoniano i diversi aspetti dell’identità, passata
e futura, della Fondazione Prada, creata nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli per diffondere l’arte
contemporanea. Esse comprendono una selezione della collezione, un anticipo di future collaborazioni e
il progetto per la nuova sede permanente della Fondazione di Milano in Largo Isarco, disegnato da Rem
Koolhaas e OMA, che in Ca’ Corner della Regina include la presentazione di modelli in scala del futuro
complesso architettonico, che aprirà nel 2013.
Partendo dalla collezione raccolta nel corso degli anni, l’apertura di “Fondazione Prada _ Ca’ Corner della
Regina”, a cura di Germano Celant, si caratterizza per una molteplicità aperta di presenze e di interventi
che, prodotti in dialogo scientifico con musei come The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, la
Fondazione dei Musei Civici di Venezia, il Mathaf Arab Museum of Modern Art e The Museum of Islamic Art di
Doha, nonché per la lettura creativa di artisti contemporanei quali Thomas Demand oppure teorici come
Marco Giusti e Nicholas Cullinan.
Negli ambienti di Ca’ Corner della Regina, coinvolti solo parzialmente dalla prima fase del progetto di
restauro conservativo, saranno presenti le imponenti sculture di Anish Kapoor, Michael Heizer e Jeff Koons
che dal piano terra al primo piano nobile formeranno, intrecciate a importanti opere di Walter De Maria,
John Baldessari, Charles Ray, Tom Friedman, Domenico Gnoli, Damien Hirst, Louise Bourgeois, Blinky
Palermo, Bruce Nauman, Pino Pascali, Donald Judd, Francesco Vezzoli e Maurizio Cattelan, l’intero percorso
architettonico.
La mostra documenta, con progetti speciali e inediti, il dialogo in costruzione con istituzioni museali
internazionali, instaurando uno scambio creativo tra le loro collezioni e gli interventi degli artisti
contemporanei. Per questa ragione Thomas Demand è stato invitato a dialogare con importanti materiali
provenienti dai Musei Civici di Venezia, mentre si è chiesto a Jean-Paul Engelen, direttore del Public Art
Programs dell’Arabic Museum of Modern Art, di Doha in Qatar, di stabilire un ponte linguistico tra un reperto
storico, proveniente dal Museum of Islamic Art, e il lavoro dell’artista contemporanea Buthayna Ali,
e a The State Hermitage di San Pietroburgo di presentare inedite ceramiche del XVIII secolo in parallelo con
l’opera di Jeff Koons Fait d’Hiver (1988). A Nicholas Cullinan, curatore di International Modern Art
per la Tate Modern, Londra, il compito di attraversare la collezione offrendo una sua lettura del periodo
dell’arte italiana dal 1952 al 1964, che comprende opere di Alberto Burri, Enrico Castellani, Lucio Fontana,
Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Salvatore Scarpitta e Mario Schifano.
In questa occasione a Ca’ Corner della Regina, l’incontro tra la cultura occidentale e congolese sfociato
nel 2008 nella costruzione, a Londra, del The Double Club di Carsten Höller, sarà svelato attraverso una
pubblicazione che ne raccoglie la documentazione completa.
L’interazione tra le arti in movimento, che mette in relazione la produzione cinematografica del regista Todd
Solondz con i video di animazione di Nathalie Djurberg, sarà oggetto della sezione curata da Marco Giusti.
Un insieme di presentazioni e di contenuti trasversali che sono testimonianza dell’intreccio fluido tra moderno
e contemporaneo, tracce di un futuro percorso per le attività della Fondazione Prada.