Florencia Miranda – Corpo Natura Artificio

Informazioni Evento

Luogo
KONNUBIO
Via dei Conti, 8r, Firenze, FI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 7:30 alle 11:00 e dalle 19:00 alle 23:00 (trattandosi dell’orario di servizio del ristorante la visita avviene tenendo conto della presenza dei clienti e del lavoro dello staff); dalle 11.00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:00 su appuntamento telefonando al +39 3393000574.

Artisti
Florencia Miranda
Curatori
Loredana Barillaro
Generi
arte contemporanea, personale

Personale di Florencia Miranda.

Comunicato stampa

Il 26 novembre nelle sale di Konnubio - noto ristorante e spazio espositivo con un’anima legata all’arte contemporanea, situato nei pressi delle Cappelle Medicee nel quartiere San Lorenzo, a Firenze - si aprirà la personale dell’artista Florencia Miranda, dal titolo Corpo. Natura. Artificio, parte del Progetto Gusto Visivo. L’esposizione mostra un corpus di venti lavori realizzati a tecnica mista, a metà tra fotografia e Faber Art, esemplificativi della ricerca portata avanti dall’artista. La mostra, curata da Loredana Barillaro, sarà fruibile fino al 9 febbraio 2026.

Così scrive la curatrice:

Il titolo della mostra “Corpo. Natura. Artificio” ci indica quelle che sono sono le componenti alla base del processo creativo di Florencia Miranda, ciò che troviamo nelle sue opere e gli strumenti che ella usa per agire su di esse. Mediante un approccio eclettico l’artista mette in evidenza il suo bisogno di creare, un bisogno che non si esaurisce, evidentemente, con un unico mezzo. Ci mostra la pazienza e la perizia di chi deve procedere con calma, poiché ciò che si realizza non può essere corretto o riveduto, e se l’approccio attuato all’inizio appare prettamente concettuale, diviene, man mano, sempre più concreto.

Florencia è una fotografa, ama i dettagli, che siano appartenenti al corpo umano o alla natura, in particolare è l’epidermide che attrae la sua curiosità; che si tratti della nostra pelle o della corteccia di un albero, entrambe portano in sé le tracce del tempo che scorre e di come ogni cosa si trasformi. Il corpo appare quindi elemento preminente nella composizione figurativa; le mani, in particolare, narrano e si muovono in maniera leggiadra, sono esse che agiscono, sorreggono, creano.

E della superficie bidimensionale l’artista enfatizza i dettagli, attraverso preziose trame il cui ordito richiama alla mente un certo modo tipico della Faber Art.

Ebbene, non è solo il concetto, non è solo l’occhio che registra ma è la mano che segue e scorre, è il dito che sente quale direzione l’ago e il filo stiano prendendo, quale forma stia delineando il rilievo. Ella indaga la parte del corpo prescelta e ne toglie fuori l’energia, linfa che si fa sostanza, materia che crea volume poiché essa stessa è volume. La componente cromatica che si adagia, sovrapponendosi sovente al bianco e nero, decreta un’interruzione nella narrazione iniziale, una nuova epidermide va emergendo, va generandosi, quasi fosse un atto di cura e di cicatrizzazione, un flusso di vita che parte da un dettaglio per scorrere in nuovi “cunicoli” i quali evadono dal perimetro originariamente stabilito per estendersi oltre, quasi a voler toccare lo spettatore che ne segue con lo sguardo la spontaneità dell’approdo.

Florencia Miranda lega la contemporaneità del fare fotografia al modo di fare semplice, seppur rigoroso, di una pratica antica, quella del ricamo.

Un gioco con la materia, con la sensualità delle pose e dei gesti, quelle pose che vengono fermate come angoli ideali da enfatizzare, quasi che il ricamo divenisse una mappa del corpo su cui intervenire, aggiungendo elementi altri che ne mutano la sostanza, in una efficace contaminazione del gesto.

Allo stesso modo uno scorcio naturale può connotarsi per una vitalità nuova; una natura esaltata con fare spontaneo, senza forzature. La ruvidezza della corteccia viene riprodotta evidenziandone una preziosità inedita, che ci aiuta a scoprire ciò che si cela al di sotto di essa.

E’ la mano, dunque, che diversamente scolpisce, che crea “artificio”, è la parte istintuale che muove l’artista in un fare enigmatico e intenso.