Fiato_ vieni a sentire
Atto visivo/performativo/musicale con sonorità sperimentali che spaziano dall’elettronica industrial-noise alla psichedelia onirico contemplativa.
Comunicato stampa
FIATO_ vieni a sentire
@ Doctor Sax _ murazzi lato sx _ Torino
Videoinstallazioni di Sandro Sandri
Azioni visive con Luca Atzori, Martina Manera, Vanessa Depetris, Ivan Fassio
Testi teorici e poetici di Ivan Fassio
Fotografia di Vincenzo Bruno
Musica Sperimentale con Maurizio Pustianaz e Fabio Favetta
Sessione di Brainwave Entrainment a cura di Lucia Urgese
IMIBALA di Emanuele Francesconi, Michele Anelli, Nicholas Remondino
26-27-28 ottobre 2016 (Ingresso Up To You)
MERCOLEDI’ 26 OTTOBRE
IL LINGUAGGIO DELLA PARANOIA
Atto visivo/performativo/musicale con sonorità sperimentali che spaziano dall’elettronica industrial-noise alla psichedelia onirico contemplativa.
MUSICISTI: Maurizio Pustianaz (sintetizzatore), Fabio Favetta (bouzouki + chitarra slide), Video installazioni live Sandro Sandri, Istantanee fotografiche in successione su monitor: Vincenzo Bruno
Azione performativa a cura di Cantiere Altrigo con Luca Atzori, Martina Manera, Vanessa Depetris, Ivan Fassio.
La telecamera munita di faro monodirezionale è direttamente collegata al videoproiettore, in modo da riprodurre in diretta sullo schermo sia le azioni performative sia l’espressione dei volti degli spettatori colti nella più totale spontaneità emotiva.
Il buio immanente è squarciato da lampi di fragore luminoso, invasivo, accecante. Il silenzio che si propaga fino alle estreme pendici del vuoto nullificante, satura lo spazio del non vissuto quotidiano intessendone il tempo di striature frastornanti, ridondanti fino allo spasmo. E’ il battito artificiale di un tempo senza tempo e senza storia che si sostituisce al naturale ritmare cardiaco della vita pulsionale. La ricezione di tipo paranoico agisce attraverso canali di assuefazione del disumano che intessono tele di indifferenza empatica, sulle quali spiaccicare le fobie più esposte, sempre in attesa del grande mostro in perenne agguato di circostanza. Così alimentato, il corto circuito cerebrale si propaga sull’onda di miriadi di schermate intessute di carne, nervi, arterie, fino a disconnettere ogni organo dall’organismo di appartenenza, rendendolo definitivamente incapace di elaborare una visione autonoma del reale. Il linguaggio della paranoia genera apatia, frustrazione, indifferenza. L’occhio spento dello spettatore riflesso sullo schermo ne testimonia l’ennesimo rantolo esistenziale. Il frastuono mediatico, l’insegna luminosa, il simulacro sessuale così come quello criminale (di una cronaca nera che si reitera all’infinito), vanno a rimpolpare il maleodorante kebab cerebrale nel suo inesauribile giro di sovraccarico emozionale e (dis)informativo.
GIOVEDI’ 27 OTTOBRE
IL LINGUAGGIO DELLA MENTE
Introduzione con sessione sperimentale di Brainwave Entrainment a cura di Lucia Urgese (durata 30 minuti).
Il metodo Brainwave Entrainment si riferisce alla risposta elettrica del cervello alla stimolazione ritmico sensoriale attraverso l’ascolto di frequenze sonore che simulano le onde cerebrali: il cervello risponde sincronizzando i propri cicli elettrici allo stesso ritmo ascoltato (FFR – Sequenza di risposta in frequenza).
A seguire, IMIBALA live section con Emanuele Francesconi (piano elettrico), Michele Anelli (basso elettrico), Nicholas Remondino (batteria)
Sperimentazione Undreground free action jazz a cura di Noise Delivery.
VENERDI’ 28 OTTOBRE
IL LINGUAGGIO DEL SUONO
Installazione visiva musicale performativa di improvvisazione totale.
MUSICISTI: Franky Partipilo (Sax), Maurizio Pustianaz (pianoforte), Dominik Gawara (basso elettrico), Aurelio Marsiglia (sax) Dana Bossù/Luca Atzori (voce)
Video installazioni a cura di Sandro Sandri.
L’installazione si coagula nello sviluppo sonoro e visivo dei musicisti distribuiti negli spazi loro adibiti all’interno del locale. Ciascun musicista propone e sviluppa una sua trama specifica improvvisata e (almeno all’inizio) non interconnessa con le sonorità espresse dagli altri musicisti, costituendo egli stesso insieme al suo strumento un elemento unico ed irripetibile. Ciascun musicista è associato ad una serie di videoproiezioni caratterizzate da flussi di immagini, con un colore di prevalenza che ne contestualizza sia l’ambiente che lo strumento musicale. Musicista, strumento, sonorità ed immagine rifrangente costituiscono un’installazione a sé, percepibile dallo spettatore sul piano squisitamente irreale ed onirico del simulacro sensoriale. Lo spettatore nel suo percorso esplorativo fra gli anfratti del locale, è invitato ad una libera percezione delle sonorità ed ad una autonoma elaborazione delle stesse in chiave emotiva che lo conduca attraverso i sillogismi del linguaggio dei suoni attraverso il superamento dell’iniziale “shock” di disequilibrio cacofonico.
L’esplorazione cognitiva di tipo sensoriale, stimolata anche dalla percezione delle immagini e dei colori quali elementi onirici in libera associazione con le note dei singoli strumenti, conduce gradualmente lo spettatore ad una comprensione soggettiva del linguaggio dei suoni. Gli stessi musicisti, nell’acquisizione consapevole della loro spontaneità, potranno interagire con i suoni degli altri strumentisti, avendone interiorizzato a loro volta il linguaggio sia specifico che globale. Il passaggio da un’iniziale, apparentemente insanabile, cacofonia ad uno stato di crescente dialogo ed interazione fra i musicisti, aiuta lo spettatore ad orientarsi in una fruibilità più armonica dell’intero ambiente.
Solamente dal caos primordiale scaturisce la vita nella sua massima espressione pulsionale di insensatezza armonica.