Festival della Peste! 2021

Informazioni Evento

Luogo
IL LAZZARETTO
via Lazzaretto 15 , Milano, Italia
Date
Il
Vernissage
10/11/2021
Generi
festival
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Quarta edizione per il Festival della Peste!, promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto, in un inedito formato ‘da asporto’.

Comunicato stampa

Sarà il primo Festival Delivery quello che dal 10 novembre 2021 vedrà tornare per la sua quarta edizione Il Festival della Peste!, promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto, in un inedito formato ‘da asporto’ dedicato alla presentazione dei progetti commissionati e realizzati nel corso dell’anno da artisti fra cui Sara Leghissa, il collettivo fotografico Cesura, l’illustratrice catalana Luci Gutiérrez, oltre agli studenti della Scuola Mohole.

«Cosa può diventare un festival senza la presenza fisica delle persone? Come restare in dialogo anche se distanti? A partire da queste domande e dalla situazione pandemica che abbiamo vissuto - afferma Linda Ronzoni, Direttrice Creativa della Fondazione - ci siamo chiesti come utilizzare questa complessità per sperimentare nuove formule di fruizione culturale.
È nata da qui la decisione di creare un vero e proprio festival in versione delivery, pensato per portare la cultura direttamente a casa. Come? Attraverso una speciale scatola d’artista numerata, dal design che richiama il più classico cartone della pizza, ma che nella realtà racchiude un’inattesa scatola delle meraviglie tutta da scoprire, con piccoli estratti dei lavori di un anno condotti insieme ai nostri compagni di viaggio. Stavolta non arriva a casa una pizza, o un sushi, ma un festival.»

Al suo interno il ‘cartone da asporto’ - ordinabile esclusivamente a partire dalla mattina di martedì 9 novembre tramite l’apposito form sul sito - contiene una serie di oggetti che raccontano in maniera originale i progetti nati nell’ambito del programma dei Virus! della Fondazione, attraverso il quale il Lazzaretto focalizza ogni anno la propria attenzione su un tema con l’intento di riunire e stimolare attorno ad esso sguardi eterogenei e plurali. Ordine/Disordine è il tema guida del 2021: tra i protagonisti di questa edizione, il lavoro della live artist Sara Leghissa, del collettivo fotografico Cesura, quello degli studenti della Scuola Mohole di Milano, oltre a due progetti firmati dal team creativo del Lazzaretto (un progetto editoriale realizzato in collaborazione con l’illustratrice catalana Luci Gutiérrez e un murale incentrato sul tema dell’anno). Verrà inoltre presentato il lavoro del vincitore del Premio Lydia, Daniele Costa.

Tutti gli oggetti inclusi nella scatola - che rappresentano indizi e “precipitati” dei singoli lavori - saranno svelati e integrati con approfondimenti sui progetti attraverso il sito ilfestivaldellapeste.com e potranno essere fruiti comodamente a casa propria, senza limiti di tempo. La scatola dovrà essere ritirata presso la Fondazione Il Lazzaretto nella serata di lancio del Festival entro le ore 20.00. La partecipazione sarà possibile fino ad esaurimento posti, previa registrazione all’evento di presentazione del festival tramite il form sul sito.

Il programma dal vivo del festival sarà limitato alla serata di mercoledì 10 novembre - sempre nel rispetto delle vigenti misure di prevenzione - presso la sede della Fondazione Il Lazzaretto, in Via Lazzaretto 15 a Milano. Il programma esatto della serata sarà comunicato a breve sul sito.

I progetti del Festival della Peste! 2021
Di seguito l’elenco, più nel dettaglio, dei progetti che prendono parte a questa edizione 2021 de Il Festival della Peste!

Il Lazzaretto w/ Luci Gutierrez
IL SABATO DEL SELVAGGIO

Magazine inedito firmato Il Lazzaretto, realizzato in collaborazione con l’illustratrice catalana Luci Gutiérrez e interamente dedicato al tema del Selvaggio, Il Sabato del Selvaggio prende le mosse da Der Struwwelpeter (in italiano Pierino Porcospino), libro culto per l’infanzia scritto dallo psichiatra tedesco Heinrich Hoffmann nel 1845. Seguendo il tema di riferimento, e mantenendo lo sguardo sulla dicotomia ordine/disordine, tutti gli articoli del Magazine avranno a che fare con l’essere selvaggio e con il suo contrario (ovvero la repressione o l’addomesticamento degli istinti): dal protagonista “fauve” e perturbante del celebre manuale di Hoffmann, il percorso passerà attraverso alcune delle più importanti figure della pedagogia e della letteratura di genere, dal mito del “ritorno alla natura” nell’Emilio di Rousseau alla sessualità selvaggia e ribelle di Borroughs in The wild boys, alla bioenergetica di Alexander Lowen, fino ai più famosi bambini-selvatici della letteratura per ragazzi (Mowgli, il Max di Maurice Sendak in Nel Paese dei Mostri Selvaggi, ma anche Pippi Calzelunghe, Pinocchio, Mafalda), fino ad arrivare al punto di vista di artisti e autori contemporanei (Kiki Smith, Ryan McGinley e molti altri).

Il Lazzaretto nasce nel 2014 come Associazione culturale. Nel 2017 diventa Fondazione non-profit. La sua mission è quella di sostenere e promuovere progetti nei quali arti visive, pratiche psico-fisiche, letteratura e arti performative convergono e si incontrano. La scelta del nome non è nata solo dal desiderio di mantenere un legame con l’antica toponomastica, ma anche e soprattutto dalla volontà di dare voce al desiderio che un pezzo fondamentale della storia del Lazzaretto di Milano possa essere rivisitato in senso positivo nel presente. Che quella storia antica di contagi e malattie possa diventare contaminazione di idee, di energie, di dubbi, di inclinazioni al nuovo e all’inaspettato.

Luci Gutiérrez è nata nel 1977 a Barcellona, dove vive e lavora. È un’illustratrice freelance di fama internazionale, che collabora regolarmente con alcune delle maggiori testate americane tra cui Wall Street Journal, New York Times e New Yorker. Insegna illustrazione applicata e pubblicità e ha illustrato vari libri per ragazzi e non, ricevendo numerosi riconoscimenti in tutto il mondo. In Italia, tra gli altri, ha realizzato le illustrazioni di Miss Galassia di Stefano Benni e ha pubblicato con BUR il bestseller English is not easy.

Daniele Costa [Premio Lydia 2021]

TRAPEZIA

video

con la collaborazione di: Movie Cinerental

Il Lazzaretto sostiene la ricerca di talenti emergenti. A questo scopo promuove Lydia!, un bando rivolto agli artisti under35 che seleziona progetti per un’opera d’arte originale, senza limiti di tecniche o linguaggi. Il Premio è costituito da una borsa in denaro del valore di 5.000 euro destinata alla realizzazione di un’opera originale, un percorso di mentorship (con l’artista Adrian Paci) e prevede la presentazione dell’opera all’interno del Festival della Peste!.

Il vincitore dell’Edizione 2021 del Premio, intitolato alla memoria di Lydia Silvestri, scultrice allieva di Marino Marini che per anni ha lavorato negli spazi dove oggi ha sede la Fondazione, è Daniele Costa, che in Trapezia concentra la sua attenzione sulla pratica “Drag” come modo per indagare il genere, in relazione anche alla riconfigurazione nel presente dei modi e i luoghi di espressione della performance e dello spettacolo dal vivo tra piattaforme e spazio domestico. Lavoro di videoarte della durata di 20 minuti circa girato interamente in una location (la casa della protagonista), Trapezia declina in modo originale ed efficace il tema del bando rispetto ai nuovi confini tra sfera pubblica e sfera privata che segnano la storia recente del protagonista del progetto e della collettività più in generale.

Daniele Costa (Castelfranco Veneto, 1992) inizia la pratica artistica nel 2014 dedicandosi prevalentemente al video. Dopo la laurea di primo livello in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo all’Università di Padova, completa gli studi in Arti Visive nel 2017 presso l’Università IUAV di Venezia. La sua ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano in due direzioni di introspezione personale. Da una parte il funzionamento interno del corpo umano, basata su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra la singolarità umana, la conoscenza dell’individuo in rapporto alla sua storia, al suo mondo e alla sua persona. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali MAXXI Roma, Fondazione Spinola Banna e GAM Torino, National Gallery of Art Tirana (AL), House of King Peter I Belgrado (RS), Museo di Arte Contemporanea di Salonicco (SKG), Artevisione Careof e Sky Arte (Milano), Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia).

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Cesura

THE SECRET CAMERA

Concept: Cesura / un progetto di e con: Francesco Bellina, Maria Elisa Ferraris, Valentina Neri, Alessandro Sala, Giorgio Salimeni

In vista del prossimo Festival della Peste! il collettivo fotografico indipendente Cesura sceglie di unire cinque sguardi autoriali differenti per raccontare le dimensioni private di altrettante esistenze, collocate in luoghi distanti e spesso non-convenzionali: entrare nella dimensione privata delle persone, nell’intimità delle loro stanze, significa raccontare da un punto di vista assolutamente particolare il concetto di ordine e disordine. Cinque fotografi scaveranno dentro gli intimi confini della tematica avvicinandosi con un occhio diverso a luoghi e persone incontrate nella propria ricerca artistica.

Cesura è un collettivo di fotografi, una casa editrice e un lab attivi in Italia nel campo della fotografia documentaria, di ricerca e sperimentazione visiva il cui intento è creare una forza indipendente e autonoma nel panorama della fotografia nazionale ed internazionale. Dal 2008 è impegnata nel racconto dei fenomeni sociali della contemporaneità, come la documentazione della Primavera Araba e la più recente documentazione della pandemia Covid-19. I suoi progetti sono stati pubblicati sui principali quotidiani e magazine nazionali e internazionali come Time Magazine, New York Times Magazine, The New Yorker, The Guardian, Le Monde, Internazionale, Repubblica, L’Espresso, ed esposti presso musei come Le Bal (Parigi), MoCP (Chicago), Nobel Peace Center (Oslo), Deichhtorhallen (Amburgo), Draiflessen Collection (Mettingen) e Kulturhuset (Stoccolma).
cesura.it

Francesco Bellina (Trapani, 1989) è un fotografo documentarista con sede a Palermo. Il suo lavoro artistico si concentra principalmente su questioni socio-politiche contemporanee con particolare attenzione al tema della migrazione. Parte del suo lavoro è stato pubblicato da The Guardian, Al Jazeera, The Globe and Mail, Paris Match, Le Monde, Internazionale, L’Espresso, Washington Post, tra gli altri. Per oltre due anni (2017-2018) Francesco ha collaborato con Save the Children e l’associazione Zen Insieme per dare lezioni di fotografia ai bambini del popolare quartiere Zen di Palermo. In questo momento sta lavorando al progetto Oriri, che segue l’intreccio del traffico sessuale e dei rituali voodoo in Benin, Niger, Ghana, Nigeria e Sicilia. Nel 2016 e nel 2017 è stato nominato per la Masterclass World Press Photo Joop Swart.

Maria Elisa Ferraris (Torino, 1995) si è diplomata in Fotografia allo IED di Torino nel 2017. Nello stesso anno viene selezionata per la Masterclass in Visual Storytelling and New Media di ICP New York e Camera-Centro Italiano di Fotografia, dove espone anche il suo progetto di tesi. Nel 2017 ha iniziato a collaborare in qualità di assistente con il collettivo Cesura, di cui è membro dal 2020. Attualmente sta conseguendo la laurea magistrale in Arti Visive presso l’Università di Bologna.

Valentina Neri (1991) è una fotografa italiana. È nata e cresciuta nell’area di Milano. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Monza e ha proseguito i suoi studi alla scuola di fotografia Cfp Bauer di Milano. Nello stesso anno, a seguito di uno stage, inizia una costante collaborazione con il collettivo di fotografi italiani Cesura. Nel 2018 pubblica il suo primo libro Almanacco Toilet Club, recensito su numerose riviste internazionali e selezionato da Arles Photo Text Book Award 2019. Attualmente lavora alla produzione di progetti personali, sperimentali e di ricerca.

Alessandro Sala nasce a Milano nel 1981. Nel 2006 inizia a collaborare con il fotografo Alex Majoli con cui realizzerà importanti progetti espositivi e porrà le basi alla creazione dello studio Cesuralab, sede di CESURA luogo indipendente e collettivo di condivisione, sperimentazione e diffusione della cultura fotografica. All’interno di Cesura è responsabile del laboratorio fine art di stampa e segue l’intero processo produttivo dei progetti espositivi. Ha lavorato in Sud Africa documentando il processo di trasformazione di Johannesburg post-apartheid, in Brasile realizzando un reportage sul turismo sostenibile nel cuore di una riserva naturale nella foresta amazzonica, a Sao Tome documentando la produzione del miglior cioccolato al mondo. In Italia ha seguito tematiche relative ai processi migratori e negli ultimi anni si è interessato principalmente alla documentazione delle eccellenze dei territori rurali e dei processi produttivi artigianali e agroalimentari legati alle buone pratiche sostenibili. Da circa 10 anni è fotografo di scena di teatro e performing arts.

Giorgio Salimeni (Catania, 1990) cresce in Sicilia e dopo la laurea nel 2012 inizia a lavorare come fisioterapista entrando in stretto contatto con la condizione umana di fragilità fisica e mentale. In questo contesto sviluppa l’interesse per la fotografia come mezzo di ricerca e comprensione, fotografando i confini del suo lavoro all’interno di case di cura per anziani.
Nel 2014 si trasferisce dalla Sicilia e inizia la sua formazione fotografica assistendo Alex Majoli e collaborando con Cesura, di cui è membro ufficiale dal 2020.
Continua ad approfondire e sviluppare il suo linguaggio fotografico attraverso progetti a lungo termine incentrati sulla condizione umana lavorando in territori con problemi di sviluppo economico e sociale.

Scuola Mohole

CHE CARATTERE!

Il Lazzaretto inaugura quest’anno un’inedita collaborazione con Scuola Mohole, la grande Accademia di Cinema, Musica, Comunicazione Visiva e Storytelling di Milano. La Fondazione chiederà a un gruppo di 30 studenti del secondo anno di Graphic Design, sotto la guida dei docenti Franco Cervi e Beppe Del Greco, di sviluppare un carattere tipografico display da utilizzare per la comunicazione.

In vista della realizzazione del suo Virus!, Scuola Mohole inserirà nel proprio piano di studi un Corso di sei settimane (da aprile a giugno) che mira a rendere i partecipanti in grado di sviluppare un carattere tipografico (e il relativo processo creativo e costitutivo) comprendendone le caratteristiche e le relazioni intrinseche, oltre a quelle legate allo specifico tema di riferimento, “ordine—disordine”. Gli studenti, divisi in 6 gruppi da 5 persone ciascuno, faranno ricerca e nel corso delle lezioni disegneranno la struttura e le forme dei glifi che compongono il carattere, ogni gruppo indipendentemente da tutti gli altri.

La supervisione del progetto per Il Lazzaretto sarà affidata a Federico Basile, responsabile progetti web e grafica della Fondazione.

I materiali prodotti dagli studenti al termine del Corso (al quale è associato un regolare esame) potranno essere trasformati, in un secondo momento, in font realmente utilizzabili mediante software specifici (fontlab, glyphs o simili).

È il 1998 quando Cosimo Lupo e Vito Longo aprono a Milano il primo laboratorio di linguaggi: quaranta metri quadri pieni di idee, progetti, interferenze sperimentali e contaminazioni.
Nell’aprile 2004 trovano un nome, Mohole e una nuova sede in via Desiderio, “Ex fabbrica di vetro, conserva l’atmosfera trasognata e divertita di un film alla Frank Capra.” (Roberto Rizzente, Hystrio). Intanto, Mohole cresce e diventa una Scuola di Cinema, Comunicazione e Storytelling. Nel 2015, sotto il bel sole di maggio, ci trasferiamo in via Ventura. Oggi, nelle aule di Mohole, ci sono 1000 studenti. Filmano, disegnano, fotografano, scrivono, compongono, recitano, tracciano. Giocano a ping pong. Sorridono. Insieme a loro, 150 insegnanti. E hanno tutti un’aria felice.

scuola.mohole.it

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Sara Leghissa

FAKE UNIFORMS

per agire invisibilmente sotto gli occhi di tuttə

concept: Sara Leghissa - testi in collaborazione con Maddalena Fragnito / in conversazione con alcunə studentə delle scuole superiori di Milano - disegno grafico: Marzia Dalfini

Fake Uniforms (per agire invisibilmente sotto gli occhi di tuttə) è una pratica di attacchinaggio di manifesti nello spazio pubblico, il cui contenuto tratta di come l'illegalità sia parte della nostra vita quotidiana, a seconda del luogo in cui ci troviamo, del contesto storico e del privilegio che incorporiamo. Partendo dalla condivisione di esperienze personali, le cui traiettorie di vita si riferiscono al tema trattato, l’azione ne diffonde le parole nello spazio pubblico.

Nella specificità di Milano, insieme a Maddalena Fragnito, abbiamo incontrato alcunə studentə delle scuole superiori, per parlare di come hanno vissuto la didattica a distanza (DAD) durante i mesi di pandemia. Dalla solitudine alla costruzione di nuove reti, dallo stigma sociale alla responsabilizzazione collettiva, dalla negazione del diritto all'istruzione alla costruzione di lotte per trasformare la scuola.

Sara Leghissa è un’artista, ricercatrice e performer con base a Milano. Si laurea in Storia del Mondo Contemporaneo con una tesi in comunicazione politica e sociale. È co-fondatrice del progetto artistico Strasse, con cui ha prodotto lavori site-specific nello spazio pubblico, creando dispositivi che cercano di alzare il livello di attenzione su ciò che esiste nella realtà. Come performer, ha collaborato con divers_ artist_ e compagnie, tra cui Teatro Valdoca, -Dom, Giorgia Ohanesian Nardin, Muta Imago, Jacopo Miliani, Daniela Bershan. Ha presentato il proprio lavoro in diversi contesti e festival italiani e internazionali, tra cui Santarcangelo Festival (IT), Triennale Teatro dell’Arte (IT), Short Theatre (IT), VAC Foundation (IT), Far Festival (CH), Oerol Festival (NL), Festival Parallele (FR), Saal Biennal (EE), Tombées De La Nuit (FR). Co-organizza per la scena italiana Nobodys Business, una piattaforma indipendente per lo scambio di pratiche nella performing art, e NESSUNO, uno spazio in cui generare comunità e resistenze attraverso la pratica della festa e difendere la complessità di segni che questo incontro genera.

saraleghissa.com

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Fondazione Il Lazzaretto

TUTTI IN RIGA!

Oltre all’ingresso al civico 15 dell’omonima via, il Lazzaretto ha un ingresso secondario che dà su Via San Giovanni alla Paglia: stretta strada di passaggio, che collega Via Casati a Via San Gregorio, è un angolo nascosto e poco illuminato, appena fuori dalle mura dell’antico Lazzaretto, ideale per chi vuole nascondersi. È in questo recesso oscuro della topografia della città, cronicamente preda dell’abbandono e del disordine, che il Lazzaretto ha scelto di instaurare un ordine colorato, fatto di geometrie implacabili e gialli sgargianti: per farlo, ha dipinto completamente il muro esterno della Fondazione, realizzando un gigantesco murale per illuminare i passi e gli occhi di chi si trova a percorrere quella strada. Che cosa succederà?